Élisée Reclus, geografo di grande successo editoriale, nonostante fosse proscritto dalle università e dalla sua stessa nazione, a lungo dimenticato dopo la sua morte, deve la conservazione della sua memoria a pochi volenterosi fra coloro che lo vedono come un antenato: in particolare gli anarchici e i geografi. I primi lo conoscono soprattutto per la sua biografia eroica e per alcune opere teoriche e divulgative sull’anarchia, ma raramente si interessano alla sua opera scientifica. Le sue stesse posizioni politiche non vengono tenute in grande considerazione da quando, in ambito comunista anarchico, l’armonismo kropotkiniano è stato superato dal volontarismo malatestiano. I secondi lo hanno ignorato per decenni per poi riscoprirlo in ambito francese negli anni ‘70, quando è diventato una specie di “padre spirituale” per le tendenze più “radicali” della disciplina, che però hanno fatto ricorso alla sua autorevolezza senza approfondire più di tanto il lavoro sui suoi testi, cosa che solo negli ultimissimi anni, soprattutto in Francia, si è cominciato a fare. Ancora meno di Reclus sono noti personaggi come Léon Metchnikoff, Charles Perron, o le stesse opere geografiche di Kropotkin, ben conosciuto come militante ma sul quale nessuno ha mai scritto nulla dal punto di vista del geografo. Questo lavoro vuole essere un tentativo, al di fuori del biografismo o dell’agiografia, di inserire Reclus nel contesto culturale dei geografi anarchici, visto a sua volta nell’ambito delle correnti di pensiero che hanno fondato la geografia moderna a partire da personaggi come Humboldt e Ritter, ai quali tuttora ci dobbiamo riferire per rispondere alla domanda fatidica, e niente affatto banale: che cos’è la geografia?

Il mondo senza la mappa. Élisée Reclus e i geografi anarchici

Federico Ferretti
2007

Abstract

Élisée Reclus, geografo di grande successo editoriale, nonostante fosse proscritto dalle università e dalla sua stessa nazione, a lungo dimenticato dopo la sua morte, deve la conservazione della sua memoria a pochi volenterosi fra coloro che lo vedono come un antenato: in particolare gli anarchici e i geografi. I primi lo conoscono soprattutto per la sua biografia eroica e per alcune opere teoriche e divulgative sull’anarchia, ma raramente si interessano alla sua opera scientifica. Le sue stesse posizioni politiche non vengono tenute in grande considerazione da quando, in ambito comunista anarchico, l’armonismo kropotkiniano è stato superato dal volontarismo malatestiano. I secondi lo hanno ignorato per decenni per poi riscoprirlo in ambito francese negli anni ‘70, quando è diventato una specie di “padre spirituale” per le tendenze più “radicali” della disciplina, che però hanno fatto ricorso alla sua autorevolezza senza approfondire più di tanto il lavoro sui suoi testi, cosa che solo negli ultimissimi anni, soprattutto in Francia, si è cominciato a fare. Ancora meno di Reclus sono noti personaggi come Léon Metchnikoff, Charles Perron, o le stesse opere geografiche di Kropotkin, ben conosciuto come militante ma sul quale nessuno ha mai scritto nulla dal punto di vista del geografo. Questo lavoro vuole essere un tentativo, al di fuori del biografismo o dell’agiografia, di inserire Reclus nel contesto culturale dei geografi anarchici, visto a sua volta nell’ambito delle correnti di pensiero che hanno fondato la geografia moderna a partire da personaggi come Humboldt e Ritter, ai quali tuttora ci dobbiamo riferire per rispondere alla domanda fatidica, e niente affatto banale: che cos’è la geografia?
2007
250
978-88-95950-19-8
Federico Ferretti
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