Su Eva Perón s’è scritto tanto, ma molto resta da raccontare e da capire. E’ quel che fa questo libro impiegando un’enorme quantità di fonti inedite. Più che il mito, di Eva percorre la storia. E non solo quella che il mito ha alimentato, quella d’Eva Santa dei diseredati. Ma ancor più quella d’Eva politica, poiché politico fu l’enorme potere ch’essa esercitò nell’Argentina del dopoguerra, prima che la morte ponesse precoce fine ai suoi giorni al culmine della gloria nel luglio del 1952. Della sua breve ma intensa parabola il libro tocca i nodi vitali: la sua nascita politica all’ombra del golpe militare del giugno 1943, il suo universo ideale nazionalcattolico, il controverso rapporto con Perón, la decisiva influenza nel plasmare il movimento peronista, il suo posto nell’orizzonte dei populismi del Novecento. E infine la sua immagine d’icona del “comunismo di destra” o del “fascismo di sinistra”. Cioè d’inconscia testimonianza dei tanti ponti tra quelle due sponde. L’immagine che ne emerge è quella d’una personalità eccezionale. E di un affascinante fenomeno sociale. Ma anche di una figura che se per un verso “fece del bene” e si guadagnò un’immensa popolarità, per un altro accreditò il celebre aforisma secondo cui “non basta fare il bene, ma bisogna farlo bene”. Poiché il bene fatto male è piuttosto nocivo. Eva fu protagonista di un convulso processo di modernizzazione sociale condotto però attraverso una sorta di primitivismo politico. Attraverso cioè un afflato carismatico e una concezione patrimoniale autoritari e impermeabili allo spirito d’una democrazia moderna. Del peronismo essa fece più di chiunque altri una religione secolare, coi suoi dogmi e i suoi fedeli, dove chi stonava non era oppositore bensì eretico. Sotto il peronismo d’Eva, in sintesi, l’Argentina entrò nella modernità sociale saltando quella politica. Fu, la sua, una sorta di via religiosa alla modernità, foriera di tragedie.
L. Zanatta (2009). Eva Perón. Una biografia politica. SOVERIA MANNELLI (CZ) : Rubbettino.
Eva Perón. Una biografia politica
ZANATTA, LORIS
2009
Abstract
Su Eva Perón s’è scritto tanto, ma molto resta da raccontare e da capire. E’ quel che fa questo libro impiegando un’enorme quantità di fonti inedite. Più che il mito, di Eva percorre la storia. E non solo quella che il mito ha alimentato, quella d’Eva Santa dei diseredati. Ma ancor più quella d’Eva politica, poiché politico fu l’enorme potere ch’essa esercitò nell’Argentina del dopoguerra, prima che la morte ponesse precoce fine ai suoi giorni al culmine della gloria nel luglio del 1952. Della sua breve ma intensa parabola il libro tocca i nodi vitali: la sua nascita politica all’ombra del golpe militare del giugno 1943, il suo universo ideale nazionalcattolico, il controverso rapporto con Perón, la decisiva influenza nel plasmare il movimento peronista, il suo posto nell’orizzonte dei populismi del Novecento. E infine la sua immagine d’icona del “comunismo di destra” o del “fascismo di sinistra”. Cioè d’inconscia testimonianza dei tanti ponti tra quelle due sponde. L’immagine che ne emerge è quella d’una personalità eccezionale. E di un affascinante fenomeno sociale. Ma anche di una figura che se per un verso “fece del bene” e si guadagnò un’immensa popolarità, per un altro accreditò il celebre aforisma secondo cui “non basta fare il bene, ma bisogna farlo bene”. Poiché il bene fatto male è piuttosto nocivo. Eva fu protagonista di un convulso processo di modernizzazione sociale condotto però attraverso una sorta di primitivismo politico. Attraverso cioè un afflato carismatico e una concezione patrimoniale autoritari e impermeabili allo spirito d’una democrazia moderna. Del peronismo essa fece più di chiunque altri una religione secolare, coi suoi dogmi e i suoi fedeli, dove chi stonava non era oppositore bensì eretico. Sotto il peronismo d’Eva, in sintesi, l’Argentina entrò nella modernità sociale saltando quella politica. Fu, la sua, una sorta di via religiosa alla modernità, foriera di tragedie.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.