CORPI ERETICI. Il teatro di Antonio Viganò. Progetto a cura di Cristina Valenti. In collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione. PRESENTAZIONE: Il teatro di Antonio Viganò esplora i confini fra danza e teatro ponendo al centro della propria indagine il corpo dell’attore nelle sue molteplici declinazioni espressive, fonte e laboratorio di linguaggi da esplorare nelle loro infinite differenze. La sua compagnia è formata da attrici e attori professionisti con disagio psichico, che il regista dirige non ponendosi obiettivi terapeutici ma “per cogliere il mistero che appartiene all’inesplicabilità dell’arte, mentre la terapia è costretta a fermarsi su questa soglia”. Teatro come necessità e poesia, ma anche come atto politico, in quanto riscatto sociale ed emancipazione personale. Il progetto che Ert e Soffitta dedicano al teatro di Antonio Viganò comprende tre spettacoli che ben rappresentano il modo in cui il regista sa coniugare ricerca sul linguaggio e indagine sull’umanità, poesia e inclusione, in una sintesi che gli è valsa il premio Ubu per la qualità insieme artistica, creativa e politica del suo lavoro. Il percorso inizia con "Otello Circus", opera che segna l’apice della maturità artistica del regista e propone un lavoro corale fondato sulla straordinaria bravura degli attori, capaci di misurarsi con linguaggi diversi. A seguire "Il ballo", vero e proprio manifesto poetico della compagnia, dove il linguaggio coreografico è racconto di sé che sfida il mondo esterno e abbatte le prigioni invisibili erette dagli sguardi altrui. Infine "Ali" mette in scena l’incontro fra un giovane e un angelo per raccontare di identità a confronto, dimensioni reciprocamente disvelate, sfida impossibile fra l’umano e il celestiale. Il lavoro sul corpo e sul movimento è al centro del laboratorio integrato "Il corpo abitato", nel corso del quale il regista guiderà studenti e attori della sua compagnia in un gioco teatrale finalizzato a una restituzione aperta al pubblico. Completa il progetto una tavola rotonda dal titolo "La malattia che cura il teatro", che ripropone il tema di un convegno organizzato a Bolzano dallo stesso Viganò nell’ottobre scorso e vedrà artisti, studiosi, operatori interrogarsi sulle ragioni di un teatro che ha bisogno della malattia per curare le ferite proprie e quelle del suo tempo. BIOGRAFIA: Antonio Viganò si forma alla Scuola d’Arte del Piccolo Teatro di Milano e all'École Jacques Lecoq di Parigi e si avvicina alla danza con Carolyn Carlson e Julie Anne Stanzak. Nel 1984 fonda con Michele Fiocchi il Teatro La Ribalta per il quale dirige spettacoli per l’infanzia e la gioventù vincendo cinque premi ETI Stregagatto. Fra il 1995 e il 2002 realizza tre spettacoli con la Compagnie de l’Oiseau-Mouche, la prima compagnia teatrale europea formata da attori professionisti in condizione di handicap. Firma regie in Russia presso il Teatro Giovane di Omsk, in Francia presso il Centre Dramatique Le Grand Bleu di Lille, in Svizzera presso il Theater an der Sihl e lo Schauspielhaus di Zurigo. I suoi testi sono rappresentati in francese, russo, tedesco e spagnolo. Svolge attività di docenza presso Università, Teatri, Scuole di alta formazione, Master, fra i quali recentemente il Master Teatro nel Sociale della Sapienza Università di Roma. Nel 2009 si stabilisce a Bolzano dove fonda l’Accademia Arte della Diversità e dà vita a una compagnia professionale integrata che produce opere di alto valore artistico. Dal 2010 organizza la rassegna teatrale multidisciplinare Corpi eretici dedicata ai temi della diversità e delle molteplici possibilità di essere attori. Nel 2015 l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro gli assegna il Premio della Critica. Nel 2018, insieme alla compagnia del Teatro la Ribalta - Kunst der Vielfalt, composta da dieci attori e attrici permanenti in situazione di disagio psichico, riceve il Premio Speciale Ubu “per la qualità della ricerca artistica, creativa e politica in ambiti spesso marginali e con attenzione capillare alla diversità”. NOTA: LO SPETTACOLO "ALI", IL LABORATORIO "IL CORPO ABITATO" E LA TAVOLA ROTONDA "LA MALATTIA CHE CURA IL TEATRO" SONO SALTATI PER EMERGENZA SANITARIA. SARANNO RIPRESI NELLA SECONDA TRANCHE DEL PROGETTO, IN AUTINNO 2021.

CORPI ERETICI. Il teatro di Antonio Viganò

Cristina Valenti
2020

Abstract

CORPI ERETICI. Il teatro di Antonio Viganò. Progetto a cura di Cristina Valenti. In collaborazione con ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione. PRESENTAZIONE: Il teatro di Antonio Viganò esplora i confini fra danza e teatro ponendo al centro della propria indagine il corpo dell’attore nelle sue molteplici declinazioni espressive, fonte e laboratorio di linguaggi da esplorare nelle loro infinite differenze. La sua compagnia è formata da attrici e attori professionisti con disagio psichico, che il regista dirige non ponendosi obiettivi terapeutici ma “per cogliere il mistero che appartiene all’inesplicabilità dell’arte, mentre la terapia è costretta a fermarsi su questa soglia”. Teatro come necessità e poesia, ma anche come atto politico, in quanto riscatto sociale ed emancipazione personale. Il progetto che Ert e Soffitta dedicano al teatro di Antonio Viganò comprende tre spettacoli che ben rappresentano il modo in cui il regista sa coniugare ricerca sul linguaggio e indagine sull’umanità, poesia e inclusione, in una sintesi che gli è valsa il premio Ubu per la qualità insieme artistica, creativa e politica del suo lavoro. Il percorso inizia con "Otello Circus", opera che segna l’apice della maturità artistica del regista e propone un lavoro corale fondato sulla straordinaria bravura degli attori, capaci di misurarsi con linguaggi diversi. A seguire "Il ballo", vero e proprio manifesto poetico della compagnia, dove il linguaggio coreografico è racconto di sé che sfida il mondo esterno e abbatte le prigioni invisibili erette dagli sguardi altrui. Infine "Ali" mette in scena l’incontro fra un giovane e un angelo per raccontare di identità a confronto, dimensioni reciprocamente disvelate, sfida impossibile fra l’umano e il celestiale. Il lavoro sul corpo e sul movimento è al centro del laboratorio integrato "Il corpo abitato", nel corso del quale il regista guiderà studenti e attori della sua compagnia in un gioco teatrale finalizzato a una restituzione aperta al pubblico. Completa il progetto una tavola rotonda dal titolo "La malattia che cura il teatro", che ripropone il tema di un convegno organizzato a Bolzano dallo stesso Viganò nell’ottobre scorso e vedrà artisti, studiosi, operatori interrogarsi sulle ragioni di un teatro che ha bisogno della malattia per curare le ferite proprie e quelle del suo tempo. BIOGRAFIA: Antonio Viganò si forma alla Scuola d’Arte del Piccolo Teatro di Milano e all'École Jacques Lecoq di Parigi e si avvicina alla danza con Carolyn Carlson e Julie Anne Stanzak. Nel 1984 fonda con Michele Fiocchi il Teatro La Ribalta per il quale dirige spettacoli per l’infanzia e la gioventù vincendo cinque premi ETI Stregagatto. Fra il 1995 e il 2002 realizza tre spettacoli con la Compagnie de l’Oiseau-Mouche, la prima compagnia teatrale europea formata da attori professionisti in condizione di handicap. Firma regie in Russia presso il Teatro Giovane di Omsk, in Francia presso il Centre Dramatique Le Grand Bleu di Lille, in Svizzera presso il Theater an der Sihl e lo Schauspielhaus di Zurigo. I suoi testi sono rappresentati in francese, russo, tedesco e spagnolo. Svolge attività di docenza presso Università, Teatri, Scuole di alta formazione, Master, fra i quali recentemente il Master Teatro nel Sociale della Sapienza Università di Roma. Nel 2009 si stabilisce a Bolzano dove fonda l’Accademia Arte della Diversità e dà vita a una compagnia professionale integrata che produce opere di alto valore artistico. Dal 2010 organizza la rassegna teatrale multidisciplinare Corpi eretici dedicata ai temi della diversità e delle molteplici possibilità di essere attori. Nel 2015 l’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro gli assegna il Premio della Critica. Nel 2018, insieme alla compagnia del Teatro la Ribalta - Kunst der Vielfalt, composta da dieci attori e attrici permanenti in situazione di disagio psichico, riceve il Premio Speciale Ubu “per la qualità della ricerca artistica, creativa e politica in ambiti spesso marginali e con attenzione capillare alla diversità”. NOTA: LO SPETTACOLO "ALI", IL LABORATORIO "IL CORPO ABITATO" E LA TAVOLA ROTONDA "LA MALATTIA CHE CURA IL TEATRO" SONO SALTATI PER EMERGENZA SANITARIA. SARANNO RIPRESI NELLA SECONDA TRANCHE DEL PROGETTO, IN AUTINNO 2021.
2020
Cristina Valenti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/810327
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