Sicilia, la più estesa fra le isole del Mar Mediterraneo, da sempre terra di grande fascino per i suoi paesaggi e le sue architetture meravigliose, tra le mete privilegiate dai viaggiatori del Grand Tour, già a partire dal Settecento. Continente di molteplici civiltà e costumi, passaggio obbligato per comprendere le nostre radici e le nostre prospettive di nazione del Mediterraneo. I suoi mari e le sue coste hanno sempre rappresentato allo stesso tempo partenza ed arrivo, destino e fatalità, inizio e termine per naviganti e migranti. I suoi fari, tra i più numerosi e straordinari, appartengono ad un variegato patrimonio di segnalamenti sotto il Comando della Zona Fari della Sicilia. Torri, bastioni, castelli, tonnare e poi isole, isolotti, scogli, rocce, porti e spiagge: queste le architetture ed i paesaggi che ospitano i fari siciliani. A loro è affidata la sicurezza di due mari, lo Ionio ed il Tirreno, che si incontrano lungo lo Stretto di Messina e a loro spetta il compito di vigilare sulle rotte che ne percorrono le coste, gli arcipelaghi e le numerose isole. Questo quarto (e ultimo?) volume, secondo le previsioni editoriali conclude la prima ed unica collana dedicata ai fari italiani; guardando indietro e alle innumerevoli iniziative che sono state avviate per promuovere e testimoniare dell’importanza di questi beni dello Stato, siamo ancora più convinti della necessità di dover approfondire le ricerche e gli studi affinché si possa arrivare a mettere in sicurezza questo patrimonio. Tra i circa 200 fari principali italiani, la Sicilia, con il suo universo di culture legate al mare ne rappresenta molti, più di un quarto; numerosi quelli che presentano singolarità ed unicità ma che per i loro caratteri di presidi di terra in luoghi ove la natura scrive le proprie leggi con decisione diventano facile preda dei venti, del mare e dell’incuria. Percorrendo le coste siciliane si rimane senza fiato potendone apprezzare solo in parte i loro caratteri, talvolta frastagliate, incerte, con ampie e frequenti insenature (lungo la costa tirrenica) piuttosto che basse e sabbiose (lungo la costa occidentale). A lettore (e al viaggiatore) si offre un itinerario, un viaggio e un sogno lungo e discontinuo per la necessità di voler incontrare anche quelli più isolati, che abitano isole di poche persone ma di molteplici accadimenti; non solo un itinerario a tema ma una navigazione alla luce della storia di quest’isola alla quale ognuno di noi deve una parte della propria identità e cultura. L’architettura dei fari siciliani diventa il “cavallo di troia” per introdurre ed introdursi nelle origini della civiltà europea contemporanea ed intravedere gli uomini, le azioni e le costruzioni che sono divenute oggi il Mediterraneo, terre e mare, vuoto e pieni per la vita dei nostri popoli.

C Bartolomei, G. Amoruso (2009). L’architettura dei fari italiani. Sicilia.. FIRENZE : alinea editrice.

L’architettura dei fari italiani. Sicilia.

BARTOLOMEI, CRISTIANA;
2009

Abstract

Sicilia, la più estesa fra le isole del Mar Mediterraneo, da sempre terra di grande fascino per i suoi paesaggi e le sue architetture meravigliose, tra le mete privilegiate dai viaggiatori del Grand Tour, già a partire dal Settecento. Continente di molteplici civiltà e costumi, passaggio obbligato per comprendere le nostre radici e le nostre prospettive di nazione del Mediterraneo. I suoi mari e le sue coste hanno sempre rappresentato allo stesso tempo partenza ed arrivo, destino e fatalità, inizio e termine per naviganti e migranti. I suoi fari, tra i più numerosi e straordinari, appartengono ad un variegato patrimonio di segnalamenti sotto il Comando della Zona Fari della Sicilia. Torri, bastioni, castelli, tonnare e poi isole, isolotti, scogli, rocce, porti e spiagge: queste le architetture ed i paesaggi che ospitano i fari siciliani. A loro è affidata la sicurezza di due mari, lo Ionio ed il Tirreno, che si incontrano lungo lo Stretto di Messina e a loro spetta il compito di vigilare sulle rotte che ne percorrono le coste, gli arcipelaghi e le numerose isole. Questo quarto (e ultimo?) volume, secondo le previsioni editoriali conclude la prima ed unica collana dedicata ai fari italiani; guardando indietro e alle innumerevoli iniziative che sono state avviate per promuovere e testimoniare dell’importanza di questi beni dello Stato, siamo ancora più convinti della necessità di dover approfondire le ricerche e gli studi affinché si possa arrivare a mettere in sicurezza questo patrimonio. Tra i circa 200 fari principali italiani, la Sicilia, con il suo universo di culture legate al mare ne rappresenta molti, più di un quarto; numerosi quelli che presentano singolarità ed unicità ma che per i loro caratteri di presidi di terra in luoghi ove la natura scrive le proprie leggi con decisione diventano facile preda dei venti, del mare e dell’incuria. Percorrendo le coste siciliane si rimane senza fiato potendone apprezzare solo in parte i loro caratteri, talvolta frastagliate, incerte, con ampie e frequenti insenature (lungo la costa tirrenica) piuttosto che basse e sabbiose (lungo la costa occidentale). A lettore (e al viaggiatore) si offre un itinerario, un viaggio e un sogno lungo e discontinuo per la necessità di voler incontrare anche quelli più isolati, che abitano isole di poche persone ma di molteplici accadimenti; non solo un itinerario a tema ma una navigazione alla luce della storia di quest’isola alla quale ognuno di noi deve una parte della propria identità e cultura. L’architettura dei fari siciliani diventa il “cavallo di troia” per introdurre ed introdursi nelle origini della civiltà europea contemporanea ed intravedere gli uomini, le azioni e le costruzioni che sono divenute oggi il Mediterraneo, terre e mare, vuoto e pieni per la vita dei nostri popoli.
2009
256
9788860554406
C Bartolomei, G. Amoruso (2009). L’architettura dei fari italiani. Sicilia.. FIRENZE : alinea editrice.
C Bartolomei; G. Amoruso
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