Nel panorama energetico attuale, l’elevata volatilità e gli alti prezzi del greggio rendono quanto mai strategico il ruolo dell’industria petrolifera italiana. Sebbene le risorse nazionali di idrocarburi contribuiscano in misura limitata al fabbisogno energetico del Paese, la loro valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo prioritario della politica energetica italiana, poiché consentirebbe di coniugare la sicurezza degli approvvigionamenti con l’occupazione e lo sviluppo locale, oltre a costituire un’opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. In questo contesto ci si auspica che il Governo possa promuovere con decisione interventi strutturali volti alla valorizzazione delle risorse e delle riserve nazionali di idrocarburi. I dati statistici relativi all’andamento delle attività petrolifere nazionali nel corso degli ultimi anni (intensità delle ricerche e degli investimenti nell’esplorazione, produzione nazionale di idrocarburi, consistenza delle riserve, etc.) indicano un preoccupante stato di sofferenza di un settore industriale che nel passato, anche in occasione di alcune crisi petrolifere, è stato in grado di contribuire non marginalmente al fabbisogno energetico nazionale e, quindi, allo sviluppo economico ed industriale del Paese. In Italia le riserve recuperabili di idrocarburi (a terra e a mare) ammontano a circa 1,8 miliardi di barili di olio equivalente (boe). Alcune valutazioni recenti stimano che l’Italia, pur essendo un paese maturo per quanto riguarda la ricerca di idrocarburi, sia dotata di un potenziale residuo (cioè di giacimenti ancora da scoprire) valutabile da un minimo di 1,2 miliardi di boe ad un massimo di quasi 2 miliardi di boe. In considerazione della sua dipendenza energetica, l’Italia non può permettersi di trascurare l’utilizzo delle risorse nazionali. Ciò è tanto più vero in un mercato caratterizzato da elevati prezzi del greggio, che favorisce l’innalzamento del livello dei costi utilizzati dalle compagnie petrolifere come riferimento per la valutazione della redditività dei progetti di ricerca e sviluppo e, quindi, degli investimenti nel settore dell’upstream. Ciononostante, la ripresa degli investimenti in Italia sarà possibile solo a condizione che il quadro autorizzativo sia improntato a chiarezza e semplicità. Infatti, le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi trovano ostacoli sia negli iter autorizzativi, non compatibili con le certezze di cui gli operatori necessitano in tempi ragionevoli, sia nelle opposizioni a livello locale, come dimostrano alcune vicende relative a diversi giacimenti nazionali, sia al Sud, sia al Nord. Molto spesso, la mancanza di certezza su tempi e costi non consente alle compagnie di rispettare i programmi degli investimenti previsti o, ben peggio, di ottenere il ritorno degli ingenti capitali di rischio investiti nella ricerca mineraria, con effetti negativi sui futuri investimenti nel settore. A conferma di ciò, si ricorda che negli ultimi anni alcune importanti compagnie petrolifere straniere hanno deciso di abbandonare le attività in Italia, per trasferire i propri investimenti in paesi a minor rischio. Questo articolo si propone di delineare una panoramica delle potenzialità produttive e di sviluppo delle risorse di idrocarburi del nostro Mezzogiorno, con riferimento alle stime delle riserve dei giacimenti a terra e a mare, sottolineando il ruolo decisivo che l’innovazione tecnologica potrà giocare sugli attuali giacimenti in produzione, sull’esplorazione di nuove aree e sulle problematiche ambientali connesse alle attività estrattive.

P. Macini, E. Mesini (2009). Risorse di idrocarburi e mezzogiorno. BOLOGNA : Il Mulino.

Risorse di idrocarburi e mezzogiorno

MACINI, PAOLO;MESINI, EZIO
2009

Abstract

Nel panorama energetico attuale, l’elevata volatilità e gli alti prezzi del greggio rendono quanto mai strategico il ruolo dell’industria petrolifera italiana. Sebbene le risorse nazionali di idrocarburi contribuiscano in misura limitata al fabbisogno energetico del Paese, la loro valorizzazione dovrebbe essere un obiettivo prioritario della politica energetica italiana, poiché consentirebbe di coniugare la sicurezza degli approvvigionamenti con l’occupazione e lo sviluppo locale, oltre a costituire un’opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. In questo contesto ci si auspica che il Governo possa promuovere con decisione interventi strutturali volti alla valorizzazione delle risorse e delle riserve nazionali di idrocarburi. I dati statistici relativi all’andamento delle attività petrolifere nazionali nel corso degli ultimi anni (intensità delle ricerche e degli investimenti nell’esplorazione, produzione nazionale di idrocarburi, consistenza delle riserve, etc.) indicano un preoccupante stato di sofferenza di un settore industriale che nel passato, anche in occasione di alcune crisi petrolifere, è stato in grado di contribuire non marginalmente al fabbisogno energetico nazionale e, quindi, allo sviluppo economico ed industriale del Paese. In Italia le riserve recuperabili di idrocarburi (a terra e a mare) ammontano a circa 1,8 miliardi di barili di olio equivalente (boe). Alcune valutazioni recenti stimano che l’Italia, pur essendo un paese maturo per quanto riguarda la ricerca di idrocarburi, sia dotata di un potenziale residuo (cioè di giacimenti ancora da scoprire) valutabile da un minimo di 1,2 miliardi di boe ad un massimo di quasi 2 miliardi di boe. In considerazione della sua dipendenza energetica, l’Italia non può permettersi di trascurare l’utilizzo delle risorse nazionali. Ciò è tanto più vero in un mercato caratterizzato da elevati prezzi del greggio, che favorisce l’innalzamento del livello dei costi utilizzati dalle compagnie petrolifere come riferimento per la valutazione della redditività dei progetti di ricerca e sviluppo e, quindi, degli investimenti nel settore dell’upstream. Ciononostante, la ripresa degli investimenti in Italia sarà possibile solo a condizione che il quadro autorizzativo sia improntato a chiarezza e semplicità. Infatti, le attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi trovano ostacoli sia negli iter autorizzativi, non compatibili con le certezze di cui gli operatori necessitano in tempi ragionevoli, sia nelle opposizioni a livello locale, come dimostrano alcune vicende relative a diversi giacimenti nazionali, sia al Sud, sia al Nord. Molto spesso, la mancanza di certezza su tempi e costi non consente alle compagnie di rispettare i programmi degli investimenti previsti o, ben peggio, di ottenere il ritorno degli ingenti capitali di rischio investiti nella ricerca mineraria, con effetti negativi sui futuri investimenti nel settore. A conferma di ciò, si ricorda che negli ultimi anni alcune importanti compagnie petrolifere straniere hanno deciso di abbandonare le attività in Italia, per trasferire i propri investimenti in paesi a minor rischio. Questo articolo si propone di delineare una panoramica delle potenzialità produttive e di sviluppo delle risorse di idrocarburi del nostro Mezzogiorno, con riferimento alle stime delle riserve dei giacimenti a terra e a mare, sottolineando il ruolo decisivo che l’innovazione tecnologica potrà giocare sugli attuali giacimenti in produzione, sull’esplorazione di nuove aree e sulle problematiche ambientali connesse alle attività estrattive.
2009
Energia e Mezzogiorno
119
144
P. Macini, E. Mesini (2009). Risorse di idrocarburi e mezzogiorno. BOLOGNA : Il Mulino.
P. Macini; E. Mesini
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