Il capitolo si sviluppa lungo un percorso teorico-metodologico che si articola in cinque tappe. Il prossimo paragrafo è dedicato ad illustrare la definizione di ente del terzo settore introdotta dalla Riforma. La quale apporta nel nostro ordinamento giuridico una discontinuità rilevante rispetto alla tradizionale modalità di regolazione dei soggetti organizzati della società civile, tipica degli ordinamenti di “diritto romano”. L’innovazione consiste nel passaggio da una regolamentazione basata sulle forme giuridiche (e/o tipologie organizzative: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, ecc.) ad una basata sulle “attività”, scopi, finalità (civiche, solidaristiche e di utilità sociale), tipica degli ordinamenti di “common law” (Bassi 2020). Il terzo paragrafo propone una lettura dell’articolato normativo concernente l’attivazione del Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS), volta a mettere in luce gli elementi costitutivi e qualificanti degli enti che potranno iscriversi in una delle 7 sezioni in cui è strutturato. Viene presentato inoltre un framework di analisi che consente di avanzare una prima ipotesi previsionale per individuare quante e quali delle 359.574 organizzazioni attive nel 2018 secondo l’Istat (Istat 2020) opteranno per l’iscrizione al Runts e pertanto acquisiranno lo status di ente del terzo settore. Nel quarto paragrafo viene svolto un primo esercizio di “proiezione” dei dati disponibili riferiti al 2018 dei registri Odv, Aps, Coop. Sociali, Onlus, Imprese sociali; ovvero degli archivi che trasmigreranno d'ufficio nel RUNTS. Di queste unità vengono riportate le principali variabili di struttura: forma giuridica, localizzazione geografica, settore di attività, classi di fatturato (dichiarazioni IVA), classi di dipendenti. Il quinto paragrafo presenta una prima stima delle organizzazioni presenti nei dati Istat sulle Istituzioni Nonprofit che dovrebbero rimanere escluse dall’ambito applicativo della Riforma (associazioni sportive, fondazioni bancarie, partiti, sindacati, associazioni di categoria, associazioni che non aderiscono ad organizzazioni nazionali, ecc.). Il capitolo si conclude con alcune riflessioni finali che ripercorrono e portano a sintesi l’argomentazione svolta nei paragrafi precedenti.

Quanti (e quali) sono gli ETS in Italia? Alcune riflessioni e proiezioni a partire dalle rilevazioni Istat sulle Istituzioni NonProfit.

Bassi A.
Primo
;
2021

Abstract

Il capitolo si sviluppa lungo un percorso teorico-metodologico che si articola in cinque tappe. Il prossimo paragrafo è dedicato ad illustrare la definizione di ente del terzo settore introdotta dalla Riforma. La quale apporta nel nostro ordinamento giuridico una discontinuità rilevante rispetto alla tradizionale modalità di regolazione dei soggetti organizzati della società civile, tipica degli ordinamenti di “diritto romano”. L’innovazione consiste nel passaggio da una regolamentazione basata sulle forme giuridiche (e/o tipologie organizzative: organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali, ecc.) ad una basata sulle “attività”, scopi, finalità (civiche, solidaristiche e di utilità sociale), tipica degli ordinamenti di “common law” (Bassi 2020). Il terzo paragrafo propone una lettura dell’articolato normativo concernente l’attivazione del Registro Unico del Terzo Settore (RUNTS), volta a mettere in luce gli elementi costitutivi e qualificanti degli enti che potranno iscriversi in una delle 7 sezioni in cui è strutturato. Viene presentato inoltre un framework di analisi che consente di avanzare una prima ipotesi previsionale per individuare quante e quali delle 359.574 organizzazioni attive nel 2018 secondo l’Istat (Istat 2020) opteranno per l’iscrizione al Runts e pertanto acquisiranno lo status di ente del terzo settore. Nel quarto paragrafo viene svolto un primo esercizio di “proiezione” dei dati disponibili riferiti al 2018 dei registri Odv, Aps, Coop. Sociali, Onlus, Imprese sociali; ovvero degli archivi che trasmigreranno d'ufficio nel RUNTS. Di queste unità vengono riportate le principali variabili di struttura: forma giuridica, localizzazione geografica, settore di attività, classi di fatturato (dichiarazioni IVA), classi di dipendenti. Il quinto paragrafo presenta una prima stima delle organizzazioni presenti nei dati Istat sulle Istituzioni Nonprofit che dovrebbero rimanere escluse dall’ambito applicativo della Riforma (associazioni sportive, fondazioni bancarie, partiti, sindacati, associazioni di categoria, associazioni che non aderiscono ad organizzazioni nazionali, ecc.). Il capitolo si conclude con alcune riflessioni finali che ripercorrono e portano a sintesi l’argomentazione svolta nei paragrafi precedenti.
2021
Riforma in Movimento. Primo Rapporto sullo stato e le prospettive della legislazione sul terzo settore in Italia
119
140
Bassi A. ; Lori M.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/826598
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact