L’età al matrimonio, la durata della relazione, la partecipazione religiosa, il livello di istruzione, il numero di figli, l’etnia e la pregressa esperienza di convivenze e di separazioni rappresentano ciò che gli studiosi hanno tradizionalmente considerato come le determinanti più rilevanti del divorzio nei Paesi Occidentali (Amato e Rogers 1997).1 Tuttavia, i radicali cambiamenti in atto in queste società, come la cosiddetta “rivoluzione di genere”, hanno posto le coppie davanti a nuove sfide. Per molto tempo si è ritenuto che la specializzazione di genere nell’ambito familiare (l’uomo come unico percettore di reddito e la donna come unica responsabile del lavoro domestico e di cura, il cosiddetto modello dell’uomo breadwinner), fosse in grado di massimizzare il benessere della famiglia e perciò rappresentasse la miglior garanzia alla stabilità della coppia. Una diversa divisione dei ruoli di genere, data da un maggior coinvolgimento della donna nel mercato del lavoro, si riteneva potesse causare conflitti potenzialmente fatali per la relazione. Tuttavia, studi recenti hanno mostrato che la relazione tra la partecipazione della donna al mercato del lavoro e l’instabilità coniugale è ambigua (Cooke et al 2013) e che varia a seconda dei contesti presi in esame. Se è vero che il tasso di divorzio si mantiene basso laddove il modello di uomo breadwinner risulta dominante, che cosa succede in quelle società dove avviene un’erosio- ne o uno smantellamento del modello di specializzazione tradizionale?

Divisione del lavoro nella coppia e divorzio nel contesto internazionale

Daniela Bellani
2021

Abstract

L’età al matrimonio, la durata della relazione, la partecipazione religiosa, il livello di istruzione, il numero di figli, l’etnia e la pregressa esperienza di convivenze e di separazioni rappresentano ciò che gli studiosi hanno tradizionalmente considerato come le determinanti più rilevanti del divorzio nei Paesi Occidentali (Amato e Rogers 1997).1 Tuttavia, i radicali cambiamenti in atto in queste società, come la cosiddetta “rivoluzione di genere”, hanno posto le coppie davanti a nuove sfide. Per molto tempo si è ritenuto che la specializzazione di genere nell’ambito familiare (l’uomo come unico percettore di reddito e la donna come unica responsabile del lavoro domestico e di cura, il cosiddetto modello dell’uomo breadwinner), fosse in grado di massimizzare il benessere della famiglia e perciò rappresentasse la miglior garanzia alla stabilità della coppia. Una diversa divisione dei ruoli di genere, data da un maggior coinvolgimento della donna nel mercato del lavoro, si riteneva potesse causare conflitti potenzialmente fatali per la relazione. Tuttavia, studi recenti hanno mostrato che la relazione tra la partecipazione della donna al mercato del lavoro e l’instabilità coniugale è ambigua (Cooke et al 2013) e che varia a seconda dei contesti presi in esame. Se è vero che il tasso di divorzio si mantiene basso laddove il modello di uomo breadwinner risulta dominante, che cosa succede in quelle società dove avviene un’erosio- ne o uno smantellamento del modello di specializzazione tradizionale?
2021
50 anni dalla legge sul divorzio
49
52
Daniela Bellani
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/822476
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact