Il problema dell’identità è connesso al problema dell’essenza e della sua invarianza, ed è quindi soggetto ai modi in cui l’essenza è stata intesa e agli equivoci che si sono da ciò originati. Per chiarire questo problema, vengono esaminate le posizioni di Gotthard Günther (Idee und Grundriss einer nicht-Aristotelischen Logik, 1959), e Kurt Lewin (Der Begriff der Genese in Physik, Biologie und Entwicklungsgeschichte,1922). Secondo Günther, le concezioni classiche della logica bi-valente e del rispettivo principio d’identità sono legate a una ben precisa assunzione metafisica, cioè che sia possibile correlare un soggetto in generale e indifferenziato con un oggetto generale e indifferenziato. Per Günther, tale idea va sostituita con una nozione funzionale dell’identità, secondo lo sviluppo della logica della riflessione contenuta nella Scienza della logica di Hegel. Si tratta di intendere i valori di verità che compaiono nel discorso logico a partire dal senso intensionale dei suoi termini. Anziché occupare lo stesso spazio logico-metafisico dell’affermazione, la negazione deve introdurre la differenza tra i soggetti e, correlativamente, tra gli oggetti. Quindi la logica che riproduce questa metafisica pluralistica non deve utilizzare solo valori generali di verità, ma valori di posizione, passando da uno schema diadico-lineare (monodimensionale), a uno triadico o poliadico. Alla logica topologica, trans-classica, di Günther si collega il concetto d’identità funzionale di tipo “genetico” (Genidentität) di Kurt Lewin, volto a esprimere i fenomeni d’identificazione nelle realtà biologiche e psicologiche. La genidentità è per Lewin un concetto costitutivo, e il compito della scienza è la ricostruzione del processo che porta alla costituzione oggettuale. Essa tende a individuare, secondo una prospettiva fenomenologica, quelle leggi d’essenza che si presentano quando un oggetto viene colto sullo sfondo di una base intenzionale che ne fissi il decorso. In modo simile al rapporto husserliano tra le parti e il tutto, la coordinazione temporale della genidentità fonda inoltre l’intero ordine dello spazio, rendendo possibile la presenza “l’una accanto all’altra” delle parti spaziali in corrispondenza ai momenti temporali.

Le logiche dell’identità. Gotthard Günther e Kurt Lewin

Luca Guidetti
2020

Abstract

Il problema dell’identità è connesso al problema dell’essenza e della sua invarianza, ed è quindi soggetto ai modi in cui l’essenza è stata intesa e agli equivoci che si sono da ciò originati. Per chiarire questo problema, vengono esaminate le posizioni di Gotthard Günther (Idee und Grundriss einer nicht-Aristotelischen Logik, 1959), e Kurt Lewin (Der Begriff der Genese in Physik, Biologie und Entwicklungsgeschichte,1922). Secondo Günther, le concezioni classiche della logica bi-valente e del rispettivo principio d’identità sono legate a una ben precisa assunzione metafisica, cioè che sia possibile correlare un soggetto in generale e indifferenziato con un oggetto generale e indifferenziato. Per Günther, tale idea va sostituita con una nozione funzionale dell’identità, secondo lo sviluppo della logica della riflessione contenuta nella Scienza della logica di Hegel. Si tratta di intendere i valori di verità che compaiono nel discorso logico a partire dal senso intensionale dei suoi termini. Anziché occupare lo stesso spazio logico-metafisico dell’affermazione, la negazione deve introdurre la differenza tra i soggetti e, correlativamente, tra gli oggetti. Quindi la logica che riproduce questa metafisica pluralistica non deve utilizzare solo valori generali di verità, ma valori di posizione, passando da uno schema diadico-lineare (monodimensionale), a uno triadico o poliadico. Alla logica topologica, trans-classica, di Günther si collega il concetto d’identità funzionale di tipo “genetico” (Genidentität) di Kurt Lewin, volto a esprimere i fenomeni d’identificazione nelle realtà biologiche e psicologiche. La genidentità è per Lewin un concetto costitutivo, e il compito della scienza è la ricostruzione del processo che porta alla costituzione oggettuale. Essa tende a individuare, secondo una prospettiva fenomenologica, quelle leggi d’essenza che si presentano quando un oggetto viene colto sullo sfondo di una base intenzionale che ne fissi il decorso. In modo simile al rapporto husserliano tra le parti e il tutto, la coordinazione temporale della genidentità fonda inoltre l’intero ordine dello spazio, rendendo possibile la presenza “l’una accanto all’altra” delle parti spaziali in corrispondenza ai momenti temporali.
2020
Trasformazioni del concetto di umanità
299
330
Luca Guidetti
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