Osservazione e psicoterapia hanno in comune la produzione di un materiale fornito di senso, di un significato particolare, un materiale sul quale sia possibile pensare, mantenere viva la mente. Tutto quello che avviene durante l’osservazione non è mai banale, ma altamente coinvolgente e significativo, e così accade anche in psicoterapia. In entrambe le situazioni si lavora con l’idea di una vita mentale interiore, di un processo inconscio dotato di struttura e di movimento; ma, mentre l’osservazione rintraccia, per un’attribuzione di senso, il precoce, le interazioni primarie della struttura individuo-ambiente, il lavoro psicoterapeutico rintraccia il profondo. La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta; la psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme. Il corollario di ciò è che quando il gioco non è possibile, allora il lavoro svolto dal terapeuta ha come fine di portare il paziente ad uno stato in cui ne è capace (Winnicott, 1971, p.72).
Monti F, Neri E (2020). La Mente Emozionale nella clinica. Roma : Aracne.
La Mente Emozionale nella clinica
Monti F;Neri E
2020
Abstract
Osservazione e psicoterapia hanno in comune la produzione di un materiale fornito di senso, di un significato particolare, un materiale sul quale sia possibile pensare, mantenere viva la mente. Tutto quello che avviene durante l’osservazione non è mai banale, ma altamente coinvolgente e significativo, e così accade anche in psicoterapia. In entrambe le situazioni si lavora con l’idea di una vita mentale interiore, di un processo inconscio dotato di struttura e di movimento; ma, mentre l’osservazione rintraccia, per un’attribuzione di senso, il precoce, le interazioni primarie della struttura individuo-ambiente, il lavoro psicoterapeutico rintraccia il profondo. La psicoterapia ha luogo là dove si sovrappongono due aree di gioco, quella del paziente e quella del terapeuta; la psicoterapia ha a che fare con due persone che giocano insieme. Il corollario di ciò è che quando il gioco non è possibile, allora il lavoro svolto dal terapeuta ha come fine di portare il paziente ad uno stato in cui ne è capace (Winnicott, 1971, p.72).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.