Questo contributo analizza le tendenze evolutive delle autonomie territoriali in Europa, in una duplice chiave. Da una parte si esamina la relazione che intercorre tra queste e la sovranità generale, tra gli enti autonomi espressione di comunità minori e lo Stato, assumendo però l'idea di Giannini, secondo la quale l’autonomia territoriale è per sua stessa natura autonomia composita, che va ben oltre la sola declinazione «organizzatoria» o strutturale. Si analizzano così a seguire le variabili strutturali e le variabili funzionali, arrivando a identificare la differenziazione come sola vera tendenza qualificante di tutti i sistemi territoriali europei. Parte da qui la seconda prospettiva, che considera la differenziazione sistemica e procedimentale, prestando particolare attenzione alla molteplicità di soluzioni offerte dei livelli intermedi (provinciali o metropolitani, si direbbe in Italia), A seguire si tenta una ricostruzione dei modelli di riferimento, degli archetipi a cui, anche in epoca di differenziazione è possibile riferirsi. L'ultima parte è dedicata alle reazioni dei sistemi territoriali alla prova delle emergenze, in una comparazione tra il neocentralismo seguito alla crisi finanziaria del 2008 e la controversa riscoperta della territorialità nella crisi sanitaria del 2020. Con un commento a tali conflitti il contributo chiude analizzando criticamente sia l'attrazione al centro che le fughe centripete.
Daniele Donati (2020). Architetture e tendenze delle autonomie territoriali in Europa. Milano : CEDAM - Scienze Giuridiche - Wolters Kluwer.
Architetture e tendenze delle autonomie territoriali in Europa
Daniele Donati
2020
Abstract
Questo contributo analizza le tendenze evolutive delle autonomie territoriali in Europa, in una duplice chiave. Da una parte si esamina la relazione che intercorre tra queste e la sovranità generale, tra gli enti autonomi espressione di comunità minori e lo Stato, assumendo però l'idea di Giannini, secondo la quale l’autonomia territoriale è per sua stessa natura autonomia composita, che va ben oltre la sola declinazione «organizzatoria» o strutturale. Si analizzano così a seguire le variabili strutturali e le variabili funzionali, arrivando a identificare la differenziazione come sola vera tendenza qualificante di tutti i sistemi territoriali europei. Parte da qui la seconda prospettiva, che considera la differenziazione sistemica e procedimentale, prestando particolare attenzione alla molteplicità di soluzioni offerte dei livelli intermedi (provinciali o metropolitani, si direbbe in Italia), A seguire si tenta una ricostruzione dei modelli di riferimento, degli archetipi a cui, anche in epoca di differenziazione è possibile riferirsi. L'ultima parte è dedicata alle reazioni dei sistemi territoriali alla prova delle emergenze, in una comparazione tra il neocentralismo seguito alla crisi finanziaria del 2008 e la controversa riscoperta della territorialità nella crisi sanitaria del 2020. Con un commento a tali conflitti il contributo chiude analizzando criticamente sia l'attrazione al centro che le fughe centripete.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.