Nel saggio sono considerati diversi dipinti a soggetto magico stregonesco, alcuni dei quali, finora inediti. Viene messo in luce come la maggior parte delle opere considerate posso essere lette in chiave ironica e satirica, riprendendo in questo la tradizione della letteratura latina, che in alcuni casi è rielaborata con le immagini provenienti dal nord Europa, in altri è rivisitata alla luce dei poemi epici, non mancando riferimenti a quella che doveva essere la realtà di chi i rituali magici e stregoneschi li praticava veramente. Infatti, l’ultimo dipinto considerato di Monsù Bernardo, databile agli anni sessanta del Seicento ci riconduce invece a una dimensione totalmente realistica. Qui la chiave non è per nulla satirica, ma anzi melanconica, rimanda alla solitudine e all’emarginazione di chi tenta di far fronte con i propri umili mezzi alla “crisi della presenza”. La strega qui raffigurata non è né una dama dell’upper class, come alcune delle altre maghe considerateate, né un personaggio grottescamente deformato come nella tradizione latina, nordica e in Salvator Rosa: è una povera donna solitaria, uno dei tanti protagonisti dei “bassifondi del barocco”. Quindi nel saggio si dimostra che, anche se la maggior parte dei dipinti con soggetti magico-stregoneschi si collega alle “maghe e streghe della letteratura”, bisogna tener conto che è esistita anche una volontà di resa realistica, in cui per certi aspetti rientra anche la Scena di stregoneria tra le rovine, inedito pubblicato nel saggio, ed è per questi motivi che una proficua indagine su queste opere che voglia far luce sulla loro committenza, su cui finora si sa pochissimo, e sul loro significato deve tener conto non solo dei precedenti iconografici, ma anche dei testi letterari e delle indagini nell’ambito storico e antropologico.
ANSELMI, A. (2015). Dipinti a soggetto magico-stregonesco nella Roma barocca: tra "crisi della presenza" e letteratura latina. Milano : Skira Editore.
Dipinti a soggetto magico-stregonesco nella Roma barocca: tra "crisi della presenza" e letteratura latina
ANSELMI, ALESSANDRA
2015
Abstract
Nel saggio sono considerati diversi dipinti a soggetto magico stregonesco, alcuni dei quali, finora inediti. Viene messo in luce come la maggior parte delle opere considerate posso essere lette in chiave ironica e satirica, riprendendo in questo la tradizione della letteratura latina, che in alcuni casi è rielaborata con le immagini provenienti dal nord Europa, in altri è rivisitata alla luce dei poemi epici, non mancando riferimenti a quella che doveva essere la realtà di chi i rituali magici e stregoneschi li praticava veramente. Infatti, l’ultimo dipinto considerato di Monsù Bernardo, databile agli anni sessanta del Seicento ci riconduce invece a una dimensione totalmente realistica. Qui la chiave non è per nulla satirica, ma anzi melanconica, rimanda alla solitudine e all’emarginazione di chi tenta di far fronte con i propri umili mezzi alla “crisi della presenza”. La strega qui raffigurata non è né una dama dell’upper class, come alcune delle altre maghe considerateate, né un personaggio grottescamente deformato come nella tradizione latina, nordica e in Salvator Rosa: è una povera donna solitaria, uno dei tanti protagonisti dei “bassifondi del barocco”. Quindi nel saggio si dimostra che, anche se la maggior parte dei dipinti con soggetti magico-stregoneschi si collega alle “maghe e streghe della letteratura”, bisogna tener conto che è esistita anche una volontà di resa realistica, in cui per certi aspetti rientra anche la Scena di stregoneria tra le rovine, inedito pubblicato nel saggio, ed è per questi motivi che una proficua indagine su queste opere che voglia far luce sulla loro committenza, su cui finora si sa pochissimo, e sul loro significato deve tener conto non solo dei precedenti iconografici, ma anche dei testi letterari e delle indagini nell’ambito storico e antropologico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.