Il 2 giugno 1946 si svolge il referendum istituzionale in cui gli italiani sono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica. Lo stesso giorno si tengono le elezioni per l’Assemblea costituente sia in Italia che in Francia dove, all’indomani della Seconda guerra mondiale, un primo progetto di Costituzione è stato bocciato in occasione del referendum del 5 maggio 1946. La stesura del testo costituzionale si svolge dunque in contemporanea in Francia e Italia (dove si guarda con attenzione alla tradizione istituzionale transalpina). Se la Costituzione della Quarta Repubblica francese è approvata per via referendaria il 13 ottobre 1946, per la Carta italiana occorrerà attendere l’approvazione da parte dell’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947 e la promulgazione da parte del capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947. Se relativamente all’immediato dopoguerra sono stati ampiamente studiati i rapporti diplomatici tra i governi italiano e francese – soprattutto in relazione al Trattato di pace e alle annose dispute di confine – una scarsa attenzione è stata dedicata dalla storiografia al gioco di specchi politico ed istituzionale che ha accompagnato il percorso costituente nei due paesi, caratterizzato dalla comune adozione di un parlamentarismo che attribuiva ampie prerogative ai partiti. La ricerca, in particolare, si è proposta di investigare quale sia stato, tra il 1946 e il 1948, lo sguardo che il quotidiano «Le Monde» - rapidamente affermatosi dopo la sua fondazione (1944) come uno dei più autorevoli e influenti organi di stampa francesi – ha dedicato alle vicende italiane tra l’elezione dell’Assemblea costituente e l’entrata in vigore della carta costituzionale. Ne emerge un’attenzione costante alle vicende d’Oltralpe ma al contempo uno sguardo spesso viziato da una serie di limiti interpretativi e di stereotipi (legati alla cronica instabilità politica, all’immaturità democratica degli italiani, etc) che hanno in parte indebolito la capacità di analisi dedicata al percorso costituente italiano. La ricerca, oltre ad un’ampia ricognizione bibliografica, si è fondata su uno spoglio sistematico del quotidiano «Le Monde» nei due anni compresi tra la primavera del 1946 e i primi mesi del 1948 e su un lavoro d’archivio che ha riguardato essenzialmente i fondi Hubert Beuve-Méry (fondatore e direttore del quotidiano «Le Monde» tra il 1944 e il 1969) e Alexandre Parodi (ambasciatore francese in Italia nei primi mesi del 1946) conservati presso il Centre d’Histoire du Vingtième Siècle de Sciences Po Paris.
Brizzi Riccardo (2020). Il referendum e la costituzione italiana visti da Parigi. Roma : Viella.
Il referendum e la costituzione italiana visti da Parigi
Brizzi Riccardo
2020
Abstract
Il 2 giugno 1946 si svolge il referendum istituzionale in cui gli italiani sono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica. Lo stesso giorno si tengono le elezioni per l’Assemblea costituente sia in Italia che in Francia dove, all’indomani della Seconda guerra mondiale, un primo progetto di Costituzione è stato bocciato in occasione del referendum del 5 maggio 1946. La stesura del testo costituzionale si svolge dunque in contemporanea in Francia e Italia (dove si guarda con attenzione alla tradizione istituzionale transalpina). Se la Costituzione della Quarta Repubblica francese è approvata per via referendaria il 13 ottobre 1946, per la Carta italiana occorrerà attendere l’approvazione da parte dell’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947 e la promulgazione da parte del capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947. Se relativamente all’immediato dopoguerra sono stati ampiamente studiati i rapporti diplomatici tra i governi italiano e francese – soprattutto in relazione al Trattato di pace e alle annose dispute di confine – una scarsa attenzione è stata dedicata dalla storiografia al gioco di specchi politico ed istituzionale che ha accompagnato il percorso costituente nei due paesi, caratterizzato dalla comune adozione di un parlamentarismo che attribuiva ampie prerogative ai partiti. La ricerca, in particolare, si è proposta di investigare quale sia stato, tra il 1946 e il 1948, lo sguardo che il quotidiano «Le Monde» - rapidamente affermatosi dopo la sua fondazione (1944) come uno dei più autorevoli e influenti organi di stampa francesi – ha dedicato alle vicende italiane tra l’elezione dell’Assemblea costituente e l’entrata in vigore della carta costituzionale. Ne emerge un’attenzione costante alle vicende d’Oltralpe ma al contempo uno sguardo spesso viziato da una serie di limiti interpretativi e di stereotipi (legati alla cronica instabilità politica, all’immaturità democratica degli italiani, etc) che hanno in parte indebolito la capacità di analisi dedicata al percorso costituente italiano. La ricerca, oltre ad un’ampia ricognizione bibliografica, si è fondata su uno spoglio sistematico del quotidiano «Le Monde» nei due anni compresi tra la primavera del 1946 e i primi mesi del 1948 e su un lavoro d’archivio che ha riguardato essenzialmente i fondi Hubert Beuve-Méry (fondatore e direttore del quotidiano «Le Monde» tra il 1944 e il 1969) e Alexandre Parodi (ambasciatore francese in Italia nei primi mesi del 1946) conservati presso il Centre d’Histoire du Vingtième Siècle de Sciences Po Paris.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.