La posizione strategica di Ravenna, alla foce del Po e sulla costa Adriatica, favorisce lo sviluppo di un florido commercio sin dalle sue origini. Il momento di massimo sviluppo si verifica però nel corso della tarda Antichità e nei primi secoli dell’alto medioevo, in controtendenza con altri centri portuali mediterranei. Questa crescita è determinata da nuove condizioni politiche, soprattutto dal trasferimento della sede del potere imperiale agli inizi del V secolo. Gli investimenti dello stato romano non si limitano alla realizzazione di un nuovo complesso palatino ma anche alla costruzione di infrastrutture portuali lungo i canali-fluviali che attraversano la città e si riversano nell’Adriatico, alla concessione di privilegi commerciali rivolte alla comunità e alle élites urbane, tra cui esponenti dell’entourage imperiale, vescovi e nuove figure di mercanti e impresari, in un periodo compreso tra V e VIII secolo. La città e il suo territorio sono raggiunti da merci di ogni tipo provenienti da tutte le province dell’Impero: dalle ricche terre nordafricane e dall’Oriente, dall’Egitto e dalla penisola iberica. Vino e marmi sono importati dalle coste della Turchia e dalle isole egee; olio per l’illuminazione e salse di pesce provengono invece dalla Tunisia attuale. Da questa regione sono importate inoltre migliaia di lucerne decorate raffigurazioni molto caratteristiche e ricchi corredi di vasellame da mensa. Vi sono rappresentati simboli cristiani, animali domestici e bestie feroci, vescovi, santi e semidei del mito classico, satiri, gladiatori e anche semplici temi geometrici. Queste lampade a olio sono destinate alle case e agli edifici comunitari di Ravenna e di tutte le regioni nord-italiane, cui era collegata attraverso un intenso traffico di imbarcazioni che risalivano il Po e i suoi affluenti fino al Piemonte. Da queste terre e dai valichi Alpini venivano commercializzati anche prodotti italici ed europei, immessi nel circuito mediterraneo grazie all’intraprendenza di mediatori e negoziatori che iniziano a popolare la capitale da ogni parte del Mediterraneo, arricchendola con nuove tradizioni e rendendola una delle città più straordinarie dell’alto medioevo.

Enrico Cirelli (2019). Ravenna e il mare. Milano : skira.

Ravenna e il mare

Enrico Cirelli
2019

Abstract

La posizione strategica di Ravenna, alla foce del Po e sulla costa Adriatica, favorisce lo sviluppo di un florido commercio sin dalle sue origini. Il momento di massimo sviluppo si verifica però nel corso della tarda Antichità e nei primi secoli dell’alto medioevo, in controtendenza con altri centri portuali mediterranei. Questa crescita è determinata da nuove condizioni politiche, soprattutto dal trasferimento della sede del potere imperiale agli inizi del V secolo. Gli investimenti dello stato romano non si limitano alla realizzazione di un nuovo complesso palatino ma anche alla costruzione di infrastrutture portuali lungo i canali-fluviali che attraversano la città e si riversano nell’Adriatico, alla concessione di privilegi commerciali rivolte alla comunità e alle élites urbane, tra cui esponenti dell’entourage imperiale, vescovi e nuove figure di mercanti e impresari, in un periodo compreso tra V e VIII secolo. La città e il suo territorio sono raggiunti da merci di ogni tipo provenienti da tutte le province dell’Impero: dalle ricche terre nordafricane e dall’Oriente, dall’Egitto e dalla penisola iberica. Vino e marmi sono importati dalle coste della Turchia e dalle isole egee; olio per l’illuminazione e salse di pesce provengono invece dalla Tunisia attuale. Da questa regione sono importate inoltre migliaia di lucerne decorate raffigurazioni molto caratteristiche e ricchi corredi di vasellame da mensa. Vi sono rappresentati simboli cristiani, animali domestici e bestie feroci, vescovi, santi e semidei del mito classico, satiri, gladiatori e anche semplici temi geometrici. Queste lampade a olio sono destinate alle case e agli edifici comunitari di Ravenna e di tutte le regioni nord-italiane, cui era collegata attraverso un intenso traffico di imbarcazioni che risalivano il Po e i suoi affluenti fino al Piemonte. Da queste terre e dai valichi Alpini venivano commercializzati anche prodotti italici ed europei, immessi nel circuito mediterraneo grazie all’intraprendenza di mediatori e negoziatori che iniziano a popolare la capitale da ogni parte del Mediterraneo, arricchendola con nuove tradizioni e rendendola una delle città più straordinarie dell’alto medioevo.
2019
Classis, Ravenna. Museo della città e del territorio
87
97
Enrico Cirelli (2019). Ravenna e il mare. Milano : skira.
Enrico Cirelli
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