26 marzo • ore 16 • Palazzo Marescotti Presentazione del libro di Paolo Puppa interviene l’autore coordina Marco De Marinis 26 marzo • ore 21 • Laboratori DMS Lettere impossibili di e con Paolo Puppa "Lettere impossibili" costituiscono una serie di invenzioni verosimili. Scritte da personaggi celebri ad altri, più o meno della medesima rinomanza, vengono per lo più siglate da raggelanti risposte, sempre sfasate e per lo più indirizzate a terzi, facendo dell’amore un gioco solitario, cieco e mai contraccambiato. Lettere inventate, e nondimeno tutte costruite su basi rigorosamente filologiche (là dove possibile anche mimando le tecniche espressive delle personalità ospitate) e su materiali biografici rispettosi della carriera dei protagonisti. In scena, agiscono in effetti colossi della letteratura e della ribalta tardo ottocentesca e novecentesca. Sfilano così Ibsen e Strindberg, Cesare Lombroso e il nipote Leo Ferrero, Corrado Govoni e Eleonora Duse, Italo Svevo e Luigi Pirandello, Dino Campana e Sibilla Aleramo, Carlo Emilio Gadda e Ugo Betti, Anna Lucia Joyce e Samuel Beckett, D’Annunzio e le sue badesse-badanti al Vittoriale, Pier Paolo Pasolini e Don Milani. Spesso è la casa di cura, vedi la figlia di Joyce e Campana, il contesto da cui si sprigiona il messaggio febbrile, l’attesa smaniosa e impotente di un segnale dell’altro, ormai una sorta di Dio crudele e spietato, che non può o non vuole arrivare. Portati in palcoscenico dallo stesso autore in letture-performances, coinvolgendo a volte celebri interpreti, questi monologhi si rivolgono al semplice lettore, in quanto possono essere consumati come storia sentimentale, confessione di disagio e di inadeguatezza ad esistere. Ma possono crescere se chi le attraversa conosce le vicende private dei personaggi presenti, le loro fantasie di trionfo e di abiezione. Alle ore 16 dello stesso giorno, a Palazzo Marescotti, è prevista la presentazione del libro "Lettere impossibili" di Paolo Puppa (Edizioni Gremese di Roma, 2009) Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e Letterature dell’Università di Venezia, nonché direttore del Dipartimento delle Arti e dello Spettacolo. Ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere, come a Londra, Los Angeles, New York, Princeton, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. Dirige la collana di drammaturgia Il Metauro. Ha pubblicato numerosi volumi di storia dello spettacolo e monografie e saggi vari, tra cui studi su Pirandello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni, Brook, Baseggio, Ferrero (di recente è stato coeditor di History of the Italian Theatre per la Cambridge University Press, e di Encyclopedy of the Italian Literature per la Routledge). Si segnalano, tra gli ultimi editi, Il teatro dei testi (Utet) e Lingua e lingue nel teatro italiano (Bulzoni). Come drammaturgo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (Premio Pirandello ‘96) e Zio mio (Premio Bignami-Riccione ‘99). Si ricordano, in particolare, Famiglie di notte (Sellerio 2000) e Venire, a Venezia (Bompiani 2004). Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il Premio teatrale Campiglia Marittima con Tim e Tom.
M. De Marinis (2009). Lettere Impossibili.
Lettere Impossibili
DE MARINIS, MARCO
2009
Abstract
26 marzo • ore 16 • Palazzo Marescotti Presentazione del libro di Paolo Puppa interviene l’autore coordina Marco De Marinis 26 marzo • ore 21 • Laboratori DMS Lettere impossibili di e con Paolo Puppa "Lettere impossibili" costituiscono una serie di invenzioni verosimili. Scritte da personaggi celebri ad altri, più o meno della medesima rinomanza, vengono per lo più siglate da raggelanti risposte, sempre sfasate e per lo più indirizzate a terzi, facendo dell’amore un gioco solitario, cieco e mai contraccambiato. Lettere inventate, e nondimeno tutte costruite su basi rigorosamente filologiche (là dove possibile anche mimando le tecniche espressive delle personalità ospitate) e su materiali biografici rispettosi della carriera dei protagonisti. In scena, agiscono in effetti colossi della letteratura e della ribalta tardo ottocentesca e novecentesca. Sfilano così Ibsen e Strindberg, Cesare Lombroso e il nipote Leo Ferrero, Corrado Govoni e Eleonora Duse, Italo Svevo e Luigi Pirandello, Dino Campana e Sibilla Aleramo, Carlo Emilio Gadda e Ugo Betti, Anna Lucia Joyce e Samuel Beckett, D’Annunzio e le sue badesse-badanti al Vittoriale, Pier Paolo Pasolini e Don Milani. Spesso è la casa di cura, vedi la figlia di Joyce e Campana, il contesto da cui si sprigiona il messaggio febbrile, l’attesa smaniosa e impotente di un segnale dell’altro, ormai una sorta di Dio crudele e spietato, che non può o non vuole arrivare. Portati in palcoscenico dallo stesso autore in letture-performances, coinvolgendo a volte celebri interpreti, questi monologhi si rivolgono al semplice lettore, in quanto possono essere consumati come storia sentimentale, confessione di disagio e di inadeguatezza ad esistere. Ma possono crescere se chi le attraversa conosce le vicende private dei personaggi presenti, le loro fantasie di trionfo e di abiezione. Alle ore 16 dello stesso giorno, a Palazzo Marescotti, è prevista la presentazione del libro "Lettere impossibili" di Paolo Puppa (Edizioni Gremese di Roma, 2009) Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e Letterature dell’Università di Venezia, nonché direttore del Dipartimento delle Arti e dello Spettacolo. Ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere, come a Londra, Los Angeles, New York, Princeton, Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles. Dirige la collana di drammaturgia Il Metauro. Ha pubblicato numerosi volumi di storia dello spettacolo e monografie e saggi vari, tra cui studi su Pirandello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni, Brook, Baseggio, Ferrero (di recente è stato coeditor di History of the Italian Theatre per la Cambridge University Press, e di Encyclopedy of the Italian Literature per la Routledge). Si segnalano, tra gli ultimi editi, Il teatro dei testi (Utet) e Lingua e lingue nel teatro italiano (Bulzoni). Come drammaturgo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (Premio Pirandello ‘96) e Zio mio (Premio Bignami-Riccione ‘99). Si ricordano, in particolare, Famiglie di notte (Sellerio 2000) e Venire, a Venezia (Bompiani 2004). Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il Premio teatrale Campiglia Marittima con Tim e Tom.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.