Susan Sontag nasce nel 1933 a New York, diventa presto una famosa saggista, una scrittrice di fiction, attivista e femminista. Il suo orizzonte di riferimento è l’America, il suo talento quello di riuscire a parlare della cultura americana sempre con un occhio critico e una visione d’insieme che la porta a riflettere anche sul mondo intero e sulla cultura europea in particolare. Sulla fotografia esce nel 1977 nella New York Review of Books e raccoglie diversi saggi pubblicati precedentemente in un unico volume, poi tradotto in italiano con il sottotitolo Realtà e immagine nella nostra società. Questo saggio è tra i suoi più noti, insieme ad altri molto famosi come: Davanti al dolore degli altri; Malattia come metafora: il cancro e la sua mitologia in cui affronta il tema della malattia di cui si ammala e muore nel 2004; Sotto il segno di Saturno in cui parla di Benjamin e di Barthes e che contiene anche un saggio su Leni Riefenstahl; le Note sul Camp sul fenomeno del travestitismo analizzato in tempi ancora precoci per ragionamenti e scritture di questo tipo. In questa sede vorrei concentrarmi sui primi due capitoli del libro Sulla fotografia, che sono anche i più conosciuti – Nella grotta di Platone e L’America vista nello specchio scuro della fotografia – prendendo alcune citazioni per mostrare l’aspetto più interessante di questo saggio, ossia la capacità di rimandare a riferimenti e citazioni diverse. In questo senso è un’opera aperta perché sfida continuamente il lettore a pensare ad altro, a richiamare alla mente esperienze d’arte, di cultura, di storia in generale.
F.Muzzarelli (2020). Susan Sontag. Sulla fotografia. Roma : Contrasto.
Susan Sontag. Sulla fotografia
F. Muzzarelli
2020
Abstract
Susan Sontag nasce nel 1933 a New York, diventa presto una famosa saggista, una scrittrice di fiction, attivista e femminista. Il suo orizzonte di riferimento è l’America, il suo talento quello di riuscire a parlare della cultura americana sempre con un occhio critico e una visione d’insieme che la porta a riflettere anche sul mondo intero e sulla cultura europea in particolare. Sulla fotografia esce nel 1977 nella New York Review of Books e raccoglie diversi saggi pubblicati precedentemente in un unico volume, poi tradotto in italiano con il sottotitolo Realtà e immagine nella nostra società. Questo saggio è tra i suoi più noti, insieme ad altri molto famosi come: Davanti al dolore degli altri; Malattia come metafora: il cancro e la sua mitologia in cui affronta il tema della malattia di cui si ammala e muore nel 2004; Sotto il segno di Saturno in cui parla di Benjamin e di Barthes e che contiene anche un saggio su Leni Riefenstahl; le Note sul Camp sul fenomeno del travestitismo analizzato in tempi ancora precoci per ragionamenti e scritture di questo tipo. In questa sede vorrei concentrarmi sui primi due capitoli del libro Sulla fotografia, che sono anche i più conosciuti – Nella grotta di Platone e L’America vista nello specchio scuro della fotografia – prendendo alcune citazioni per mostrare l’aspetto più interessante di questo saggio, ossia la capacità di rimandare a riferimenti e citazioni diverse. In questo senso è un’opera aperta perché sfida continuamente il lettore a pensare ad altro, a richiamare alla mente esperienze d’arte, di cultura, di storia in generale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.