Un contributo sul turismo della memoria nel contesto di un incontro sui nuovi percorsi geografici legati a peculiarità culturali e identitarie del territorio è sicuramente motivato dall'importanza del fenomeno turistico nella valorizzazione e talvolta riscoperta del patrimonio culturale locale e nella novità dello studio geografico dei processi turistici legati a luoghi segnati da una forte o drammatica memoria collettiva, come quelli interessati dalla tratta degli schiavi. La letteratura attualmente esistente su questo fenomeno è molto scarsa e tuttavia molti paesi che hanno sperimentato questo processo storico si stanno attrezzando per sfruttare turisticamente le risorse lasciate sul territorio da tale commercio e dalla dominazione europea, supportati in questo dalle politiche culturali dell'UNESCO che ha avviato dal 1994 lo “Slave Route Project”. Il target di turisti cui tali paesi si rivolgono sono quelli cosiddetti culturali, anche se una ampia fetta di mercato è costituita da Afroamericani in cerca delle proprie origini perdute in seguito alla Diaspora dei Neri. In particolare in questa nota ci concentreremo su realtà territoriali molto piccole, isole africane che presentano alte potenzialità di sviluppo turistico legate alla memoria della tratta Atlantica, pur presentando anche numerosi limiti imposti dalla condizione insulare e di sottosviluppo. In seguito cercheremo di sviluppare un modello di studio di tali fragili realtà territoriali e proporremo un'analisi di due casi di studio nei quali il modello è stato applicato.
E. Magnani (2011). Nuove esperienze di turismo culturale: la memoria della tratta degli schiavi come leva per lo sviluppo locale. BOLOGNA : Pàtron.
Nuove esperienze di turismo culturale: la memoria della tratta degli schiavi come leva per lo sviluppo locale
MAGNANI, ELISA
2011
Abstract
Un contributo sul turismo della memoria nel contesto di un incontro sui nuovi percorsi geografici legati a peculiarità culturali e identitarie del territorio è sicuramente motivato dall'importanza del fenomeno turistico nella valorizzazione e talvolta riscoperta del patrimonio culturale locale e nella novità dello studio geografico dei processi turistici legati a luoghi segnati da una forte o drammatica memoria collettiva, come quelli interessati dalla tratta degli schiavi. La letteratura attualmente esistente su questo fenomeno è molto scarsa e tuttavia molti paesi che hanno sperimentato questo processo storico si stanno attrezzando per sfruttare turisticamente le risorse lasciate sul territorio da tale commercio e dalla dominazione europea, supportati in questo dalle politiche culturali dell'UNESCO che ha avviato dal 1994 lo “Slave Route Project”. Il target di turisti cui tali paesi si rivolgono sono quelli cosiddetti culturali, anche se una ampia fetta di mercato è costituita da Afroamericani in cerca delle proprie origini perdute in seguito alla Diaspora dei Neri. In particolare in questa nota ci concentreremo su realtà territoriali molto piccole, isole africane che presentano alte potenzialità di sviluppo turistico legate alla memoria della tratta Atlantica, pur presentando anche numerosi limiti imposti dalla condizione insulare e di sottosviluppo. In seguito cercheremo di sviluppare un modello di studio di tali fragili realtà territoriali e proporremo un'analisi di due casi di studio nei quali il modello è stato applicato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.