Lo studio archeozoologico condotto sulle faune del sito Ex - L. B. Alberti in via Cattaneo a Rimini, ha previsto l’analisi di un campione selezionato di 1357 resti faunistici provenienti da sei distinti contesti appositamente selezionati. L’indagine si è concentrata su due pozzetti, (pozzetto US 946 e pozzetto US 948), due cantine interrate (Struttura 6 e Struttura 22) una struttura con evidenza di spogliazione (Struttura 16) e la sepoltura di bovino (US 223). Le caratteristiche del sito e la sua lunga cronologia hanno necessariamente indirizzato lo studio archeozoologico verso la scelta di contesti sigillati, per superare alcune problematiche metodologiche legate alla sovrapposizione di più fasi di vita di alcune strutture. Dall’intero complesso faunistico sottoposto ad analisi sono stati riconosciuti a livello specifico 903 resti (66,5% sul totale di 1357 frammenti) mentre risultano non determinabili a livello di specie circa il 33,5% dei frammenti. Per quanto concerne questi ultimi, si tratta prevalentemente di vertebre, coste e porzioni diafisiarie che sono state solamente suddivise e registrate sulla base della taglia dell’animale di provenienza. Tutti i resti osteologici analizzati presentano un buono stato di conservazione delle superfici, con spesso visibili segni di macellazione come tagli e troncature, ma anche segni di rosicchiature da carnivori probabilmente attribuibili a cani. Risultano invece rari i resti con tracce di combustione e calcinazione. All’interno del lotto faunistico indagato, sono stati infine recuperati 68 resti appartenenti a malacofauna comprendente sia bivalvi marini sia gasteropodi terrestri.
Fabio Fiori, Elena Maini (2020). Le indagini archeozoologiche. Bologna : Ante Quem.
Le indagini archeozoologiche
Fabio Fiori;Elena Maini
2020
Abstract
Lo studio archeozoologico condotto sulle faune del sito Ex - L. B. Alberti in via Cattaneo a Rimini, ha previsto l’analisi di un campione selezionato di 1357 resti faunistici provenienti da sei distinti contesti appositamente selezionati. L’indagine si è concentrata su due pozzetti, (pozzetto US 946 e pozzetto US 948), due cantine interrate (Struttura 6 e Struttura 22) una struttura con evidenza di spogliazione (Struttura 16) e la sepoltura di bovino (US 223). Le caratteristiche del sito e la sua lunga cronologia hanno necessariamente indirizzato lo studio archeozoologico verso la scelta di contesti sigillati, per superare alcune problematiche metodologiche legate alla sovrapposizione di più fasi di vita di alcune strutture. Dall’intero complesso faunistico sottoposto ad analisi sono stati riconosciuti a livello specifico 903 resti (66,5% sul totale di 1357 frammenti) mentre risultano non determinabili a livello di specie circa il 33,5% dei frammenti. Per quanto concerne questi ultimi, si tratta prevalentemente di vertebre, coste e porzioni diafisiarie che sono state solamente suddivise e registrate sulla base della taglia dell’animale di provenienza. Tutti i resti osteologici analizzati presentano un buono stato di conservazione delle superfici, con spesso visibili segni di macellazione come tagli e troncature, ma anche segni di rosicchiature da carnivori probabilmente attribuibili a cani. Risultano invece rari i resti con tracce di combustione e calcinazione. All’interno del lotto faunistico indagato, sono stati infine recuperati 68 resti appartenenti a malacofauna comprendente sia bivalvi marini sia gasteropodi terrestri.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.