L'Autore evidenzia come la normativa abbia disciplinato ed incentivato la produzione con metodo biologico, ma abbia considerato con essa incompatibile le produzioni transgeniche, fatta salva la presenza involontaria ed accidentale di OGM secondo la soglia generale dello 0,9%, che non richiede la menzione in etichetta della loro presenza. D’altro canto si osserva come la legislazione sugli OGM abbia assecondato la volontà di molti Stati di poter addirittura vietare tali coltivazioni benché autorizzate, accogliendo così anche la posizione largamente prevalente fra i consumatori che (forse perché male informati) vedono con sospetto tali produzioni, senza dimenticare l’opposizione da parte anche di importanti organizzazioni degli agricoltori. Questa contrapposizione fra BIO e OGM appare però infondata perché il futuro sembrerebbe premiare il biologico per molteplici ragioni rispetto alle coltivazioni convenzionali, ma andrebbe abbinato al ricorso anche a piante transgeniche, considerata la grande evoluzione di queste tecniche e le difficili sfide che ad esempio anche i cambiamenti climatici impongono, ad esempio circa la resilienza: quindi la normativa europea andrebbe modificata, assumendo un approccio che guardi al metodo per il biologico ma al prodotto per gli OGM e che non li veda incompatibili ma anzi destinati ad incontrarsi.
Giulio Sgarbanti (2020). OGM e BIO: una vera incompatibilità o, in prospettiva, un felice connubio?. Napoli : Editoriale Scientifica.
OGM e BIO: una vera incompatibilità o, in prospettiva, un felice connubio?
Giulio Sgarbanti
2020
Abstract
L'Autore evidenzia come la normativa abbia disciplinato ed incentivato la produzione con metodo biologico, ma abbia considerato con essa incompatibile le produzioni transgeniche, fatta salva la presenza involontaria ed accidentale di OGM secondo la soglia generale dello 0,9%, che non richiede la menzione in etichetta della loro presenza. D’altro canto si osserva come la legislazione sugli OGM abbia assecondato la volontà di molti Stati di poter addirittura vietare tali coltivazioni benché autorizzate, accogliendo così anche la posizione largamente prevalente fra i consumatori che (forse perché male informati) vedono con sospetto tali produzioni, senza dimenticare l’opposizione da parte anche di importanti organizzazioni degli agricoltori. Questa contrapposizione fra BIO e OGM appare però infondata perché il futuro sembrerebbe premiare il biologico per molteplici ragioni rispetto alle coltivazioni convenzionali, ma andrebbe abbinato al ricorso anche a piante transgeniche, considerata la grande evoluzione di queste tecniche e le difficili sfide che ad esempio anche i cambiamenti climatici impongono, ad esempio circa la resilienza: quindi la normativa europea andrebbe modificata, assumendo un approccio che guardi al metodo per il biologico ma al prodotto per gli OGM e che non li veda incompatibili ma anzi destinati ad incontrarsi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.