I congegni biochimici che presiedono a tutte le funzioni vitali, dalla sintesi dell’ATP ai movimenti muscolari, ci dicono che il concetto di macchina, così familiare nel mondo macroscopico dove gli oggetti sono tangibili e visibili, può essere esteso al mondo microscopico e invisibile delle molecole. Questi dispositivi di dimensione nanometrica (un nanometro, nm, è pari a un miliardesimo di metro) sono infatti costituiti da componenti molecolari opportunamente assemblati al fine di eseguire movimenti meccanici in seguito all’azione di stimoli energetici esterni; si tratta, pertanto, di vere e proprie macchine a livello molecolare, chiamate anche ‘nanomacchine’ con evidente riferimento alle loro dimensioni. Le macchine molecolari naturali sono molto complesse, sia per il numero di componenti molecolari che per la struttura e, quindi, inimitabili. La conoscenza sempre più approfondita della loro composizione e funzionalità e i recenti progressi della chimica hanno, però, permesso di ottenere i primi prototipi di macchine molecolari artificiali che, nonostante siano estremamente più semplici rispetto a quelle biologiche, stanno aprendo prospettive del tutto nuove in vari campi della scienza e della tecnologia.
V. Balzani, A. Credi, M. Venturi (2009). Nanorobot: le macchine molecolari. NAPOLI : CUEN.
Nanorobot: le macchine molecolari
BALZANI, VINCENZO;CREDI, ALBERTO;VENTURI, MARGHERITA
2009
Abstract
I congegni biochimici che presiedono a tutte le funzioni vitali, dalla sintesi dell’ATP ai movimenti muscolari, ci dicono che il concetto di macchina, così familiare nel mondo macroscopico dove gli oggetti sono tangibili e visibili, può essere esteso al mondo microscopico e invisibile delle molecole. Questi dispositivi di dimensione nanometrica (un nanometro, nm, è pari a un miliardesimo di metro) sono infatti costituiti da componenti molecolari opportunamente assemblati al fine di eseguire movimenti meccanici in seguito all’azione di stimoli energetici esterni; si tratta, pertanto, di vere e proprie macchine a livello molecolare, chiamate anche ‘nanomacchine’ con evidente riferimento alle loro dimensioni. Le macchine molecolari naturali sono molto complesse, sia per il numero di componenti molecolari che per la struttura e, quindi, inimitabili. La conoscenza sempre più approfondita della loro composizione e funzionalità e i recenti progressi della chimica hanno, però, permesso di ottenere i primi prototipi di macchine molecolari artificiali che, nonostante siano estremamente più semplici rispetto a quelle biologiche, stanno aprendo prospettive del tutto nuove in vari campi della scienza e della tecnologia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.