È noto che il locus standi dei singoli innanzi alla Corte di giustizia è sottoposto a condizioni stringenti dal diritto primario (solo tangenzialmente modificate dalla riforma di Lisbona), rispetto alle quali la giurisprudenza sovranazionale – nonostante le aperture mostrate in pronunce di primo grado e da alcuni Avvocati generali – ha sin qui adottato un approccio di particolare rigore. Quanto appena detto acquista poi ancor più rilievo con riferimento alla tutela apprestata rispetto alle politiche di austerity adottate per fare fronte alla crisi economico-finanziaria che ha colpito i Paesi UE a partire dal 2008. In questo caso, peraltro, non si pone solo, una questione di accesso alla giustizia, determinata tanto dal limitato locus standi di cui i singoli beneficiano quanto dalla natura delle misure controverse e dal loro legame con l’ordinamento UE. Ad emergere è pure il tema relativo all’ampiezza della cognizione esercitabile dai giudici di Lussemburgo su tali misure, di norma concepite come strumenti adottati per il perseguimento di un interesse generale asseritamente superiore (in ultimo riconducibile alla sopravvivenza della zona euro) e spesso caratterizzate da una forte connotazione di matrice tecnica. Il presente lavoro intende analizzare questi due profili, contribuendo in tal modo a ricostruire i limiti – strutturali e sostanziali – all’accesso alla giustizia sovranazionale in subiecta materia.
Federico Casolari (2020). C'è un giudice a Lussemburgo? Sui limiti strutturali e sostanziali alla tutela giurisdizionale dei singoli rispetto alle politiche di austerity dell'Unione europea. Bologna : Il Mulino.
C'è un giudice a Lussemburgo? Sui limiti strutturali e sostanziali alla tutela giurisdizionale dei singoli rispetto alle politiche di austerity dell'Unione europea
Federico Casolari
Writing – Original Draft Preparation
2020
Abstract
È noto che il locus standi dei singoli innanzi alla Corte di giustizia è sottoposto a condizioni stringenti dal diritto primario (solo tangenzialmente modificate dalla riforma di Lisbona), rispetto alle quali la giurisprudenza sovranazionale – nonostante le aperture mostrate in pronunce di primo grado e da alcuni Avvocati generali – ha sin qui adottato un approccio di particolare rigore. Quanto appena detto acquista poi ancor più rilievo con riferimento alla tutela apprestata rispetto alle politiche di austerity adottate per fare fronte alla crisi economico-finanziaria che ha colpito i Paesi UE a partire dal 2008. In questo caso, peraltro, non si pone solo, una questione di accesso alla giustizia, determinata tanto dal limitato locus standi di cui i singoli beneficiano quanto dalla natura delle misure controverse e dal loro legame con l’ordinamento UE. Ad emergere è pure il tema relativo all’ampiezza della cognizione esercitabile dai giudici di Lussemburgo su tali misure, di norma concepite come strumenti adottati per il perseguimento di un interesse generale asseritamente superiore (in ultimo riconducibile alla sopravvivenza della zona euro) e spesso caratterizzate da una forte connotazione di matrice tecnica. Il presente lavoro intende analizzare questi due profili, contribuendo in tal modo a ricostruire i limiti – strutturali e sostanziali – all’accesso alla giustizia sovranazionale in subiecta materia.File | Dimensione | Formato | |
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