Una stretta relazione lega attaccamento, malattia, e disagio psicologico: il pattern di attaccamento influisce su: percezione dei sintomi, ricerca di assistenza sanitaria (Ciechanowsky, 2002), vulnerabilità alla malattia, comportamento di malattia (Maunder e Hunter, 2001) e modo di affrontare crisi e nuovi adattamenti manifestati dal paziente. Soggetti sicuri, con schemi di Sé e degli atri positivi, hanno una migliore capacità di resilience rispetto agli insicuri (Bartholomew e Horowitz, 1991). Nella clinica riabilitativa, il familiare di riferimento svolge un ruolo attivo e partecipa dei processi mentali del paziente. Esistono diverse modalità di caregiving (Feeney, 1996): soggetti con stile sicuro tendono ad essere più empatici, responsivi e attivi nel fornire aiuto degli insicuri. Ci si propone di indagare con appositi strumenti psicometrici lo stile di attaccamento, il disagio psichico, il recupero funzionale e le loro relazioni, in pazienti con esiti di ictus ospedalizzati e relativi familiari di riferimento rispetto ad un gruppo di controllo costituito da pazienti con esiti di frattura e loro familiari di riferimento. Si ipotizza che i soggetti con stile di attaccamento sicuro presentino livelli di disagio psicologico inferiori rispetto a quelli con stile insicuro, e livelli di indipendenza funzionale maggiori; inoltre, si ipotizza che una relazione in cui paziente e familiare manifestano strategie di attaccamento sicuro sia correlata ad un esito migliore del ricovero rispetto a quelli con stile insicuro; infine possono esserci differenze tra pazienti con lesioni all’emisfero destro, sinistro e con i pazienti ortopedici. I risultati preliminari ottenuti sembrano confermare la maggior parte delle ipotesi formulate. Bartholomew, K., Horowitz, L.M. (1991). Journal of Personality and Social Psychology, 61, pp. 226-244. Ciechanowsky, P.S., Walker, E.A., Katon, W.J., Russo, J.E. (2002). Psychosomatic Medicine, 64, pp. 660-667. Feeney, JA. (1996). Personal Relationships, 3, pp. 401-416 Maunder, R.G., Hunter, J.J. (2001) Psychosomatic Medicine, 63, pp. 556-567.
Farinelli M, Chattat R., Baldoni F, Gestieri L., Tabarroni S., Leo M.R., et al. (2008). Attaccamento e clinica riabilitativa: pazienti con esiti di ictus e familiari di riferimento.. FOLIGNO : Gruppo per la Ricerca in Psicosomatica.
Attaccamento e clinica riabilitativa: pazienti con esiti di ictus e familiari di riferimento.
FARINELLI, MARINA;CHATTAT, RABIH;BALDONI, FRANCO;ERCOLANI, MAURO
2008
Abstract
Una stretta relazione lega attaccamento, malattia, e disagio psicologico: il pattern di attaccamento influisce su: percezione dei sintomi, ricerca di assistenza sanitaria (Ciechanowsky, 2002), vulnerabilità alla malattia, comportamento di malattia (Maunder e Hunter, 2001) e modo di affrontare crisi e nuovi adattamenti manifestati dal paziente. Soggetti sicuri, con schemi di Sé e degli atri positivi, hanno una migliore capacità di resilience rispetto agli insicuri (Bartholomew e Horowitz, 1991). Nella clinica riabilitativa, il familiare di riferimento svolge un ruolo attivo e partecipa dei processi mentali del paziente. Esistono diverse modalità di caregiving (Feeney, 1996): soggetti con stile sicuro tendono ad essere più empatici, responsivi e attivi nel fornire aiuto degli insicuri. Ci si propone di indagare con appositi strumenti psicometrici lo stile di attaccamento, il disagio psichico, il recupero funzionale e le loro relazioni, in pazienti con esiti di ictus ospedalizzati e relativi familiari di riferimento rispetto ad un gruppo di controllo costituito da pazienti con esiti di frattura e loro familiari di riferimento. Si ipotizza che i soggetti con stile di attaccamento sicuro presentino livelli di disagio psicologico inferiori rispetto a quelli con stile insicuro, e livelli di indipendenza funzionale maggiori; inoltre, si ipotizza che una relazione in cui paziente e familiare manifestano strategie di attaccamento sicuro sia correlata ad un esito migliore del ricovero rispetto a quelli con stile insicuro; infine possono esserci differenze tra pazienti con lesioni all’emisfero destro, sinistro e con i pazienti ortopedici. I risultati preliminari ottenuti sembrano confermare la maggior parte delle ipotesi formulate. Bartholomew, K., Horowitz, L.M. (1991). Journal of Personality and Social Psychology, 61, pp. 226-244. Ciechanowsky, P.S., Walker, E.A., Katon, W.J., Russo, J.E. (2002). Psychosomatic Medicine, 64, pp. 660-667. Feeney, JA. (1996). Personal Relationships, 3, pp. 401-416 Maunder, R.G., Hunter, J.J. (2001) Psychosomatic Medicine, 63, pp. 556-567.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.