Recensione al volume di P. Rosso, Studio e poteri. Università , istituzioni e cultura a Vercelli fra XIII e XIV secolo, Torino, Silvio Zamorani Editore, 2010, p. 315. Riprendendo gli studi e gli orientamenti comuni ad una buona parte della storiografia accademica della seconda metà del secolo scorso, riguardanti da un lato l’interesse per le prime fasi di attività e di sviluppo dello Studium generale di Vercelli, dall’altro l’origine ecclesiastica o laica dell’Università, il volume di Paolo Rosso ricostruisce l’impianto istituzionale dell’Università vercellese tra il XIII e il XIV secolo, fornendo nuove chiavi di lettura del quadro dei rapporti tra lo Studio e i poteri coinvolti. Il lavoro dell'autore parte innanzitutto dallo spazio e dal ruolo che lo Studium generale occupò all’interno della città, con i contatti costanti e continui con i numerosi centri d’istruzione superiore –le scuole capitolari –, con gli Studia dei conventi degli ordini mendicanti e con le scholae di medicina, diritto, notariato e grammatica, pur preservando la propria autonomia e peculiarità istituzionale.

Recensione al volume di Paolo Rosso, Studio e poteri. Università , istituzioni e cultura a Vercelli fraXIII e XIV secolo, Torino, Silvio Zamorani Editore, 2010, p. 315

B. Borghi
2011

Abstract

Recensione al volume di P. Rosso, Studio e poteri. Università , istituzioni e cultura a Vercelli fra XIII e XIV secolo, Torino, Silvio Zamorani Editore, 2010, p. 315. Riprendendo gli studi e gli orientamenti comuni ad una buona parte della storiografia accademica della seconda metà del secolo scorso, riguardanti da un lato l’interesse per le prime fasi di attività e di sviluppo dello Studium generale di Vercelli, dall’altro l’origine ecclesiastica o laica dell’Università, il volume di Paolo Rosso ricostruisce l’impianto istituzionale dell’Università vercellese tra il XIII e il XIV secolo, fornendo nuove chiavi di lettura del quadro dei rapporti tra lo Studio e i poteri coinvolti. Il lavoro dell'autore parte innanzitutto dallo spazio e dal ruolo che lo Studium generale occupò all’interno della città, con i contatti costanti e continui con i numerosi centri d’istruzione superiore –le scuole capitolari –, con gli Studia dei conventi degli ordini mendicanti e con le scholae di medicina, diritto, notariato e grammatica, pur preservando la propria autonomia e peculiarità istituzionale.
2011
ANNALI DI STORIA DELLE UNIVERSITÀ ITALIANE
409
411
B. Borghi
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