Le “politiche del silenzio” hanno accompagnato la parola sin dalla sua nascita in modi diversi.1 Dalle forme più forti di censura alle strategie meno evidenti di evitamento del detto, il silenzio è spesso portatore di senso più che la parola scritta. Per questo motivo, la sua presenza diventa semanticamente significativa soprattutto nel periodo contemporaneo, caratterizzato da un eccesso di informazione, ma anche da un costruttivismo sempre più marcato. La strategia del dire “x” per non (lasciare) dire “y”2 è senza dubbio la più utilizzata a livello dei media ma anche a livello politico. In particolare le forme di attenuazione del detto, e perciò di eufemizzazione, nel politicamente corretto è ciò che caratterizza da tempo la langue de bois3 dei politici che, seppur criticata proprio dai giornalisti, ha spesso caratterizzato i media stessi, almeno per quello che riguarda la presenza di un détournement del senso. Le evoluzioni recenti della langue de bois in quella che linguisti e politologi definiscono ormai la langue de coton ha finito per sottolineare tale aspetto in base a processi apparentemente nuovi.4 Si assiste sempre più diffusamente ad una costruzione del senso che va dalla retorica internazionale alla stampa e al discorso politico nazionale. Così, ad esempio, la difficoltà a tematizzare esplicitamente la povertà sia a livello internazionale5 che mediatico6 fa emergere delle strategie di messa in silenzio sottili sebbene diversificate. Sulla scia di queste considerazioni, ci siamo preoccupati di analizzare quanto avviene a livello di discorso politico istituzionale in Francia attorno a quello che può essere definito come un vero e proprio dibattito attorno all’Egalité, riferendoci nello specifico all’Egalité entre les hommes et les femmes. Il dibattito parlamentare che precede l’approvazione della legge Vautrin sull’Egalité salariale entre les hommes et les femmes del 2006 ci permetterà di riflettere sulla presenza di strategie di messa in silenzio significative quanto al posizionamento degli attori e alla messa in pratica delle nuove modalità della retorica attuale. Prima però di analizzare nel dettaglio il corpus, è utile fornire alcuni riferimenti utili in relazione al contesto entro il quale il dibattito si inserisce in Francia.
Gianolio Valeria Giulio Panizza Melita Cataldi Mariangela Mosca Cristina Trinchero Riccardo Morello Patricia Kottelat Rachele Raus Marigrazia Margarito Silvia Ulrich Diana Donderi Bruno Donderi.Silvia Gianotti, RAUS R. (2010). Forme del silenzio nel dibattito francese sull'Egalité entre les hommes et les femmes nel 2005. ITA : Tirrenia Stampatori.
Forme del silenzio nel dibattito francese sull'Egalité entre les hommes et les femmes nel 2005
RAUS R.
2010
Abstract
Le “politiche del silenzio” hanno accompagnato la parola sin dalla sua nascita in modi diversi.1 Dalle forme più forti di censura alle strategie meno evidenti di evitamento del detto, il silenzio è spesso portatore di senso più che la parola scritta. Per questo motivo, la sua presenza diventa semanticamente significativa soprattutto nel periodo contemporaneo, caratterizzato da un eccesso di informazione, ma anche da un costruttivismo sempre più marcato. La strategia del dire “x” per non (lasciare) dire “y”2 è senza dubbio la più utilizzata a livello dei media ma anche a livello politico. In particolare le forme di attenuazione del detto, e perciò di eufemizzazione, nel politicamente corretto è ciò che caratterizza da tempo la langue de bois3 dei politici che, seppur criticata proprio dai giornalisti, ha spesso caratterizzato i media stessi, almeno per quello che riguarda la presenza di un détournement del senso. Le evoluzioni recenti della langue de bois in quella che linguisti e politologi definiscono ormai la langue de coton ha finito per sottolineare tale aspetto in base a processi apparentemente nuovi.4 Si assiste sempre più diffusamente ad una costruzione del senso che va dalla retorica internazionale alla stampa e al discorso politico nazionale. Così, ad esempio, la difficoltà a tematizzare esplicitamente la povertà sia a livello internazionale5 che mediatico6 fa emergere delle strategie di messa in silenzio sottili sebbene diversificate. Sulla scia di queste considerazioni, ci siamo preoccupati di analizzare quanto avviene a livello di discorso politico istituzionale in Francia attorno a quello che può essere definito come un vero e proprio dibattito attorno all’Egalité, riferendoci nello specifico all’Egalité entre les hommes et les femmes. Il dibattito parlamentare che precede l’approvazione della legge Vautrin sull’Egalité salariale entre les hommes et les femmes del 2006 ci permetterà di riflettere sulla presenza di strategie di messa in silenzio significative quanto al posizionamento degli attori e alla messa in pratica delle nuove modalità della retorica attuale. Prima però di analizzare nel dettaglio il corpus, è utile fornire alcuni riferimenti utili in relazione al contesto entro il quale il dibattito si inserisce in Francia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


