L’applicazione del Metodo ai contesti della cura della terza età, si è visto a partire dalle sperimentazioni avviate da Cameron Camp, apre piste progettuali di enorme interesse ed efficacia nel campo degli interventi educativo-animativi che offrono risposte ai bisogni psicosociali degli anziani fragili e non autosufficienti e che contribuiscono a innalzare significativamente la loro qualità di vita. In estrema sintesi possiamo individuare due elementi dell’approccio Montessoriano che appaiono oggi fondamentali per sostantivare e dare slancio innovativo alle pratiche educativo-animative che danno risposta ai bisogni degli anziani fragili e non autosufficienti. In primo luogo, la scientificità del Metodo e, più in generale, l’atteggiamento scientifico che guida l’educazione, intesa da Maria Montessori come “Scienza modificatrice”. Si tratta di una dimensione importantissima in qualunque ambito di intervento educativo, ma imprescindibile nei contesti della cura della terza età, tradizionalmente caratterizzati dalla prevalenza di un approccio medico-sanitario, ma in transizione verso modelli di presa in carico che rispondano anche ai bisogni psicosociali. L’animazione è un ambito di intervento ritenuto ormai imprescindibile nella presa in carico di pazienti con demenza, che viene considerato come necessario supporto agli interventi clinici e assistenziali, tanto che gli interventi animativi vengono definiti nella letteratura scientifica internazionale come “terapie non farmacologiche”. Sebbene il concetto di terapia appaia lontano dalla cultura educativa e pedagogica da cui la maggior parte degli approcci animativi scaturiscono, tale definizione ci indica l’importanza che va attribuita a questi interventi e ai professionisti che li progettano e realizzano nella cura della terza età, interventi che, appunto, vanno a integrazione e sostegno delle terapie e delle risposte farmacologiche. In questa prospettiva l’animazione deve essere sostenuta da rigore scientifico e il Metodo Montessori risponde a questa necessità perché colloca l’intervento educativo in un quadro epistemologico rigoroso, fondato sull’osservazione, sulla formulazione e verifica di ipotesi di intervento e sulla costante ridefinizione delle stesse in funzione dei risultati raggiunti. Gli interventi educativo-animativi così concepiti sono, al pari degli interventi terapeutici e farmacologici, veri e propri approcci per la promozione della qualità di vita. In secondo luogo, il Metodo Montessori rappresenta, nello scenario dei numerosissimi approcci educativo-animativi, non un metodo che si aggiunge o si sostituisce ad altri, ma un modello che può rappresentare una base metodologica forte o uno sfondo organizzatore per orientare il ricchissimo scenario dei possibili “interventi non farmacologici”. Nella sua dimensione olistica, la Pedagogia scientifica di Maria Montessori offre anche ai contesti della terza età strumenti di analisi e di intervento, arrivando a proporre sia azioni specifiche, sia una sorta di metamodello all’interno del quale organizzare o riorganizzare in modo rigoroso, scientifico appunto, le progettualità animativo-educative.

Presentazione

Elena Luppi
2020

Abstract

L’applicazione del Metodo ai contesti della cura della terza età, si è visto a partire dalle sperimentazioni avviate da Cameron Camp, apre piste progettuali di enorme interesse ed efficacia nel campo degli interventi educativo-animativi che offrono risposte ai bisogni psicosociali degli anziani fragili e non autosufficienti e che contribuiscono a innalzare significativamente la loro qualità di vita. In estrema sintesi possiamo individuare due elementi dell’approccio Montessoriano che appaiono oggi fondamentali per sostantivare e dare slancio innovativo alle pratiche educativo-animative che danno risposta ai bisogni degli anziani fragili e non autosufficienti. In primo luogo, la scientificità del Metodo e, più in generale, l’atteggiamento scientifico che guida l’educazione, intesa da Maria Montessori come “Scienza modificatrice”. Si tratta di una dimensione importantissima in qualunque ambito di intervento educativo, ma imprescindibile nei contesti della cura della terza età, tradizionalmente caratterizzati dalla prevalenza di un approccio medico-sanitario, ma in transizione verso modelli di presa in carico che rispondano anche ai bisogni psicosociali. L’animazione è un ambito di intervento ritenuto ormai imprescindibile nella presa in carico di pazienti con demenza, che viene considerato come necessario supporto agli interventi clinici e assistenziali, tanto che gli interventi animativi vengono definiti nella letteratura scientifica internazionale come “terapie non farmacologiche”. Sebbene il concetto di terapia appaia lontano dalla cultura educativa e pedagogica da cui la maggior parte degli approcci animativi scaturiscono, tale definizione ci indica l’importanza che va attribuita a questi interventi e ai professionisti che li progettano e realizzano nella cura della terza età, interventi che, appunto, vanno a integrazione e sostegno delle terapie e delle risposte farmacologiche. In questa prospettiva l’animazione deve essere sostenuta da rigore scientifico e il Metodo Montessori risponde a questa necessità perché colloca l’intervento educativo in un quadro epistemologico rigoroso, fondato sull’osservazione, sulla formulazione e verifica di ipotesi di intervento e sulla costante ridefinizione delle stesse in funzione dei risultati raggiunti. Gli interventi educativo-animativi così concepiti sono, al pari degli interventi terapeutici e farmacologici, veri e propri approcci per la promozione della qualità di vita. In secondo luogo, il Metodo Montessori rappresenta, nello scenario dei numerosissimi approcci educativo-animativi, non un metodo che si aggiunge o si sostituisce ad altri, ma un modello che può rappresentare una base metodologica forte o uno sfondo organizzatore per orientare il ricchissimo scenario dei possibili “interventi non farmacologici”. Nella sua dimensione olistica, la Pedagogia scientifica di Maria Montessori offre anche ai contesti della terza età strumenti di analisi e di intervento, arrivando a proporre sia azioni specifiche, sia una sorta di metamodello all’interno del quale organizzare o riorganizzare in modo rigoroso, scientifico appunto, le progettualità animativo-educative.
2020
Il metodo Montessori e gli anziani fragili. Principi e metodi per migliorare il benessere e le autonomie
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Elena Luppi
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/773225
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