1. Premessa: diritto e coscienza nel vento rovente di vecchie e nuove abitudini, spazi di sosta, ultime fermate per chi viene dal freddo e chi viene dal passato e cerca di trovare un nuovo stile di vita e un senso. -2. La coscienza come inconveniente per chi è orgoglioso dello scientismo e considera chi difende la coscienza divorato dalla febbre della storia e dei valori della natura; una sfasatura rispetto al presente, una sconnessione nella contemporaneità. -3. Diritto e coscienza si danno appuntamenti (segreti) perché spesso la chiave del moderno è nascosta nell'immemoriale, l'avanguardia scientifica si può smarrire, la norma positiva non ha pieno accesso al presente se non regredisce all'originaria valenza dei precetti per i quali il tempo è cronologicamente indeterminato nel senso che è sempre il tempo - di - ora. -4. La coscienza è una luce invisibile, tuttavia capace di illuminare il buio presente; seguendo quella luce, le sue esigenze, è possibile essere contemporanei non solo nel nostro tempo ma anche nel passato e nel futuro. -5. Il perimetro necessario, il limen, dei comportamenti culturalmente e tecnologicamente inediti: l'indagine naturalistica sull'uomo non costituisce necessariamente una minaccia ai fondamenti della morale o alla dignità umana; è l'atteggiamento culturale che non accetta alcuna soglia qualitativa, del tipo tutto - o - niente, che urta, con le sue irruzioni, le sue discontinuità, contro l'intimità dell'uomo e contro la stessa etologia cognitiva. -6. Il diritto ha in sé la forza solenne e maestosa di risolvere i conflitti, anche di conciliare gli opposti, se non opera come rattoppatore, se non si comporta come il portinaio con il paraocchi, se non è capace soltanto di spostare i problemi; di metterli nell'angolo. -7. Il diritto condiviso è quello che accetta e assorbe ciò che la gran parte delle testimonianze gli indica, senza espropriarne il contenuto; le norme imposte unilateralmente appaiono misure inique il cui effetto di insieme rasenta l'ingiustizia umiliante. -8. La bilancia del potere; l'effetto riconciliazione delle norme nel riconoscimento delle differenze. -9. Il ruolo improprio delle leggi nella sua pretesa di totalità volta le spalle alla natura, all'universalità e ne segna la rovinosa caduta.
Pini R. (2009). Diritto e coscienza. Avventure del sapere giuridico tra ambiguità e armonie.. NAPOLI : Jovene.
Diritto e coscienza. Avventure del sapere giuridico tra ambiguità e armonie.
PINI, ROLANDO
2009
Abstract
1. Premessa: diritto e coscienza nel vento rovente di vecchie e nuove abitudini, spazi di sosta, ultime fermate per chi viene dal freddo e chi viene dal passato e cerca di trovare un nuovo stile di vita e un senso. -2. La coscienza come inconveniente per chi è orgoglioso dello scientismo e considera chi difende la coscienza divorato dalla febbre della storia e dei valori della natura; una sfasatura rispetto al presente, una sconnessione nella contemporaneità. -3. Diritto e coscienza si danno appuntamenti (segreti) perché spesso la chiave del moderno è nascosta nell'immemoriale, l'avanguardia scientifica si può smarrire, la norma positiva non ha pieno accesso al presente se non regredisce all'originaria valenza dei precetti per i quali il tempo è cronologicamente indeterminato nel senso che è sempre il tempo - di - ora. -4. La coscienza è una luce invisibile, tuttavia capace di illuminare il buio presente; seguendo quella luce, le sue esigenze, è possibile essere contemporanei non solo nel nostro tempo ma anche nel passato e nel futuro. -5. Il perimetro necessario, il limen, dei comportamenti culturalmente e tecnologicamente inediti: l'indagine naturalistica sull'uomo non costituisce necessariamente una minaccia ai fondamenti della morale o alla dignità umana; è l'atteggiamento culturale che non accetta alcuna soglia qualitativa, del tipo tutto - o - niente, che urta, con le sue irruzioni, le sue discontinuità, contro l'intimità dell'uomo e contro la stessa etologia cognitiva. -6. Il diritto ha in sé la forza solenne e maestosa di risolvere i conflitti, anche di conciliare gli opposti, se non opera come rattoppatore, se non si comporta come il portinaio con il paraocchi, se non è capace soltanto di spostare i problemi; di metterli nell'angolo. -7. Il diritto condiviso è quello che accetta e assorbe ciò che la gran parte delle testimonianze gli indica, senza espropriarne il contenuto; le norme imposte unilateralmente appaiono misure inique il cui effetto di insieme rasenta l'ingiustizia umiliante. -8. La bilancia del potere; l'effetto riconciliazione delle norme nel riconoscimento delle differenze. -9. Il ruolo improprio delle leggi nella sua pretesa di totalità volta le spalle alla natura, all'universalità e ne segna la rovinosa caduta.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.