Per secoli i paesi industrializzati hanno fatto ricorso all’intervento del governo per rafforzare e guidare le proprie economie. Uno dei più convinti sostenitori del potere dell’intervento statale negli affari economici era il Ministro delle Finanze francese durante Re Luigi XIV, Jean Baptiste Col-bert (1619-1683). Colbert promosse in particolare la dottrina mercantilista volta ad incoraggiare un’economia orientata alle esportazioni. Utilizzando incentivi finanziari e investimenti in infrastrutture, è riuscito a sviluppare un’industria nazionale competitiva incoraggiando percorsi commerciali che hanno favorito gli interessi francesi. Il mondo d’oggi è molto diverso da quello di Colbert, ma la crisi economica del 2009 dimostra che i governi hanno ancora molto da imparare riguardo a come adattarsi a condizioni in rapido mutamento definendo le proprie strategie di politica industriale. Cosa può fare il governo per fornire risposte appropriate alla crisi attuale? Più in generale, quali azioni possono intraprendere i paesi per favorire il proprio sviluppo industriale? Cosa possono fare le nazioni avanzate a fronte della crescente capacità dei paesi in via di sviluppo di acquisire capacità produttiva ed occupazione? Esistono modi per proteggere i paesi ad industrializzazione consolidata dalle minacce di perdite occupazionali e declino industriale? Queste azioni sono in li-nea con i limiti regolatori imposti dalle organizzazioni multinazionali e dalle istituzioni internazionali come l’Unione Europea e il WTO (World Trade Organization)? Questo capitolo si concentra sul caso italiano e suggerisce che, data la struttura dell’industria nazionale, il governo potrebbe giovare un ruolo importante nella promozione di settori manifatturieri ad alta intensità di conoscienza e nello sviluppo del settore terziario. Sia il settore dei servizi che quello manifatturiero ad alta intensità tecnologica sembrano intersecarsi in un punto specifico, ossia l’industria della salute (Schweitzer e Di Tommaso, 2005). Per questa ragione, dopo un’analisi dei cambiamenti nelle specializzazioni industriali dell’Italia e dei suoi principali concorrenti, questo capitolo si concentra sui potenziali benefici che potrebbero derivare all’economia nazionale da un’espansione dell’industria della salute italiana. La domanda che ci poniamo è la seguente: dato il bisogno di incoraggiare un progressivo cambiamento strutturale, l’industria della salute italiana potrebbe guidare tale cambiamento?
Di Tommaso M.R. Paci D. e Rubini L., DI TOMMASO, M.R., SCHWEITZER, S. (2009). Percorsi di sviluppo per l’industria italiana. Può "the Health Industry" contribuire al cambiamento?. ITA : Franco Angeli.
Percorsi di sviluppo per l’industria italiana. Può "the Health Industry" contribuire al cambiamento?
DI TOMMASO, Marco Rodolfo;
2009
Abstract
Per secoli i paesi industrializzati hanno fatto ricorso all’intervento del governo per rafforzare e guidare le proprie economie. Uno dei più convinti sostenitori del potere dell’intervento statale negli affari economici era il Ministro delle Finanze francese durante Re Luigi XIV, Jean Baptiste Col-bert (1619-1683). Colbert promosse in particolare la dottrina mercantilista volta ad incoraggiare un’economia orientata alle esportazioni. Utilizzando incentivi finanziari e investimenti in infrastrutture, è riuscito a sviluppare un’industria nazionale competitiva incoraggiando percorsi commerciali che hanno favorito gli interessi francesi. Il mondo d’oggi è molto diverso da quello di Colbert, ma la crisi economica del 2009 dimostra che i governi hanno ancora molto da imparare riguardo a come adattarsi a condizioni in rapido mutamento definendo le proprie strategie di politica industriale. Cosa può fare il governo per fornire risposte appropriate alla crisi attuale? Più in generale, quali azioni possono intraprendere i paesi per favorire il proprio sviluppo industriale? Cosa possono fare le nazioni avanzate a fronte della crescente capacità dei paesi in via di sviluppo di acquisire capacità produttiva ed occupazione? Esistono modi per proteggere i paesi ad industrializzazione consolidata dalle minacce di perdite occupazionali e declino industriale? Queste azioni sono in li-nea con i limiti regolatori imposti dalle organizzazioni multinazionali e dalle istituzioni internazionali come l’Unione Europea e il WTO (World Trade Organization)? Questo capitolo si concentra sul caso italiano e suggerisce che, data la struttura dell’industria nazionale, il governo potrebbe giovare un ruolo importante nella promozione di settori manifatturieri ad alta intensità di conoscienza e nello sviluppo del settore terziario. Sia il settore dei servizi che quello manifatturiero ad alta intensità tecnologica sembrano intersecarsi in un punto specifico, ossia l’industria della salute (Schweitzer e Di Tommaso, 2005). Per questa ragione, dopo un’analisi dei cambiamenti nelle specializzazioni industriali dell’Italia e dei suoi principali concorrenti, questo capitolo si concentra sui potenziali benefici che potrebbero derivare all’economia nazionale da un’espansione dell’industria della salute italiana. La domanda che ci poniamo è la seguente: dato il bisogno di incoraggiare un progressivo cambiamento strutturale, l’industria della salute italiana potrebbe guidare tale cambiamento?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.