Più di duecento anni dopo la nascita di Marx, il suo pensiero ha conosciuto un destino beffardo. Se nel Novecento interpretazioni e ricerche sul suo conto sono fiorite copiose, la rovinosa caduta del socialismo reale ha finito per trascinare con sé anche il Moro di Treviri, sul quale l’anatema dei vincitori si è scagliato vendicativo. Dapprima osannato e ovunque citato, Marx è stato poi dileggiato, spesso proprio da chi ne aveva fatto in precedenza il proprio mentore – non perdendo l’occasione di accodarsi ai suoi nemici quando la sconfitta del movimento operaio e delle repubbliche democratiche che in suo nome avevano eretto il socialismo di Stato era conclamata –, poi lentamente dimenticato e quindi consegnato agli archivi di un mondo ormai trascorso. Lo scopo di questa lettura non è soltanto quello di fare emergere la intrinseca politicità del pensiero marxiano (operazione che ci pare sacrosanta, anche se non scontata, contro le riscoperte “neutrali” del Marx classico del pensiero), ma anche di dichiararne, fin da subito, la specificità, ricavandola “per differenza”, per “sottrazione”, dal pensiero critico (filosofico, sociale, politico) del suo tempo, e dichiarandola inconciliabile con l’orizzonte culturale, con il senso comune, con la visione del mondo che da esso – e dalle sue più specifiche sfaccettature – derivava.
Imbriano, G. (2020). Marx e il conflitto. Critica della politica e pensiero della rivoluzione. Roma : DeriveApprodi.
Marx e il conflitto. Critica della politica e pensiero della rivoluzione
Imbriano, Gennaro
2020
Abstract
Più di duecento anni dopo la nascita di Marx, il suo pensiero ha conosciuto un destino beffardo. Se nel Novecento interpretazioni e ricerche sul suo conto sono fiorite copiose, la rovinosa caduta del socialismo reale ha finito per trascinare con sé anche il Moro di Treviri, sul quale l’anatema dei vincitori si è scagliato vendicativo. Dapprima osannato e ovunque citato, Marx è stato poi dileggiato, spesso proprio da chi ne aveva fatto in precedenza il proprio mentore – non perdendo l’occasione di accodarsi ai suoi nemici quando la sconfitta del movimento operaio e delle repubbliche democratiche che in suo nome avevano eretto il socialismo di Stato era conclamata –, poi lentamente dimenticato e quindi consegnato agli archivi di un mondo ormai trascorso. Lo scopo di questa lettura non è soltanto quello di fare emergere la intrinseca politicità del pensiero marxiano (operazione che ci pare sacrosanta, anche se non scontata, contro le riscoperte “neutrali” del Marx classico del pensiero), ma anche di dichiararne, fin da subito, la specificità, ricavandola “per differenza”, per “sottrazione”, dal pensiero critico (filosofico, sociale, politico) del suo tempo, e dichiarandola inconciliabile con l’orizzonte culturale, con il senso comune, con la visione del mondo che da esso – e dalle sue più specifiche sfaccettature – derivava.File | Dimensione | Formato | |
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