Secondo una definizione concordata dai Paesi membri dell’Unione Europea, nell’ambito delle politiche culturali rientrano le attività – realizzate da soggetti istituzionali e non – finalizzate alla conservazione, creazione/produzione, diffusione, commercializzazione e formazione concernenti i beni e le attività culturali appartenenti alle seguenti categorie: patrimonio artistico, arti visive, architettura, archivi, biblioteche, editoria libraria e stampa, spettacolo dal vivo, cinema, audiovisivi e multimedia. Ci sono poi attività di carattere trasversale – costruzione o gestione di centri culturali, sostegno all’associazionismo culturale, ecc. – che rientrano in una categoria definita interdisciplinare. Riguardo invece al concetto di esclusione, una possibile definizione è quella che la descrive come un processo dinamico che preclude del tutto o in parte all’individuo la possibilità di partecipare a quei sistemi sociali, economici, politici e culturali che determinano l’integrazione nella società. In quale maniera questi due concetti/fenomeni possono legarsi? Va anzitutto sottolineato che, in un contesto sempre più multiculturale come quello italiano, possono trovare espressione molteplici forme di culture “altre”, intendendo con questo termine sia quelle dei migranti sempre più numerosi in Italia sia quelle di altre minoranze (etniche, religiose, ecc.).Queste culture sono spesso fonte di incomprensioni e di conflitti con le altre popolazioni presenti su un territorio; spesso, però, diventano un’opportunità non solo di scambio culturale ma anche di creazione di relazioni sociali e attività economiche. In che maniera le attività culturali possono costituire un’opportunità di inclusione per l’individuo o per un gruppo sociale? In che modo, quindi, le varie culture possono produrre effetti rilevanti per un territorio? Quali criticità possono invece emergere in questo percorso? Quale può essere il ruolo della ricerca sociologica nel comprenderlo e favorirlo? Il contributo che viene qui proposto parte da queste domande e si propone di approfondire il concetto di "patrimonio" in chiave sociologica anzitutto nelle sue criticità e potenzialità, nonché come strumento di ricerca e di intervento sociale sul territorio. Successivamente viene toccato nello specifico il possibile rapporto tra cultura e inclusione sociale, attraverso alcuni esempi di istituzioni, di strumenti e di pratiche dedicati ad esso. Vengono infine delineati alcuni spunti e ambiti rilevanti per la ricerca sociologica nei prossimi anni.

Tra inclusione ed esclusione: il ruolo della cultura

Gabriele Manella
2020

Abstract

Secondo una definizione concordata dai Paesi membri dell’Unione Europea, nell’ambito delle politiche culturali rientrano le attività – realizzate da soggetti istituzionali e non – finalizzate alla conservazione, creazione/produzione, diffusione, commercializzazione e formazione concernenti i beni e le attività culturali appartenenti alle seguenti categorie: patrimonio artistico, arti visive, architettura, archivi, biblioteche, editoria libraria e stampa, spettacolo dal vivo, cinema, audiovisivi e multimedia. Ci sono poi attività di carattere trasversale – costruzione o gestione di centri culturali, sostegno all’associazionismo culturale, ecc. – che rientrano in una categoria definita interdisciplinare. Riguardo invece al concetto di esclusione, una possibile definizione è quella che la descrive come un processo dinamico che preclude del tutto o in parte all’individuo la possibilità di partecipare a quei sistemi sociali, economici, politici e culturali che determinano l’integrazione nella società. In quale maniera questi due concetti/fenomeni possono legarsi? Va anzitutto sottolineato che, in un contesto sempre più multiculturale come quello italiano, possono trovare espressione molteplici forme di culture “altre”, intendendo con questo termine sia quelle dei migranti sempre più numerosi in Italia sia quelle di altre minoranze (etniche, religiose, ecc.).Queste culture sono spesso fonte di incomprensioni e di conflitti con le altre popolazioni presenti su un territorio; spesso, però, diventano un’opportunità non solo di scambio culturale ma anche di creazione di relazioni sociali e attività economiche. In che maniera le attività culturali possono costituire un’opportunità di inclusione per l’individuo o per un gruppo sociale? In che modo, quindi, le varie culture possono produrre effetti rilevanti per un territorio? Quali criticità possono invece emergere in questo percorso? Quale può essere il ruolo della ricerca sociologica nel comprenderlo e favorirlo? Il contributo che viene qui proposto parte da queste domande e si propone di approfondire il concetto di "patrimonio" in chiave sociologica anzitutto nelle sue criticità e potenzialità, nonché come strumento di ricerca e di intervento sociale sul territorio. Successivamente viene toccato nello specifico il possibile rapporto tra cultura e inclusione sociale, attraverso alcuni esempi di istituzioni, di strumenti e di pratiche dedicati ad esso. Vengono infine delineati alcuni spunti e ambiti rilevanti per la ricerca sociologica nei prossimi anni.
2020
Il ruolo della cultura nel governo del territorio. Lectio magistralis di Massimo Bray
67
81
Fiammetta Fanizza; Gabriele Manella
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Fanizza, Manella Tra inclusione ed esclusione: il ruolo della cultura.pdf

accesso riservato

Tipo: Versione (PDF) editoriale
Licenza: Licenza per accesso riservato
Dimensione 3.08 MB
Formato Adobe PDF
3.08 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Contatta l'autore

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/804198
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact