A partire dal secondo dopoguerra, il Partito Comunista Italiano commissiona la realizzazione di alcuni documentari con un duplice obiettivo: descrivere la realtà italiana e utilizzare il mezzo audiovisivo quale strumento di propaganda. Nonostante il primo sforzo per fondare una società di produzione di film comunisti – la “Cooperativa Spettatori Produttori Cinematografici” – risalga al 1951, è possibile rintracciare i primi film documentari anche in precedenza. L’intervento ha come obiettivo analizzare i documentari realizzati da Carlo Lizzani nel periodo 1948-1950, tra cui: "La lunga lotta" (1948), "Togliatti è ritornato" (1948), "Modena, una città dell’Emilia rossa" (1949), "I fatti di Modena" (1950), "Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato" (1950). In particolare, l’intervento si propone di individuare le caratteristiche comuni di tali opere (moduli narrativi e stilistici, legami con il neorealismo), la ricezione di queste da parte delle riviste comuniste del periodo e, infine, portare alla luce gli elementi che – si legge nelle domande di revisione presentate all’”Ufficio Centrale per la Cinematografia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – “potessero turbare l’ordine pubblico”. Si tratta, in quest’ultimo caso, di analizzare il ruolo della censura messo in atto dal governo democristiano nei confronti della propaganda comunista, attraverso cui è possibile individuare i “pericoli” legati alla diffusione di tali documentari, ma soprattutto quali le scene e le didascalie di cui si chiedeva la cancellazione.

Cronache del reale tra propaganda e censura: Carlo Lizzani e il documentario (1948-1950)

Marco Zilioli
2020

Abstract

A partire dal secondo dopoguerra, il Partito Comunista Italiano commissiona la realizzazione di alcuni documentari con un duplice obiettivo: descrivere la realtà italiana e utilizzare il mezzo audiovisivo quale strumento di propaganda. Nonostante il primo sforzo per fondare una società di produzione di film comunisti – la “Cooperativa Spettatori Produttori Cinematografici” – risalga al 1951, è possibile rintracciare i primi film documentari anche in precedenza. L’intervento ha come obiettivo analizzare i documentari realizzati da Carlo Lizzani nel periodo 1948-1950, tra cui: "La lunga lotta" (1948), "Togliatti è ritornato" (1948), "Modena, una città dell’Emilia rossa" (1949), "I fatti di Modena" (1950), "Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato" (1950). In particolare, l’intervento si propone di individuare le caratteristiche comuni di tali opere (moduli narrativi e stilistici, legami con il neorealismo), la ricezione di queste da parte delle riviste comuniste del periodo e, infine, portare alla luce gli elementi che – si legge nelle domande di revisione presentate all’”Ufficio Centrale per la Cinematografia” della Presidenza del Consiglio dei Ministri – “potessero turbare l’ordine pubblico”. Si tratta, in quest’ultimo caso, di analizzare il ruolo della censura messo in atto dal governo democristiano nei confronti della propaganda comunista, attraverso cui è possibile individuare i “pericoli” legati alla diffusione di tali documentari, ma soprattutto quali le scene e le didascalie di cui si chiedeva la cancellazione.
2020
La forma cinematografica del reale. Teorie, pratiche, linguaggi: da Bazin a Netflix
329
339
Marco Zilioli
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