Il 2009 è stato proclamato dall’UNESCO anno grotowskiano. Ricorrono due anniversari: il decennale della scomparsa del grande regista e ricercatore teatrale e il cinquantenario della fondazione del Teatr Laboratorium di Opole in Polonia. Tutto il mondo celebra la doppia ricorrenza, occasione ghiotta per ricordare l'alfiere (con il Teatro Povero e le esperienze post-teatrali) di una delle rivoluzioni più radicali della scena del Novecento. Tuttavia, pur costituendo una figura chiave del teatro contemporaneo, la comprensione di Grotowski resta gravata da equivoci, luoghi comuni e insufficienti conoscenze, da provocare quasi sempre immagini deformate, sfocate o eccessive. È così accaduto che, alla borsa valori della scena contemporanea, pochi protagonisti abbiano visto oscillare le proprie quotazioni com’è accaduto a Grotowski: per alcuni, maestro indiscusso non soltanto di teatro, per altri poco più di un ciarlatano o, nel migliore dei casi, regista provocatorio di pochissimi spettacoli. Il problema è che, nel suo caso, risulta vistosamente inadeguato uno sguardo che resti tutto interno al teatro. In effetti, egli è stato fra coloro che si sono maggiormente adoperati per sfrangiarne i confini e dissociarlo dal solo spettacolo, nel tentativo di riscoprirne una dimensione essenziale-originaria, addirittura anteriore a ogni divisione fra arte e vita, fra uomo e attore. Per cercare di rendere conto della complessità della ricerca di Grotowski bisogna ricorrere – come ha chiarito bene Ferdinando Taviani – a una doppia visuale, cioè all'attivazione in contemporanea di due punti di vista, uno interno ed uno esterno al teatro. Leggere l’itinerario di Grotowski solo in termini teatrali è riduttivo e fuorviante quanto lo è leggerlo solo in chiave extra-teatrale con il rischio di ridurre il teorico del Teatro Povero ad uno dei tanti controversi maestri spirituali della contemporaneità. Ciò premesso, la doppia visuale va attivata anche per la varietà-discontinuità e unitarietà-continuità della sua ricerca. Da un lato, infatti, l'itinerario teatrale e post-teatrale di Grotowski si presenta ben scandito in fasi: Teatro degli spettacoli ('59-'69); il Parateatro (’70-’78); il Teatro delle fonti (’78-’82); l’Arte come veicolo (’85-’99); con il progetto americano dell’Objective Drama (‘83-85) a far da ponte fra le ultime due fasi. Dall’altro, è fondamentale mettere in luce gli elementi di continuità profonda (ricerca di un rituale umano basato sull’atto, elaborazione di uno yoga dell’attore in senso vasto e lavoro dell’individuo su di sé), riguardanti tanto le motivazioni quanto gli obiettivi essenziali della sua quête ininterrotta. 28 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Marco De Marinis Ouverture: Grotowski, il teatro come veicolo ore 17 Video Il Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski 29 gennaio • Laboratori DMS ore 15: proiezione del film "My Dinner with Andre" di Louis Malle ore 17 Video "Akropolis" 30 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Luisa Tinti «Il Principe costante» di Jerzy Grotowski: uno spettacolo emblema della ricerca teatrale contemporanea ore 17 Video "Principe Costante. Ricostruzione" e "Training al teatro-laboratorio di Wroclaw/Training at the Teatr Laboratorium in Wroclaw" 3 febbraio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Zbigniew Osinski L’opera di Jerzy Grotowski come «oggetto di ricerca» traduzione di Marina Fabbri ore 17 Video "Acting Therapy"

L’ANNO GROTOWSKIANO. Grotowski e il teatro del nuovo millennio / M. De Marinis. - (2009).

L’ANNO GROTOWSKIANO. Grotowski e il teatro del nuovo millennio

DE MARINIS, MARCO
2009

Abstract

Il 2009 è stato proclamato dall’UNESCO anno grotowskiano. Ricorrono due anniversari: il decennale della scomparsa del grande regista e ricercatore teatrale e il cinquantenario della fondazione del Teatr Laboratorium di Opole in Polonia. Tutto il mondo celebra la doppia ricorrenza, occasione ghiotta per ricordare l'alfiere (con il Teatro Povero e le esperienze post-teatrali) di una delle rivoluzioni più radicali della scena del Novecento. Tuttavia, pur costituendo una figura chiave del teatro contemporaneo, la comprensione di Grotowski resta gravata da equivoci, luoghi comuni e insufficienti conoscenze, da provocare quasi sempre immagini deformate, sfocate o eccessive. È così accaduto che, alla borsa valori della scena contemporanea, pochi protagonisti abbiano visto oscillare le proprie quotazioni com’è accaduto a Grotowski: per alcuni, maestro indiscusso non soltanto di teatro, per altri poco più di un ciarlatano o, nel migliore dei casi, regista provocatorio di pochissimi spettacoli. Il problema è che, nel suo caso, risulta vistosamente inadeguato uno sguardo che resti tutto interno al teatro. In effetti, egli è stato fra coloro che si sono maggiormente adoperati per sfrangiarne i confini e dissociarlo dal solo spettacolo, nel tentativo di riscoprirne una dimensione essenziale-originaria, addirittura anteriore a ogni divisione fra arte e vita, fra uomo e attore. Per cercare di rendere conto della complessità della ricerca di Grotowski bisogna ricorrere – come ha chiarito bene Ferdinando Taviani – a una doppia visuale, cioè all'attivazione in contemporanea di due punti di vista, uno interno ed uno esterno al teatro. Leggere l’itinerario di Grotowski solo in termini teatrali è riduttivo e fuorviante quanto lo è leggerlo solo in chiave extra-teatrale con il rischio di ridurre il teorico del Teatro Povero ad uno dei tanti controversi maestri spirituali della contemporaneità. Ciò premesso, la doppia visuale va attivata anche per la varietà-discontinuità e unitarietà-continuità della sua ricerca. Da un lato, infatti, l'itinerario teatrale e post-teatrale di Grotowski si presenta ben scandito in fasi: Teatro degli spettacoli ('59-'69); il Parateatro (’70-’78); il Teatro delle fonti (’78-’82); l’Arte come veicolo (’85-’99); con il progetto americano dell’Objective Drama (‘83-85) a far da ponte fra le ultime due fasi. Dall’altro, è fondamentale mettere in luce gli elementi di continuità profonda (ricerca di un rituale umano basato sull’atto, elaborazione di uno yoga dell’attore in senso vasto e lavoro dell’individuo su di sé), riguardanti tanto le motivazioni quanto gli obiettivi essenziali della sua quête ininterrotta. 28 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Marco De Marinis Ouverture: Grotowski, il teatro come veicolo ore 17 Video Il Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski 29 gennaio • Laboratori DMS ore 15: proiezione del film "My Dinner with Andre" di Louis Malle ore 17 Video "Akropolis" 30 gennaio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Luisa Tinti «Il Principe costante» di Jerzy Grotowski: uno spettacolo emblema della ricerca teatrale contemporanea ore 17 Video "Principe Costante. Ricostruzione" e "Training al teatro-laboratorio di Wroclaw/Training at the Teatr Laboratorium in Wroclaw" 3 febbraio • ore 15 • Laboratori DMS Conferenza di Zbigniew Osinski L’opera di Jerzy Grotowski come «oggetto di ricerca» traduzione di Marina Fabbri ore 17 Video "Acting Therapy"
2009
L’ANNO GROTOWSKIANO. Grotowski e il teatro del nuovo millennio / M. De Marinis. - (2009).
M. De Marinis
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