Sono oramai numerose le pubblicazioni scientifiche, di diversificata origine disciplinare, che hanno evidenziato come la dimensione industriale e fordista della produzione capitalistica e le sue tradizionali meccaniche di valorizzazione non rappresentino più il nucleo egemone dei processi di accumulazione contemporanei. Se a partire dai primi anni novanta si è infatti diffusa una retorica della transizione votata prevalentemente a rintracciare i motivi della crisi del regime di crescita fordista, negli ultimi anni si sono invece moltiplicate e confrontate, non senza diversità di accenti, prospettive interpretative “positive” dedicate all’analisi delle emergenti architetture socio-economiche. In proposito i temi del cognitivo, del simbolico, dell’immateriale, del servizio, dell’informazione, della conoscenza, ecc. si sono spesso contesi il primato di interpreti concettuali più efficaci dell’emergente capitalismo post-fordista. La prima parte del presente volume ha quindi inteso portare dentro il più generale dibattito socio-lavorista contemporaneo alcune delle proposte teoriche più significative a riguardo. Nella seconda parte si è invece declinato tale framework dal punto di vista della sua specifica organizzazione produttiva. In particolare si è posta attenzione al paradigma della rete, che nella letteratura sul postfordismo è divenuto oramai un tema ricorrente e centrale, utilizzato, tra l’altro per marcare con decisione la discontinuità tra il sistema produttivo basato sulle grandi e omogenee unità di produzione e l’emergere delle nuove forme flessibili d’organizzazione del lavoro. Gli studi che si sono occupati dell’eterogenea network culture ne forniscono inoltre un’altra importante dimensione, al pari delle ricerche sulle forme di organizzazione reticolari dei movimenti sociali contemporanei. Nella terza ed ultima parte, infine, si presentano alcuni studi di caso empirici, che oltre a testare sul campo la validità e i limiti teorici delle tesi prima richiamate, propongono, a partire da differenti punti di vista internazionali, uno stimolante quadro interpretativo delle principali trasformazioni del lavoro così come di presentano nella nascente economia della conoscenza globale.
F. Chicchi, G. Roggero (2009). Lavoro e produzione del valore nell'economia della conoscenza. Criticità e ambivalenze della network culture. MILANO : Franco Angeli.
Lavoro e produzione del valore nell'economia della conoscenza. Criticità e ambivalenze della network culture
CHICCHI, FEDERICO;ROGGERO, LUIGI
2009
Abstract
Sono oramai numerose le pubblicazioni scientifiche, di diversificata origine disciplinare, che hanno evidenziato come la dimensione industriale e fordista della produzione capitalistica e le sue tradizionali meccaniche di valorizzazione non rappresentino più il nucleo egemone dei processi di accumulazione contemporanei. Se a partire dai primi anni novanta si è infatti diffusa una retorica della transizione votata prevalentemente a rintracciare i motivi della crisi del regime di crescita fordista, negli ultimi anni si sono invece moltiplicate e confrontate, non senza diversità di accenti, prospettive interpretative “positive” dedicate all’analisi delle emergenti architetture socio-economiche. In proposito i temi del cognitivo, del simbolico, dell’immateriale, del servizio, dell’informazione, della conoscenza, ecc. si sono spesso contesi il primato di interpreti concettuali più efficaci dell’emergente capitalismo post-fordista. La prima parte del presente volume ha quindi inteso portare dentro il più generale dibattito socio-lavorista contemporaneo alcune delle proposte teoriche più significative a riguardo. Nella seconda parte si è invece declinato tale framework dal punto di vista della sua specifica organizzazione produttiva. In particolare si è posta attenzione al paradigma della rete, che nella letteratura sul postfordismo è divenuto oramai un tema ricorrente e centrale, utilizzato, tra l’altro per marcare con decisione la discontinuità tra il sistema produttivo basato sulle grandi e omogenee unità di produzione e l’emergere delle nuove forme flessibili d’organizzazione del lavoro. Gli studi che si sono occupati dell’eterogenea network culture ne forniscono inoltre un’altra importante dimensione, al pari delle ricerche sulle forme di organizzazione reticolari dei movimenti sociali contemporanei. Nella terza ed ultima parte, infine, si presentano alcuni studi di caso empirici, che oltre a testare sul campo la validità e i limiti teorici delle tesi prima richiamate, propongono, a partire da differenti punti di vista internazionali, uno stimolante quadro interpretativo delle principali trasformazioni del lavoro così come di presentano nella nascente economia della conoscenza globale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.