Ogni forma di trascrizione di una fonte primaria è un intervento interpretativo ai diversi livelli della rappresentazione dei segni veicolati dal supporto. Segni che identificano il manoscritto in quanto documento che trasmette informazioni anche nella sua dimensione materiale, cioè in qualità di supporto fisico di conservazione. È lecito affermare che la trascrizione (sia essa delegata o meno al calcolatore) è una riproduzione dei fenomeni trasmessi da uno specifico esemplare di una tradizione testuale. Potremmo convenzionalmente identificare tre forme o tre livelli del processo editoriale, cioè tre livelli di trascrizione: - diplomatica, che rispetta integralmente la fonte così come è stata tràdita; - semi-diplomatica (detta anche interpretativa), che prevede un primo intervento dell’editore in fase di normalizzazione del testo secondo l’uso coevo; - critica, che richiede l’intervento, appunto critico, dell’editore per correzioni e congetture. Ovviamente ogni livello dipenderà non solo dal tipo di fonte (la natura del supporto) ma anche dagli obiettivi dell’analisi (riproduzione, normalizzazione secondo convenzioni, intervento critico). Questi tre livelli si intersecano con tre modalità di intervento: una che potremmo definire rappresentazionale (riproduzione del fenomeno); un’altra che potremmo definire descrittiva (segnalazione descrittiva del fenomeno); un’altra che potremmo definire interpretativa (intervento ermeneutico sopratestuale). Con il metalinguaggio XML (Extensible Markup Language), assieme al vocabolario messo a disposizione dalla TEI (Text Encoding Initiative), è possibile rispettare integralmente il sistema testo originale e delegare ad altri linguaggi il compito della gestione del layout per la presentazione dei diversi livelli della trascrizione (diplomatica, semi-diplomatica e critica). Si riserva in questo modo alla notazione metalinguistica il compito della risoluzione dei fenomeni editoriali, coniugando quindi intervento rappresentazionale (a livello di segnalazione) e intervento interpretativo. Al fine di esemplificare il modello di codifica XML/TEI vengono proposte alcune soluzioni adottate per l’edizione digitale della collezione di lettere di Vespasiano da Bisticci. Diventa possibile con una trascrizione annotata XML/TEI non intervenire con normalizzazioni se non all'interno dei marcatori. Vale a dire che è possibile rispettare tutti i tratti dei documenti originali, provvedendo alla modernizzazione all'interno del markup. Il risultato del testo stabilito è l'associazione al file XML di diversi fogli di stile che consentono di dar vita a diverse letture del documento originale. Si documenta così la storia del testo, le sue redazioni, le forme di trasmissione, per valorizzare la dimensione storica della fonte.

F. Tomasi (2008). Tra rappresentazione e interpretazione dei segni dei manoscritti: il sistema di annotazione XML/TEI. FIRENZE : Casalini Libri.

Tra rappresentazione e interpretazione dei segni dei manoscritti: il sistema di annotazione XML/TEI

TOMASI, FRANCESCA
2008

Abstract

Ogni forma di trascrizione di una fonte primaria è un intervento interpretativo ai diversi livelli della rappresentazione dei segni veicolati dal supporto. Segni che identificano il manoscritto in quanto documento che trasmette informazioni anche nella sua dimensione materiale, cioè in qualità di supporto fisico di conservazione. È lecito affermare che la trascrizione (sia essa delegata o meno al calcolatore) è una riproduzione dei fenomeni trasmessi da uno specifico esemplare di una tradizione testuale. Potremmo convenzionalmente identificare tre forme o tre livelli del processo editoriale, cioè tre livelli di trascrizione: - diplomatica, che rispetta integralmente la fonte così come è stata tràdita; - semi-diplomatica (detta anche interpretativa), che prevede un primo intervento dell’editore in fase di normalizzazione del testo secondo l’uso coevo; - critica, che richiede l’intervento, appunto critico, dell’editore per correzioni e congetture. Ovviamente ogni livello dipenderà non solo dal tipo di fonte (la natura del supporto) ma anche dagli obiettivi dell’analisi (riproduzione, normalizzazione secondo convenzioni, intervento critico). Questi tre livelli si intersecano con tre modalità di intervento: una che potremmo definire rappresentazionale (riproduzione del fenomeno); un’altra che potremmo definire descrittiva (segnalazione descrittiva del fenomeno); un’altra che potremmo definire interpretativa (intervento ermeneutico sopratestuale). Con il metalinguaggio XML (Extensible Markup Language), assieme al vocabolario messo a disposizione dalla TEI (Text Encoding Initiative), è possibile rispettare integralmente il sistema testo originale e delegare ad altri linguaggi il compito della gestione del layout per la presentazione dei diversi livelli della trascrizione (diplomatica, semi-diplomatica e critica). Si riserva in questo modo alla notazione metalinguistica il compito della risoluzione dei fenomeni editoriali, coniugando quindi intervento rappresentazionale (a livello di segnalazione) e intervento interpretativo. Al fine di esemplificare il modello di codifica XML/TEI vengono proposte alcune soluzioni adottate per l’edizione digitale della collezione di lettere di Vespasiano da Bisticci. Diventa possibile con una trascrizione annotata XML/TEI non intervenire con normalizzazioni se non all'interno dei marcatori. Vale a dire che è possibile rispettare tutti i tratti dei documenti originali, provvedendo alla modernizzazione all'interno del markup. Il risultato del testo stabilito è l'associazione al file XML di diversi fogli di stile che consentono di dar vita a diverse letture del documento originale. Si documenta così la storia del testo, le sue redazioni, le forme di trasmissione, per valorizzare la dimensione storica della fonte.
2008
Scienze umane e cultura digitale
139
163
F. Tomasi (2008). Tra rappresentazione e interpretazione dei segni dei manoscritti: il sistema di annotazione XML/TEI. FIRENZE : Casalini Libri.
F. Tomasi
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