L'indagine è condotta sulla rappresentazione che la grande pittura bolognese può trasmettere della vita e dei costumi del popolo nell'età dei Lumi. E' presa in esame la produzione in tal senso di uno dei maggiori artisti italiani attivi tra lo scadere del secolo Diciassettesimo e i primi decenni del secolo successivo,, dalle tele rimaste della serie a sfondo morale con la Vita della Canterina che influirono su Hogarth alle illustrazioni disegnate per accompagnare una edizione sontuosa del Bertoldo di G. C. Croce. E' possibile dimostrare che quanto da molti sostenuto, che la pittura che descrive la vita minuta del popolo non sia affatto, come da molti sostenuto, sia pittura di genere, che risponde ad altri requisiti ed è di fatto lontana dalla sublime poesia del narrato del Crespi, partecipe nel profondo della tragicità della vita degli umili; parte dell'indagine è rivolta ad una nuova considerazione degli affreschi delle due sale di Palazzo Pepoli Campogrande, in ragione della quale si sostiene una datazione ai primi anni novanta del Seicento, di contro a quando della critica recente.
Donatella Biagi (2020). Giuseppe Maria Crespi e la realtà popolare. Roma : Edizioni Storia e Letteratura.
Giuseppe Maria Crespi e la realtà popolare
Donatella Biagi
2020
Abstract
L'indagine è condotta sulla rappresentazione che la grande pittura bolognese può trasmettere della vita e dei costumi del popolo nell'età dei Lumi. E' presa in esame la produzione in tal senso di uno dei maggiori artisti italiani attivi tra lo scadere del secolo Diciassettesimo e i primi decenni del secolo successivo,, dalle tele rimaste della serie a sfondo morale con la Vita della Canterina che influirono su Hogarth alle illustrazioni disegnate per accompagnare una edizione sontuosa del Bertoldo di G. C. Croce. E' possibile dimostrare che quanto da molti sostenuto, che la pittura che descrive la vita minuta del popolo non sia affatto, come da molti sostenuto, sia pittura di genere, che risponde ad altri requisiti ed è di fatto lontana dalla sublime poesia del narrato del Crespi, partecipe nel profondo della tragicità della vita degli umili; parte dell'indagine è rivolta ad una nuova considerazione degli affreschi delle due sale di Palazzo Pepoli Campogrande, in ragione della quale si sostiene una datazione ai primi anni novanta del Seicento, di contro a quando della critica recente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.