Nell’ultimo capitolo del saggio La letteratura postcoloniale. Dall’Impero alla World Literature (Carocci, 2013), Silvia Albertazzi ribadiva la necessità di superare il concetto di “letteratura postcoloniale” per arrivare a definire “una letteratura senza frontiere, che contamina stili, generi e tematiche, in cui si attua uno scambio fecondo tra periferia e centro, in un contagio positivo senza soluzione di continuità”. Questo volume, che nasce dal lavoro congiunto dei membri del CLOPEx (Centro studi sulle letterature omeoglotte dei paesi extraeuropei) dell’Università di Bologna, si propone di identificare la World Literature, esaminando le varie accezioni attribuite al termine nel corso del tempo e alle varie latitudini, le prese di posizione di studiosi e critici, nel passato e nel presente, i suoi rapporti con la globalizzazione, la storia, la memoria, l’oralità e le voci indigene, la traduzione, il mercato editoriale. Si articola in sette brevi capitoli e una introduzione: Introduzione metodologico/teorica 1) World Literature come super-canone/Letterature dal mondo 2) WL, etica e globalizzazione 3) World Poetry 4) WL, trauma, storia, memoria 5) World Literature e Sud Globale. Una questione aperta 6) Le riscritture globali 7) Transmedialità e WL A una puntuale introduzione metodologica sullo stato dell’arte, ad opera di Silvia Albertazzi, farà seguito un primo capitolo, sempre a mia firma, sulla World Literature intesa come “canone dei canoni”, ovvero scelta delle opere migliori da tutto il mondo. Si affrontano di conseguenza in questo capitolo anche problemi di canonizzazione e politiche traduttive/editoriali. Elena Lamberti indaga la WL rispetto alle grandi sfide del contemporaneo, che sono prima di tutto sociali e, poi, anche letterarie: neocolonialismi, omologazione culturale, migrazioni (forzate o meno), accessibilità alle risorse, sostenibilità (non solo ambientale), controllo e vulnerabilità, diversità, nuove identità transumane o postumane. Francesco Benozzo si concentra sulla poesia: rilevando come tutti gli studiosi di WL abbiano lavorato essenzialmente sul romanzo, Benozzo identifica le caratteristiche di una possibile World Poetry. Edoardo Balletta si occupa del rapporto della World Literature con i Sud del mondo, fino al rinvenimento di un ipotetico rinvenimento di un “Sud globale”. Maria Chiara Gnocchi si dedica alle riscritture "globali", che inneggiano ad un'infinita pratica di riscrittura, che non è più solo quella "uno contro uno" tra autori postcoloniali e capolavori del canone occidentali, segno di una nuova fase della letteratura che è diventata mondiale e che nasce in un momento storico che ha superato decolonizzazione e postcolonialismo. Francesco Vitucci, infine, offre un particolarissimo case study di transmedialità giapponese.

Introduzione alla World Literature. Percorsi e prospettive

Silvia Albertazzi
2021

Abstract

Nell’ultimo capitolo del saggio La letteratura postcoloniale. Dall’Impero alla World Literature (Carocci, 2013), Silvia Albertazzi ribadiva la necessità di superare il concetto di “letteratura postcoloniale” per arrivare a definire “una letteratura senza frontiere, che contamina stili, generi e tematiche, in cui si attua uno scambio fecondo tra periferia e centro, in un contagio positivo senza soluzione di continuità”. Questo volume, che nasce dal lavoro congiunto dei membri del CLOPEx (Centro studi sulle letterature omeoglotte dei paesi extraeuropei) dell’Università di Bologna, si propone di identificare la World Literature, esaminando le varie accezioni attribuite al termine nel corso del tempo e alle varie latitudini, le prese di posizione di studiosi e critici, nel passato e nel presente, i suoi rapporti con la globalizzazione, la storia, la memoria, l’oralità e le voci indigene, la traduzione, il mercato editoriale. Si articola in sette brevi capitoli e una introduzione: Introduzione metodologico/teorica 1) World Literature come super-canone/Letterature dal mondo 2) WL, etica e globalizzazione 3) World Poetry 4) WL, trauma, storia, memoria 5) World Literature e Sud Globale. Una questione aperta 6) Le riscritture globali 7) Transmedialità e WL A una puntuale introduzione metodologica sullo stato dell’arte, ad opera di Silvia Albertazzi, farà seguito un primo capitolo, sempre a mia firma, sulla World Literature intesa come “canone dei canoni”, ovvero scelta delle opere migliori da tutto il mondo. Si affrontano di conseguenza in questo capitolo anche problemi di canonizzazione e politiche traduttive/editoriali. Elena Lamberti indaga la WL rispetto alle grandi sfide del contemporaneo, che sono prima di tutto sociali e, poi, anche letterarie: neocolonialismi, omologazione culturale, migrazioni (forzate o meno), accessibilità alle risorse, sostenibilità (non solo ambientale), controllo e vulnerabilità, diversità, nuove identità transumane o postumane. Francesco Benozzo si concentra sulla poesia: rilevando come tutti gli studiosi di WL abbiano lavorato essenzialmente sul romanzo, Benozzo identifica le caratteristiche di una possibile World Poetry. Edoardo Balletta si occupa del rapporto della World Literature con i Sud del mondo, fino al rinvenimento di un ipotetico rinvenimento di un “Sud globale”. Maria Chiara Gnocchi si dedica alle riscritture "globali", che inneggiano ad un'infinita pratica di riscrittura, che non è più solo quella "uno contro uno" tra autori postcoloniali e capolavori del canone occidentali, segno di una nuova fase della letteratura che è diventata mondiale e che nasce in un momento storico che ha superato decolonizzazione e postcolonialismo. Francesco Vitucci, infine, offre un particolarissimo case study di transmedialità giapponese.
2021
140
9788829011735
Silvia Albertazzi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/837657
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