Il contributo approfondisce un particolare punto d’intersezione tra irregolarità del soggiorno e irregolarità del lavoro che il legislatore ha inteso contrastare con la previsione dello specifico reato costituito dalla «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» (art. 603 bis c.p.). Nell'esame della fattispecie criminosa, indubbiamente provvista di connotati giuslavoristici, l'A. evidenza che, se è certo vero che, da una parte, non tutte le forme d’impiego irregolare dei migranti rientrano in tale fattispecie di reato e, dall’altra, che non necessariamente la fattispecie di reato in questione coinvolge lavoratori stranieri, è altrettanto pacifico che, non di rado, le due situazioni si sovrappongono : per la loro condizione di evidente vulnerabilità, i lavoratori stranieri costituiscono un potenziale bacino d’offerta di lavoro sottopagato e dequalificato soprattutto (ma non soltanto) nel settore agricolo, contraddistinto da rapporti di lavoro instabili, di breve durata e caratterizzati da un’accentuata stagionalità. I Rapporti di ricerca sull’immigrazione, del resto, attestano come, alla contrazione del numero degli addetti in agricoltura si sia accompagnata una crescita esponenziale della componente migrante, considerata oramai indispensabile per la tenuta e l’esistenza stessa del settore. Si stima, infatti, che i lavoratori stranieri costituiscano tra un quarto e un terzo del totale della manodopera in agricoltura e una parte rilevante di questo bacino «risulta ingaggiata irregolarmente, attraverso il cosiddetto sistema del caporalato, espressione con la quale si fa riferimento all’intermediazione, il reclutamento e l’organizzazione illegale della manodopera nonché allo sfruttamento lavorativo» . Nel settore agricolo – precisa l'A. – si è assistito alla «più grande rivoluzione antropologica» dell’Italia rurale degli ultimi venti anni , atteso che, almeno in alcune mansioni (raccolta e allevamento) e in alcune tipologie colturali (in primis, fragole, pomodori e angurie) il numero dei braccianti stranieri rappresenta, oramai, la maggioranza assoluta della manodopera.

Intermediazione illecita e sfruttamento lavorativo degli stranieri

Federico Martelloni
2020

Abstract

Il contributo approfondisce un particolare punto d’intersezione tra irregolarità del soggiorno e irregolarità del lavoro che il legislatore ha inteso contrastare con la previsione dello specifico reato costituito dalla «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro» (art. 603 bis c.p.). Nell'esame della fattispecie criminosa, indubbiamente provvista di connotati giuslavoristici, l'A. evidenza che, se è certo vero che, da una parte, non tutte le forme d’impiego irregolare dei migranti rientrano in tale fattispecie di reato e, dall’altra, che non necessariamente la fattispecie di reato in questione coinvolge lavoratori stranieri, è altrettanto pacifico che, non di rado, le due situazioni si sovrappongono : per la loro condizione di evidente vulnerabilità, i lavoratori stranieri costituiscono un potenziale bacino d’offerta di lavoro sottopagato e dequalificato soprattutto (ma non soltanto) nel settore agricolo, contraddistinto da rapporti di lavoro instabili, di breve durata e caratterizzati da un’accentuata stagionalità. I Rapporti di ricerca sull’immigrazione, del resto, attestano come, alla contrazione del numero degli addetti in agricoltura si sia accompagnata una crescita esponenziale della componente migrante, considerata oramai indispensabile per la tenuta e l’esistenza stessa del settore. Si stima, infatti, che i lavoratori stranieri costituiscano tra un quarto e un terzo del totale della manodopera in agricoltura e una parte rilevante di questo bacino «risulta ingaggiata irregolarmente, attraverso il cosiddetto sistema del caporalato, espressione con la quale si fa riferimento all’intermediazione, il reclutamento e l’organizzazione illegale della manodopera nonché allo sfruttamento lavorativo» . Nel settore agricolo – precisa l'A. – si è assistito alla «più grande rivoluzione antropologica» dell’Italia rurale degli ultimi venti anni , atteso che, almeno in alcune mansioni (raccolta e allevamento) e in alcune tipologie colturali (in primis, fragole, pomodori e angurie) il numero dei braccianti stranieri rappresenta, oramai, la maggioranza assoluta della manodopera.
2020
I migranti sui sentieri del diritto. Profili socio-criminologici, giuslavoristici, penali e processualpenalistici
75
96
Federico Martelloni
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