Nella seconda met del Cinquecento la contrapposizione interna ai testi letterari fra gli stranieri e i personaggi appartenenti a una cultura nostra, che nelle epoche e nei generi appare in maniera pi o meno costante, si configura con modalità nuove e più complesse. In un continente minacciato a orien- te e sulle coste del Mediterraneo dallespansionismo arabo-musulmano, e al proprio interno dalle eresie protestanti, la precisa identificazione dello straniero diviene unoperazione indispensabile per la definizione identitaria dellautore e della comunit cattolica in seno allEuropa cui appartiene. Con la Gerusalemme liberata, la secolare contrapposizione fra cristiani e musulmani, si riorganizza in un universo dove la polarità conflittuale (sacralità, ordine, purezza e i loro contrari) diviene tanto più drammatica, rispetto alla precedente tradizione epico-cavalleresca, quanto più dinamica, mista e mu- tevole. E lorizzonte ideologico del poeta tenta di ricomporre unidea grandiosa di Cristianit concor- de. Attore privilegiato di questo quadro è il personaggio di Solimano ovvero uno dei principali prota- gonisti del poema. Il Tasso non riserva infatti al soldano di Nicea il ruolo grottesco o caricaturale di un personaggio chiuso ma ne fa un defraudato sovrano alleato alle forze pagane e talvolta assimila- bile a Satana, un eroe negativo, feroce e dignitoso, eroico e orrido, empio e persino tragico. È così che lardito guerriero che inizialmente si mostra con lombrosa figura della totemica maschera del drago, alla fine del poema dubita di s mentre assiste all«aspra tragedia de lo stato umano» e si avvia verso un solitario destino di morte tra turbamento e terrore in una landa di sapore metafisico. Solimano di- viene quindi una delle voci più sofferte che svelano una societ in crisi laddove linquietante minaccia della disgregazione, tanto del singolo che di una civiltà, non si riconosce esclusivamente nei colori certi di un nemico ma si rivela celata e ambigua allinterno del proprio campo e della stessa interiorità individuale. Si ha così una costante antropologica, una figura profonda che include anche la sintassi introspettiva, per la quale la coscienza, tanto nei cristiani quanto nei pagani, equivale a un teatro, a un luogo conteso tra due forze contrarie.

Il disordine impuro. La figura di Solimano e l'universo dei pagani nella "Gerusalemme liberata" del Tasso

Fabio Giunta
2020

Abstract

Nella seconda met del Cinquecento la contrapposizione interna ai testi letterari fra gli stranieri e i personaggi appartenenti a una cultura nostra, che nelle epoche e nei generi appare in maniera pi o meno costante, si configura con modalità nuove e più complesse. In un continente minacciato a orien- te e sulle coste del Mediterraneo dallespansionismo arabo-musulmano, e al proprio interno dalle eresie protestanti, la precisa identificazione dello straniero diviene unoperazione indispensabile per la definizione identitaria dellautore e della comunit cattolica in seno allEuropa cui appartiene. Con la Gerusalemme liberata, la secolare contrapposizione fra cristiani e musulmani, si riorganizza in un universo dove la polarità conflittuale (sacralità, ordine, purezza e i loro contrari) diviene tanto più drammatica, rispetto alla precedente tradizione epico-cavalleresca, quanto più dinamica, mista e mu- tevole. E lorizzonte ideologico del poeta tenta di ricomporre unidea grandiosa di Cristianit concor- de. Attore privilegiato di questo quadro è il personaggio di Solimano ovvero uno dei principali prota- gonisti del poema. Il Tasso non riserva infatti al soldano di Nicea il ruolo grottesco o caricaturale di un personaggio chiuso ma ne fa un defraudato sovrano alleato alle forze pagane e talvolta assimila- bile a Satana, un eroe negativo, feroce e dignitoso, eroico e orrido, empio e persino tragico. È così che lardito guerriero che inizialmente si mostra con lombrosa figura della totemica maschera del drago, alla fine del poema dubita di s mentre assiste all«aspra tragedia de lo stato umano» e si avvia verso un solitario destino di morte tra turbamento e terrore in una landa di sapore metafisico. Solimano di- viene quindi una delle voci più sofferte che svelano una societ in crisi laddove linquietante minaccia della disgregazione, tanto del singolo che di una civiltà, non si riconosce esclusivamente nei colori certi di un nemico ma si rivela celata e ambigua allinterno del proprio campo e della stessa interiorità individuale. Si ha così una costante antropologica, una figura profonda che include anche la sintassi introspettiva, per la quale la coscienza, tanto nei cristiani quanto nei pagani, equivale a un teatro, a un luogo conteso tra due forze contrarie.
2020
Figure dell'altro. Identità, alterità, stranierità
259
277
Fabio Giunta
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