Promossa in occasione delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Raffaello del 2020 e allestita nel 2021 a causa della sopravvenuta emergenza sanitaria, questa mostra si propone di illustrare la figura di Angelo Colocci (1474- 1549), straordinario personaggio finora sconosciuto al grande pubblico, che ebbe rapporti con Raffaello, condividendo con lui idee e interessi. Fino a pochi anni fa Colocci era conosciuto prevalentemente come studioso delle lingue romanze. Nel corso degli anni gli studi ne hanno tuttavia proposto un ritratto molto più articolato e poliedrico, ricostruendo il ruolo che egli dovette avere nel rinnovamento culturale e artistico di Roma. La mostra offre un percorso interpretativo del ruolo svolto a Roma da Angelo Colocci, nel primo trentennio del Cinquecento, quale leader dell’Accademia Romana, alto funzionario della Curia papale, stimato cultore di studi, proprietario di collezioni di antichità e di una famosa biblioteca, punto di riferimento di un cenacolo letterario e scientifico che era solito riunirsi nella sua villa al Pincio. Grazie alla collaborazione con il gruppo dei ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche, la mostra mette anche in campo nuovi strumenti tecnologici, come la ricostruzione 3D della Scuola di Atene di Raffaello, nella quale un ritratto dello stesso Colocci è stato recentemente identificato, per offrire una più agevole comprensione di temi e argomenti complessi veicolati nel dipinto, alla genesi dei quali l’Accademia Romana non fu estranea. La mostra affronta infatti temi non facili come le idee cosmologiche del Cinquecento, la teoria delle proporzioni architettoniche, la dottrina astrologica e la riscoperta dell’Antico che furono al centro degli interessi di Colocci e di Raffaello, sforzandosi di renderli comprensibili ma senza banalizzarne i contenuti. Intento dei curatori, infatti, era battere sentieri difficili, evitando di seguire iniziative espositive motivate più dal marketing e dall’arte della comunicazione che dalla proposta di contenuti nuovi connessi a studi e ricerche. Mostra e catalogo offrono molte novità interpretative su Colocci, il suo rapporto con Raffaello, sul significato della Stanza della Segnatura e sui famosi Horti Colotiani di Roma, fondate su studi e lavori scientifici recenti che in molti casi hanno modificato interpretazioni date per acquisite. La mostra si avvale, inoltre, del sostegno di numerose istituzioni, della collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, del Comitato nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della morte di Raffaello e dei Musei Vaticani, che vivamente si ringraziano: tutti hanno visto con favore la realizzazione del progetto espositivo.
Giorgio Mangani (2021). Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica. Rimini : Maggioli.
Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica
Giorgio Mangani
2021
Abstract
Promossa in occasione delle celebrazioni per il quinto centenario della morte di Raffaello del 2020 e allestita nel 2021 a causa della sopravvenuta emergenza sanitaria, questa mostra si propone di illustrare la figura di Angelo Colocci (1474- 1549), straordinario personaggio finora sconosciuto al grande pubblico, che ebbe rapporti con Raffaello, condividendo con lui idee e interessi. Fino a pochi anni fa Colocci era conosciuto prevalentemente come studioso delle lingue romanze. Nel corso degli anni gli studi ne hanno tuttavia proposto un ritratto molto più articolato e poliedrico, ricostruendo il ruolo che egli dovette avere nel rinnovamento culturale e artistico di Roma. La mostra offre un percorso interpretativo del ruolo svolto a Roma da Angelo Colocci, nel primo trentennio del Cinquecento, quale leader dell’Accademia Romana, alto funzionario della Curia papale, stimato cultore di studi, proprietario di collezioni di antichità e di una famosa biblioteca, punto di riferimento di un cenacolo letterario e scientifico che era solito riunirsi nella sua villa al Pincio. Grazie alla collaborazione con il gruppo dei ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche, la mostra mette anche in campo nuovi strumenti tecnologici, come la ricostruzione 3D della Scuola di Atene di Raffaello, nella quale un ritratto dello stesso Colocci è stato recentemente identificato, per offrire una più agevole comprensione di temi e argomenti complessi veicolati nel dipinto, alla genesi dei quali l’Accademia Romana non fu estranea. La mostra affronta infatti temi non facili come le idee cosmologiche del Cinquecento, la teoria delle proporzioni architettoniche, la dottrina astrologica e la riscoperta dell’Antico che furono al centro degli interessi di Colocci e di Raffaello, sforzandosi di renderli comprensibili ma senza banalizzarne i contenuti. Intento dei curatori, infatti, era battere sentieri difficili, evitando di seguire iniziative espositive motivate più dal marketing e dall’arte della comunicazione che dalla proposta di contenuti nuovi connessi a studi e ricerche. Mostra e catalogo offrono molte novità interpretative su Colocci, il suo rapporto con Raffaello, sul significato della Stanza della Segnatura e sui famosi Horti Colotiani di Roma, fondate su studi e lavori scientifici recenti che in molti casi hanno modificato interpretazioni date per acquisite. La mostra si avvale, inoltre, del sostegno di numerose istituzioni, della collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, del Comitato nazionale per le celebrazioni del quinto centenario della morte di Raffaello e dei Musei Vaticani, che vivamente si ringraziano: tutti hanno visto con favore la realizzazione del progetto espositivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.