Il saggio intende analizzare la figura di Adone nel poema mitologico del Marino quale prodotto di numerose stratificazioni letterarie e culturali derivanti da una raffinata opera di assemblaggio e riscrittura. Nella costituzione dell’ambiguo protagonista efebico dell’Adone, Marino si avvale di numerose tessere prelevate dalla tradizione letteraria greco-latina (Teocrito, Bione di Smirne, Nonno di Panopoli, ovviamente Ovidio) e italiana (Luigi Alamanni, Lodovico Dolce, Giovanni Tarcagnota, Girolamo Parabosco), alle quali si sovrappongono anche reminiscenze bibliche (con richiami, per esempio, al Giuseppe e all’Assalonne del Vecchio Testamento). La voluta indeterminatezza dell’identità sessuale di Adone, che lo rende un soggetto fragile e passivo, dipende certamente da un’operazione di femminilizzazione del personaggio. Marino crea tuttavia un’androginia complessa, una nuova unità da inquadrare all’interno di una figura ellittica, in cui i due fuochi sui quali si muove Adone sono costituiti dal femminino (in prevalenza) e dalla virilità. Debolezza, passività e femminilità sono caratteristiche evidenti in Adone, ma le componenti virili restano presenti: l’avvenente figlio di Mirra è intrepido nella caccia, riluttante alle seduzioni di Falsirena e, soprattutto, destinatario privilegiato dei segreti dell’eros di Venere. Tale prospettiva bifocale permette così di ricondurre le situazioni attinenti al genere sessuale di Adone a un’unità composita e di interpretare il microcosmo del poema alla luce delle opposizioni binarie di uno spazio moralizzato, tanto al livello delle macrostrutture narrative e della sintassi testuale, quanto nelle modalità di riscrittura e riuso della tradizione.
Fabio Giunta (2021). Marino e l’ambigua fragilità di Adone. Canterano : Aracne.
Marino e l’ambigua fragilità di Adone
Fabio Giunta
2021
Abstract
Il saggio intende analizzare la figura di Adone nel poema mitologico del Marino quale prodotto di numerose stratificazioni letterarie e culturali derivanti da una raffinata opera di assemblaggio e riscrittura. Nella costituzione dell’ambiguo protagonista efebico dell’Adone, Marino si avvale di numerose tessere prelevate dalla tradizione letteraria greco-latina (Teocrito, Bione di Smirne, Nonno di Panopoli, ovviamente Ovidio) e italiana (Luigi Alamanni, Lodovico Dolce, Giovanni Tarcagnota, Girolamo Parabosco), alle quali si sovrappongono anche reminiscenze bibliche (con richiami, per esempio, al Giuseppe e all’Assalonne del Vecchio Testamento). La voluta indeterminatezza dell’identità sessuale di Adone, che lo rende un soggetto fragile e passivo, dipende certamente da un’operazione di femminilizzazione del personaggio. Marino crea tuttavia un’androginia complessa, una nuova unità da inquadrare all’interno di una figura ellittica, in cui i due fuochi sui quali si muove Adone sono costituiti dal femminino (in prevalenza) e dalla virilità. Debolezza, passività e femminilità sono caratteristiche evidenti in Adone, ma le componenti virili restano presenti: l’avvenente figlio di Mirra è intrepido nella caccia, riluttante alle seduzioni di Falsirena e, soprattutto, destinatario privilegiato dei segreti dell’eros di Venere. Tale prospettiva bifocale permette così di ricondurre le situazioni attinenti al genere sessuale di Adone a un’unità composita e di interpretare il microcosmo del poema alla luce delle opposizioni binarie di uno spazio moralizzato, tanto al livello delle macrostrutture narrative e della sintassi testuale, quanto nelle modalità di riscrittura e riuso della tradizione.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Marino e l'ambigua fragilità di Adone.pdf
accesso riservato
Descrizione: Capitolo
Tipo:
Versione (PDF) editoriale
Licenza:
Licenza per accesso riservato
Dimensione
4.67 MB
Formato
Adobe PDF
|
4.67 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri Contatta l'autore |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.