Il portico è l’infrastruttura portante della città di Bologna e la sua architettura ne è l’espressione più concreta e tangibile; un patrimonio monumentale di eccezionale valore che ne ha condizionato profondamente tanto l’immagine storica quanto la percezione contemporanea. Apparso per la prima volta durante l’Alto Medioevo come un vero e proprio abuso edilizio ai danni della comunità e riconosciuto come una proiezione arbitraria della proprietà privata nello spazio pubblico della strada, il portico bolognese trovò una sorprendente rivincita alla fine del XIII secolo, quando venne così apprezzato per le sue qualità utilitarie e formali che gli statuti cittadini lo resero obbligatorio, a partire dal 1288, per qualsiasi nuova costruzione. Da allora in avanti queste strutture si diffusero in modo capillare lungo il tracciato delle nuove strade, rendendo inconfondibile l’immagine di Bologna nei secoli successivi. Si tratta di oltre 42 chilometri di portici (più di 60, se includiamo anche gli ampliamenti novecenteschi), che sono stati inseriti nella World Heritage List di UNESCO il 28 luglio 2021 in virtù del valore universale che essi hanno saputo esprimere e conservare nel tempo per l’intera civiltà urbana. Questo libro proietta il lettore nel labirinto delle vie coperte bolognesi, fornendo il filo di Arianna per non smarrirsi e imparare a orientarsi in un paesaggio urbano storico unico nel suo genere, grazie a una guida critica e a un atlante storico-topografico dei portici più rappresentativi.

Il portico bolognese. Storia, architettura, città

Francesco Ceccarelli;Daniele Pascale Guidotti Magnani
2021

Abstract

Il portico è l’infrastruttura portante della città di Bologna e la sua architettura ne è l’espressione più concreta e tangibile; un patrimonio monumentale di eccezionale valore che ne ha condizionato profondamente tanto l’immagine storica quanto la percezione contemporanea. Apparso per la prima volta durante l’Alto Medioevo come un vero e proprio abuso edilizio ai danni della comunità e riconosciuto come una proiezione arbitraria della proprietà privata nello spazio pubblico della strada, il portico bolognese trovò una sorprendente rivincita alla fine del XIII secolo, quando venne così apprezzato per le sue qualità utilitarie e formali che gli statuti cittadini lo resero obbligatorio, a partire dal 1288, per qualsiasi nuova costruzione. Da allora in avanti queste strutture si diffusero in modo capillare lungo il tracciato delle nuove strade, rendendo inconfondibile l’immagine di Bologna nei secoli successivi. Si tratta di oltre 42 chilometri di portici (più di 60, se includiamo anche gli ampliamenti novecenteschi), che sono stati inseriti nella World Heritage List di UNESCO il 28 luglio 2021 in virtù del valore universale che essi hanno saputo esprimere e conservare nel tempo per l’intera civiltà urbana. Questo libro proietta il lettore nel labirinto delle vie coperte bolognesi, fornendo il filo di Arianna per non smarrirsi e imparare a orientarsi in un paesaggio urbano storico unico nel suo genere, grazie a una guida critica e a un atlante storico-topografico dei portici più rappresentativi.
2021
176
9788869237478
Francesco Ceccarelli; Daniele Pascale Guidotti Magnani
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