dall'Introduzione La convinzione che partecipare ad interazioni fra partner influenzi le prestazioni ad un compito non è certo nuova. Già nel 1864 Carlo Cattaneo, filosofo e scienziato politico (diremmo noi con un termine moderno) argomentava in maniera elegante e convincente su questo tema: per quali modi le menti associate nelle famiglie, nei popoli, nel genere umano potessero collaborare alla comune intelligenza, ovvero contrariarla; e come venissero ad operare con metodi ed effetti ch sarebbero impossibili alle menti solitarie (p.264). Uno dei passaggi dell’argomentazione si concentra sulla relazione fra tesi e antitesi e così si esprime: ogni obiezione comanda una risposta; ogni ragionamento comanda un ragionamento correlativo, che stringe in amplesso inseparabile le opposte idee. I ragionatori al cospetto della passione sono combattenti; al cospetto dell’idea sono fabbri che martellano uno stesso ferro, sono strumenti d’un’opera commune. Ogni nuovo sforzo aggiunge un anello alla catena che trascina ambe le parti nel vortice della verità (p. 268). E la conclusione costituisce una lungimirante indicazione della fecondità di un percorso di ricerca in psicologia del secolo successivo: L’antitesi sarà dunque uno dei necessari argomenti di una ‘Psicologia delle menti associate’ (ibidem). Al di là dell’enfasi, giustificata dal fatto che si tratta di una conferenza svolta presso il Regio Istituto Lombardo, la previsione di Cattaneo troverà realizzazione lenta, tortuosa ma feconda, già a partire dalla fine del secolo 19. Infatti, pur non conoscendo il lavoro di Cattaneo, Triplett nel 1897 si dedicò fornirne una documentazione empirica che due ciclisti corrono più veloci se sono in competizione. Maller nel 1929 pubblicò un intero volume per delineare il profilo di 'personalità' di coloro che preferiscono collaborare oppure competere; e ancora Thorndike nel 1938 conclude un suo celebre articolo con l'affermazione che la superiorità di 'due teste' rispetto ad una sola, quando si tratta di produrre una prestazione, è un'acquisizione così ben fondata da rendere superflue ulteriori ricerche! Se questa affermazione è certo un poco arrischiata anche per l'epoca, proprio nei medesimi anni, Lewin era impegnato in uno dei lavori più geniali che hanno contribuito a comprendere meglio le dinamiche attive fra menti associate. Ci riferiamo ai lavori sulle "atmosfere di gruppo" (Lewin, Lippit e White 1939). Sappiamo bene che l'impegno di Lewin su questo tema deriva manifestamente dalle sue preoccupazioni politiche e morali di quegli anni, rifugiato di recente dalla Germania negli USA. Come è possibile, utilizzando concetti psicologici, comprendere condotte sociali così diverse dilaganti nei regimi autoritari? Come mai non solo individui isolati ma intere popolazioni si sottomettono in modo apatico, altre si ribellano violentemente, altre ancora si industriamo ad escogitare stratagemmi per sopravvivere? Dalla genialità di Lewin scaturì un vero e proprio programma di ricerche, ormai un classico in psicologia. La morte di Lewin nel 1947 non ha interrotto la riflessione e la ricerca empirica in questo campo, anzi si è aperta una linea specifica di ricerca concernente lo studio delle atmosfere di gruppo familiari iniziato con Baldwin [1949] e proseguito poi da Baumrind (1967). Citiamo questi lavori per sottolineare che nella prospettiva lewiniana e nei suoi sviluppi, le interazoni fra pari sono inseparabili dal contesto in cui esse si realizzano: dal campo totale, per dirla alla Lewin, dalle relazioni fra microsistema e mesosistema, nei termini di Bronfenbrenner; fra livello 2 ( interazioni fra due o più coetanei) e livello 3 (il ruolo dell’adulto), nei termini dei livelli di analisi suggeriti da Doise (1981). Gli adulti svolgono un'azione decisiva nell'organizzare il contesto di vita e di socializzazione rispetto alle relazioni fra pari; gli adulti possono aiutare ad acquisire abilità di controllo e di orientamento delle ...

Interazioni sociali, collaborazioni, conflitti. stato dell'arte e problemi aperti / Carugati F.. - STAMPA. - (2009), pp. 10-34.

Interazioni sociali, collaborazioni, conflitti. stato dell'arte e problemi aperti

CARUGATI, FELICE
2009

Abstract

dall'Introduzione La convinzione che partecipare ad interazioni fra partner influenzi le prestazioni ad un compito non è certo nuova. Già nel 1864 Carlo Cattaneo, filosofo e scienziato politico (diremmo noi con un termine moderno) argomentava in maniera elegante e convincente su questo tema: per quali modi le menti associate nelle famiglie, nei popoli, nel genere umano potessero collaborare alla comune intelligenza, ovvero contrariarla; e come venissero ad operare con metodi ed effetti ch sarebbero impossibili alle menti solitarie (p.264). Uno dei passaggi dell’argomentazione si concentra sulla relazione fra tesi e antitesi e così si esprime: ogni obiezione comanda una risposta; ogni ragionamento comanda un ragionamento correlativo, che stringe in amplesso inseparabile le opposte idee. I ragionatori al cospetto della passione sono combattenti; al cospetto dell’idea sono fabbri che martellano uno stesso ferro, sono strumenti d’un’opera commune. Ogni nuovo sforzo aggiunge un anello alla catena che trascina ambe le parti nel vortice della verità (p. 268). E la conclusione costituisce una lungimirante indicazione della fecondità di un percorso di ricerca in psicologia del secolo successivo: L’antitesi sarà dunque uno dei necessari argomenti di una ‘Psicologia delle menti associate’ (ibidem). Al di là dell’enfasi, giustificata dal fatto che si tratta di una conferenza svolta presso il Regio Istituto Lombardo, la previsione di Cattaneo troverà realizzazione lenta, tortuosa ma feconda, già a partire dalla fine del secolo 19. Infatti, pur non conoscendo il lavoro di Cattaneo, Triplett nel 1897 si dedicò fornirne una documentazione empirica che due ciclisti corrono più veloci se sono in competizione. Maller nel 1929 pubblicò un intero volume per delineare il profilo di 'personalità' di coloro che preferiscono collaborare oppure competere; e ancora Thorndike nel 1938 conclude un suo celebre articolo con l'affermazione che la superiorità di 'due teste' rispetto ad una sola, quando si tratta di produrre una prestazione, è un'acquisizione così ben fondata da rendere superflue ulteriori ricerche! Se questa affermazione è certo un poco arrischiata anche per l'epoca, proprio nei medesimi anni, Lewin era impegnato in uno dei lavori più geniali che hanno contribuito a comprendere meglio le dinamiche attive fra menti associate. Ci riferiamo ai lavori sulle "atmosfere di gruppo" (Lewin, Lippit e White 1939). Sappiamo bene che l'impegno di Lewin su questo tema deriva manifestamente dalle sue preoccupazioni politiche e morali di quegli anni, rifugiato di recente dalla Germania negli USA. Come è possibile, utilizzando concetti psicologici, comprendere condotte sociali così diverse dilaganti nei regimi autoritari? Come mai non solo individui isolati ma intere popolazioni si sottomettono in modo apatico, altre si ribellano violentemente, altre ancora si industriamo ad escogitare stratagemmi per sopravvivere? Dalla genialità di Lewin scaturì un vero e proprio programma di ricerche, ormai un classico in psicologia. La morte di Lewin nel 1947 non ha interrotto la riflessione e la ricerca empirica in questo campo, anzi si è aperta una linea specifica di ricerca concernente lo studio delle atmosfere di gruppo familiari iniziato con Baldwin [1949] e proseguito poi da Baumrind (1967). Citiamo questi lavori per sottolineare che nella prospettiva lewiniana e nei suoi sviluppi, le interazoni fra pari sono inseparabili dal contesto in cui esse si realizzano: dal campo totale, per dirla alla Lewin, dalle relazioni fra microsistema e mesosistema, nei termini di Bronfenbrenner; fra livello 2 ( interazioni fra due o più coetanei) e livello 3 (il ruolo dell’adulto), nei termini dei livelli di analisi suggeriti da Doise (1981). Gli adulti svolgono un'azione decisiva nell'organizzare il contesto di vita e di socializzazione rispetto alle relazioni fra pari; gli adulti possono aiutare ad acquisire abilità di controllo e di orientamento delle ...
2009
L'interazione tra pari nei processi di apprendimento
10
34
Interazioni sociali, collaborazioni, conflitti. stato dell'arte e problemi aperti / Carugati F.. - STAMPA. - (2009), pp. 10-34.
Carugati F.
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