E’ davvero difficile oggi ragionare di urbanizzazione. Da alcuni decenni la natura della città è profondamente mutata. Per millenni ha significato accentramento, concentrazione, verticalità, ora non è più chiaro cosa sia l’urbano. La città si è de-formata e ha trasferito ad uno spazio dilatato e discontinuo ritmi e stili di vita urbani. Una frantumazione disordinata e disarmonica che non è solo morfologica o dei modelli insediativi, ma ha comportato una modifica radicale dei milieux territoriali. Che non rispecchia urbanità ne’ ruralità. Ma che assorbendo i cittadini in fuga, le loro mentalità, aspettative, consuetudini, esprime semmai una neourbanità confusa e disorganica, orfana di quei collanti di appartenenza e convivialità che danno anima, senso ai sistemi territoriali. Che è urgente ripensare. Una trasformazione frutto del liberismo speculativo che ha dominato la scena economica internazionale e ha indirizzato sull’edilizia molti dei capitali liberati dalla deindustrializzazione. La città de-formata come campo di riconversione e di profitto, loro rappresentazione. ...La città ha perso compattezza, si è slabbrata nelle campagne. Una neourbanità che non coincide con nuove forme di territorializzazione ma all’opposto in frammentazione, desocializzazione. Un miscuglio incoerente che va ripensato in termini territoriali.....La città de-formata sussume ed enfatizza questa complessità. E’ il coacervo dei mille fili che muovono la società, embricati tra loro in matasse difficili da dipanare, ma il cui groviglio bisogna in qualche modo decomplessificare, accettando anche il rischio, comunque inevitabile, di trascurare qualche derivazione. La città postmoderna ha accentuato la propria impenetrabilità dietro un paravento di meraviglie e di paure. La crisi, esplosa non a caso dal settore immobiliare, ne ha messo a nudo il ruolo nella riconfigurazione fondiaria del capitalismo postindustriale. In questa prospettiva analizzare la svolta immobiliarista, come in queste pagine intendo fare, può raccontare molto della città odierna. Un ambito in cui i sogni soggettivi si intersecano alle logiche della valorizzazione.

Interpretare la neourbanità: città de-formata e immobiliarizzazione / P. Bonora. - STAMPA. - (2009), pp. 7-26.

Interpretare la neourbanità: città de-formata e immobiliarizzazione

BONORA, PAOLA
2009

Abstract

E’ davvero difficile oggi ragionare di urbanizzazione. Da alcuni decenni la natura della città è profondamente mutata. Per millenni ha significato accentramento, concentrazione, verticalità, ora non è più chiaro cosa sia l’urbano. La città si è de-formata e ha trasferito ad uno spazio dilatato e discontinuo ritmi e stili di vita urbani. Una frantumazione disordinata e disarmonica che non è solo morfologica o dei modelli insediativi, ma ha comportato una modifica radicale dei milieux territoriali. Che non rispecchia urbanità ne’ ruralità. Ma che assorbendo i cittadini in fuga, le loro mentalità, aspettative, consuetudini, esprime semmai una neourbanità confusa e disorganica, orfana di quei collanti di appartenenza e convivialità che danno anima, senso ai sistemi territoriali. Che è urgente ripensare. Una trasformazione frutto del liberismo speculativo che ha dominato la scena economica internazionale e ha indirizzato sull’edilizia molti dei capitali liberati dalla deindustrializzazione. La città de-formata come campo di riconversione e di profitto, loro rappresentazione. ...La città ha perso compattezza, si è slabbrata nelle campagne. Una neourbanità che non coincide con nuove forme di territorializzazione ma all’opposto in frammentazione, desocializzazione. Un miscuglio incoerente che va ripensato in termini territoriali.....La città de-formata sussume ed enfatizza questa complessità. E’ il coacervo dei mille fili che muovono la società, embricati tra loro in matasse difficili da dipanare, ma il cui groviglio bisogna in qualche modo decomplessificare, accettando anche il rischio, comunque inevitabile, di trascurare qualche derivazione. La città postmoderna ha accentuato la propria impenetrabilità dietro un paravento di meraviglie e di paure. La crisi, esplosa non a caso dal settore immobiliare, ne ha messo a nudo il ruolo nella riconfigurazione fondiaria del capitalismo postindustriale. In questa prospettiva analizzare la svolta immobiliarista, come in queste pagine intendo fare, può raccontare molto della città odierna. Un ambito in cui i sogni soggettivi si intersecano alle logiche della valorizzazione.
2009
Per una nuova urbanità: dopo l’alluvione immobiliarista
7
26
Interpretare la neourbanità: città de-formata e immobiliarizzazione / P. Bonora. - STAMPA. - (2009), pp. 7-26.
P. Bonora
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