Il concetto di competenze e di competenze professionali si è evoluto nel corso degli anni per includere, via via, livelli di complessità sempre maggiori, al di là del piano della prestazione che ne rappresenta un ele-mento imprescindibile, ma non esaustivo. Quando si pensa alle competenze relative alle professioni, si rischia di pensarle come un insieme svincolato dalle differenze identitarie e isola-to dalle influenze sociali e culturali dei contesti di riferimento. Al contrario, le competenze, che si compongono di un intreccio inestricabile di saperi specialistici e trasversali, possono incorporare i sistemi di aspettative che si attribuiscono ai ruoli maschili e femminili e non solo. Spencer e Spencer (1993) hanno utilizzato la me-tafora dell’iceberg per descrivere il complicato rapporto fra conoscenze e abilità, che ne rappresentano la parte emersa, e competenze trasversa-li, tacite, incluse le caratteristiche personali, che costituiscono il som-merso. La metafora dell’iceberg è calzante e suggestiva, poiché sottolinea, da un lato, la sproporzione fra le competenze lavorative manifeste e le componenti interne, legate al saper essere, oltre che alle dimensioni metacognitive; dall’altro perché evidenzia il carattere sommerso o na-scosto delle seconde, più difficili da rendere esplicite e valutabili. È proprio all’interno di questa ampia gamma di competenze trasversali strategiche e sommerse che si inseriscono i meccanismi più o meno impliciti che differenziano, nei ruoli professionali, aspettative e standard fra maschile e femminile e che determinano i noti meccanismi di segregazione nei ruoli e nelle carriere di donne e uomini.
Elena Luppi (2021). Competenze professionali e stereotipi di genere. MIlano : Franco Angeli.
Competenze professionali e stereotipi di genere
Elena Luppi
2021
Abstract
Il concetto di competenze e di competenze professionali si è evoluto nel corso degli anni per includere, via via, livelli di complessità sempre maggiori, al di là del piano della prestazione che ne rappresenta un ele-mento imprescindibile, ma non esaustivo. Quando si pensa alle competenze relative alle professioni, si rischia di pensarle come un insieme svincolato dalle differenze identitarie e isola-to dalle influenze sociali e culturali dei contesti di riferimento. Al contrario, le competenze, che si compongono di un intreccio inestricabile di saperi specialistici e trasversali, possono incorporare i sistemi di aspettative che si attribuiscono ai ruoli maschili e femminili e non solo. Spencer e Spencer (1993) hanno utilizzato la me-tafora dell’iceberg per descrivere il complicato rapporto fra conoscenze e abilità, che ne rappresentano la parte emersa, e competenze trasversa-li, tacite, incluse le caratteristiche personali, che costituiscono il som-merso. La metafora dell’iceberg è calzante e suggestiva, poiché sottolinea, da un lato, la sproporzione fra le competenze lavorative manifeste e le componenti interne, legate al saper essere, oltre che alle dimensioni metacognitive; dall’altro perché evidenzia il carattere sommerso o na-scosto delle seconde, più difficili da rendere esplicite e valutabili. È proprio all’interno di questa ampia gamma di competenze trasversali strategiche e sommerse che si inseriscono i meccanismi più o meno impliciti che differenziano, nei ruoli professionali, aspettative e standard fra maschile e femminile e che determinano i noti meccanismi di segregazione nei ruoli e nelle carriere di donne e uomini.File | Dimensione | Formato | |
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