Tra il pontificato di Pio VII (1800-1823) e l’inizio di quello di Pio IX (1846-1878), nel periodo che segna la transizione tra l’età napoleonica e quella risorgimentale, l’orientalistica romana visse un momento di crescita importante. La sperimentazione di nuovi approcci metodologici e le nuove acquisizioni scientifiche furono frutto del dinamismo impresso da un gruppo eterogeneo di intellettuali che animarono all’epoca la Biblioteca Vaticana, l’Archiginnasio della Sapienza e la Congregazione della Propaganda Fide. Lo scambio tra gli accademici locali e i letterati che giungevano a Roma dai paesi del Vicino Oriente venne salutato con particolare entusiasmo dalla Royal Asiatic Society (RAS) di Londra, il cui Translation Fund (stabilito nel 1828) era destinato a promuovere nuove collaborazioni tra lo Stato e gli enti di ricerca1. Nello scriptorium ebraico della Biblioteca Vaticana in quegli anni si avvicendarono, tra gli altri, due personaggi estremamente emblematici: Giovanni Giorgi (1761-1827) e Andrea Molza (1783-1851). Personalità antitetiche per origini, formazione e ambizioni sociali, Giorgi e Molza incarnarono due volti caratterizzanti dell’ebraistica romana. Contribuirono in forma diversa all’arricchimento e alla riorganizzazione dei fondi orientali, vivendo la dimensione quotidiana del microcosmo della Biblioteca, partecipando anche di tensioni e rivalità interne, non sempre sanabili.
Abate, E., Olszowy-Schlanger, J., Proverbio, D., Campanini, S. (2020). Giovanni Giorgi e Andrea Molza scriptores. Due volti dell'orientalistica romana. Città del Vaticano : Biblioteca Vaticana.
Giovanni Giorgi e Andrea Molza scriptores. Due volti dell'orientalistica romana
Abate, Emma;Campanini, Saverio
2020
Abstract
Tra il pontificato di Pio VII (1800-1823) e l’inizio di quello di Pio IX (1846-1878), nel periodo che segna la transizione tra l’età napoleonica e quella risorgimentale, l’orientalistica romana visse un momento di crescita importante. La sperimentazione di nuovi approcci metodologici e le nuove acquisizioni scientifiche furono frutto del dinamismo impresso da un gruppo eterogeneo di intellettuali che animarono all’epoca la Biblioteca Vaticana, l’Archiginnasio della Sapienza e la Congregazione della Propaganda Fide. Lo scambio tra gli accademici locali e i letterati che giungevano a Roma dai paesi del Vicino Oriente venne salutato con particolare entusiasmo dalla Royal Asiatic Society (RAS) di Londra, il cui Translation Fund (stabilito nel 1828) era destinato a promuovere nuove collaborazioni tra lo Stato e gli enti di ricerca1. Nello scriptorium ebraico della Biblioteca Vaticana in quegli anni si avvicendarono, tra gli altri, due personaggi estremamente emblematici: Giovanni Giorgi (1761-1827) e Andrea Molza (1783-1851). Personalità antitetiche per origini, formazione e ambizioni sociali, Giorgi e Molza incarnarono due volti caratterizzanti dell’ebraistica romana. Contribuirono in forma diversa all’arricchimento e alla riorganizzazione dei fondi orientali, vivendo la dimensione quotidiana del microcosmo della Biblioteca, partecipando anche di tensioni e rivalità interne, non sempre sanabili.File | Dimensione | Formato | |
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