Il presente contributo riguarda un tema affrontato recentemente nelle mie ricerche, relativo al rapporto tra architettura e pedagogia. Si intende qui dimostrare come in alcuni momenti cruciali, di fronte a nuove richieste di cambiamento, come agli albori del secolo scorso, nell’immediato secondo dopoguerra e con l’inizio degli anni Sessanta, si avverta la necessità di avviare una riflessione sull’importanza degli spazi educativi, un’esigenza che ancor oggi si rivela più che mai attuale di fronte alle pressanti emergenze che investono la scuola italiana. Nella prima parte dell’articolo si considera come, con l’avvento del secolo scorso, si pensi alla progettazione di spazi e ambienti adeguati allo sviluppo della personalità infantile, in controtendenza rispetto a quelli della scuola tradizionale. Si riscontra proprio con l’inizio del Novecento in alcune teorie ed esperienze educative la centralità assunta dall’architettura e dagli arredi scolastici al livello estetico-pedagogico. Si vedrà poi, nella seconda parte, che tale filo conduttore anima, nel secondo dopoguerra, in Italia, il dibattito tra architetti, urbanisti e pedagogisti, convinti che, dopo la tragica esperienza della guerra e della dittatura, occorra realizzare un modello di pedagogia comunitaria, ispirato all’ideale socratico di scuola-agorà, in contrapposizione alle tante scuole-caserme esistenti. Infine, si mostra come, partire dai primi anni Sessanta, di fronte alle mutate esigenze della società italiana, si avverta la necessità di rinnovare la scuola tramite un ripensamento dei suoi spazi.
Tiziana Pironi (2021). The relationship between pedagogy and architecture for an innovative school in Italy during the twentieth century. Mosca : FGBNU Istituto della strategia dello sviluppo della formazione RAO.
The relationship between pedagogy and architecture for an innovative school in Italy during the twentieth century
Tiziana Pironi
Primo
2021
Abstract
Il presente contributo riguarda un tema affrontato recentemente nelle mie ricerche, relativo al rapporto tra architettura e pedagogia. Si intende qui dimostrare come in alcuni momenti cruciali, di fronte a nuove richieste di cambiamento, come agli albori del secolo scorso, nell’immediato secondo dopoguerra e con l’inizio degli anni Sessanta, si avverta la necessità di avviare una riflessione sull’importanza degli spazi educativi, un’esigenza che ancor oggi si rivela più che mai attuale di fronte alle pressanti emergenze che investono la scuola italiana. Nella prima parte dell’articolo si considera come, con l’avvento del secolo scorso, si pensi alla progettazione di spazi e ambienti adeguati allo sviluppo della personalità infantile, in controtendenza rispetto a quelli della scuola tradizionale. Si riscontra proprio con l’inizio del Novecento in alcune teorie ed esperienze educative la centralità assunta dall’architettura e dagli arredi scolastici al livello estetico-pedagogico. Si vedrà poi, nella seconda parte, che tale filo conduttore anima, nel secondo dopoguerra, in Italia, il dibattito tra architetti, urbanisti e pedagogisti, convinti che, dopo la tragica esperienza della guerra e della dittatura, occorra realizzare un modello di pedagogia comunitaria, ispirato all’ideale socratico di scuola-agorà, in contrapposizione alle tante scuole-caserme esistenti. Infine, si mostra come, partire dai primi anni Sessanta, di fronte alle mutate esigenze della società italiana, si avverta la necessità di rinnovare la scuola tramite un ripensamento dei suoi spazi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
PIRONI-Russia-Italy_9_December-volume.pdf
accesso riservato
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
762.54 kB
Formato
Adobe PDF
|
762.54 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.