Nel presente saggio tenterò di affrontare il problema delle relazioni tra filosofia, felicità e amicizia nel pensiero di Epicuro, con particolare riferimento alla sua concezione del lathe biōsas e alle possibili ragioni sottese ad una simile scelta di vita. Nella prima parte di questo contributo sosterrò che l’allontanamento dalla vita politica come misura di felicità non è una regola universale prescritta da Epicuro, bensì una semplice e ragionevole conseguenza dell’osservazione della realtà a lui contemporanea. In secondo luogo, tratterò alcuni aspetti della concezione epicurea della sapienza, intesa come bene raggiungibile dagli esseri umani in una dimensione mondana, e dell’attività di analisi comparata di piaceri e dolori che essa implica. Infine, avvalendomi di alcune suggestioni aristoteliche, tenterò di operare in via puramente congetturale una ricostruzione delle dinamiche attraverso le quali l’amicizia consente la realizzazione di una versione congiunta e potenziata della sapienza e felicità umane. Alla luce di una possibile ricostruzione dei legami concettuali tra sapienza, amicizia e vita felice, la rete di esperienze di vita intessuta nella dimensione del “vivi nascosto” apparirà ben lontana dal rappresentare un rifugio consolatorio dalle conflittualità della sfera politica e dalle pulsioni desiderative scomposte che la ricerca del potere alimenta.
Elena Irrera (2020). Le potenzialità del Lathe Biôsas. Epicuro e l’amicizia come via alla felicità.. Senigallia : Ventura Edizioni.
Le potenzialità del Lathe Biôsas. Epicuro e l’amicizia come via alla felicità.
Elena Irrera
2020
Abstract
Nel presente saggio tenterò di affrontare il problema delle relazioni tra filosofia, felicità e amicizia nel pensiero di Epicuro, con particolare riferimento alla sua concezione del lathe biōsas e alle possibili ragioni sottese ad una simile scelta di vita. Nella prima parte di questo contributo sosterrò che l’allontanamento dalla vita politica come misura di felicità non è una regola universale prescritta da Epicuro, bensì una semplice e ragionevole conseguenza dell’osservazione della realtà a lui contemporanea. In secondo luogo, tratterò alcuni aspetti della concezione epicurea della sapienza, intesa come bene raggiungibile dagli esseri umani in una dimensione mondana, e dell’attività di analisi comparata di piaceri e dolori che essa implica. Infine, avvalendomi di alcune suggestioni aristoteliche, tenterò di operare in via puramente congetturale una ricostruzione delle dinamiche attraverso le quali l’amicizia consente la realizzazione di una versione congiunta e potenziata della sapienza e felicità umane. Alla luce di una possibile ricostruzione dei legami concettuali tra sapienza, amicizia e vita felice, la rete di esperienze di vita intessuta nella dimensione del “vivi nascosto” apparirà ben lontana dal rappresentare un rifugio consolatorio dalle conflittualità della sfera politica e dalle pulsioni desiderative scomposte che la ricerca del potere alimenta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.