Lo stretto legame che sussiste tra l’educazione ecologico-ambientale (Malavasi, 2008), l’educazione all’impegno e alla responsabilità (in senso problematicista) nei confronti degli Altri, il mondo e la natura costituisce lo snodo centrale di ogni processo intenzionalmente educativo: un processo volto allo sviluppo di una cittadinanza attiva. Tuttavia, tale processo richiede una vera e propria riforma etica e del pensiero, quale cifra fondativa di un rapporto sostenibile tra l’umanità, i viventi e la loro patria, ossia la Terra-Patria (Morin). Il contributo delinea la prospettiva di un 'abitare etico', quale esito dell’intreccio fra le categorie dell’abitare e dell’engagement interpretate come opzioni possibili di un’esistenza autentica, in direzione di un abitare fondato sulla coappartenenza di specie, nell’oikos comune (Gallerani, 2011). Di qui, l’abitare etico si profila come un insieme di posture caratterizzate dalla responsabilità (Jonas, 1979), dalla prossemicità nella relazione con l’Altro , la natura, le cose e, in senso più ampio, con l’esistenza: laddove la prossemicità costituisce una nuova life skills (Gallerani, 2012a) che può essere concretata ogni giorno, in contesti formativi formali e informali. Non solo. Nel quadro della pluralità e problematicità dei contesti di vita, ossia delle scelte e delle narrazioni che ciascuno, quotidianamente, co-costruisce e condivide con gli Altri, la prossemicità rappresenta una tensione inattuale che resiste e si oppone al désengagement nichilista e alle sue derive dilaganti, promuovendo una cittadinanza attiva, democratica e pluriculturale (Banks et alii, 2007), fondata sull’etica del rispetto e del prendersi cura (Capra, 1997). Riverberandosi, nondimeno, come tensione trasformativa tra le persone (empowerment personale), nelle relazioni (empowerment sociale) per/con la realtà naturale/fattuale.
manuela gallerani (2019). L'abitare etico tra cura e prossemicità. Bergamo : Zeroseiup.
L'abitare etico tra cura e prossemicità
manuela gallerani
Primo
Conceptualization
2019
Abstract
Lo stretto legame che sussiste tra l’educazione ecologico-ambientale (Malavasi, 2008), l’educazione all’impegno e alla responsabilità (in senso problematicista) nei confronti degli Altri, il mondo e la natura costituisce lo snodo centrale di ogni processo intenzionalmente educativo: un processo volto allo sviluppo di una cittadinanza attiva. Tuttavia, tale processo richiede una vera e propria riforma etica e del pensiero, quale cifra fondativa di un rapporto sostenibile tra l’umanità, i viventi e la loro patria, ossia la Terra-Patria (Morin). Il contributo delinea la prospettiva di un 'abitare etico', quale esito dell’intreccio fra le categorie dell’abitare e dell’engagement interpretate come opzioni possibili di un’esistenza autentica, in direzione di un abitare fondato sulla coappartenenza di specie, nell’oikos comune (Gallerani, 2011). Di qui, l’abitare etico si profila come un insieme di posture caratterizzate dalla responsabilità (Jonas, 1979), dalla prossemicità nella relazione con l’Altro , la natura, le cose e, in senso più ampio, con l’esistenza: laddove la prossemicità costituisce una nuova life skills (Gallerani, 2012a) che può essere concretata ogni giorno, in contesti formativi formali e informali. Non solo. Nel quadro della pluralità e problematicità dei contesti di vita, ossia delle scelte e delle narrazioni che ciascuno, quotidianamente, co-costruisce e condivide con gli Altri, la prossemicità rappresenta una tensione inattuale che resiste e si oppone al désengagement nichilista e alle sue derive dilaganti, promuovendo una cittadinanza attiva, democratica e pluriculturale (Banks et alii, 2007), fondata sull’etica del rispetto e del prendersi cura (Capra, 1997). Riverberandosi, nondimeno, come tensione trasformativa tra le persone (empowerment personale), nelle relazioni (empowerment sociale) per/con la realtà naturale/fattuale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.