Abbiamo riscoperto Scarabelli nel 1986 avviando la stagione della documentazione e della valutazione serena e disinteressata delle sue opere e della sua genialità. In Europa è tra i primi fondatori della archeologia preistorica nel 1850 e senz’altro il primo a realizzare uno scavo stratigrafico. Anche in geologia primeggia in Italia nei decenni a metà dell’Ottocento e compete alla pari con i grandi geologi europei che ne mettono a frutto spunti e idee originali sulla struttura delle montagne e sulla stratigrafia dei tempi recenti (Terziario e Quaternario). Si pensi solo a Eduard Suess (1831–1914) e Maurice Gignoux (1881–1955). E’ suo il prototipo europeo di museo dedicato primariamente a geologia e paleontologia. Sua l’attuazione della Carta Geologica a grande scala, provincia per provincia. E’ lui che anticipa i concetti di geosito e geoparco. Non è localismo ma territorialità, che fa della scienza uno strumento di conoscenza dedicato all’educazione e alla promozione sociale, a respiro internazionale proprio quando parte dall’amore della piccola patria per mirare alla costruzione di una grande nazione. Di tutto ciò il lettore generalista troverà traccia nel volume. E molto di più sulla loro terra e la loro storia troveranno i discendenti degli imolesi e bolognesi che, con tutte le Romagne, hanno tanto contribuito a fare la storia d’Italia in quel mezzo secolo. Quello acceso nel 1986 non è stato un fuoco di paglia. I frutti copiosi del Centenario Scarabelliano continueranno a maturare anno dopo anno. Confidiamo che Scarabelli non venga più dimenticato.
G.B. Vai (2009). il diamante e Scarabelli. IMOLA : Comitato Promotore Celebrazioni Scarabelliane.
il diamante e Scarabelli
VAI, GIAMBATTISTA
2009
Abstract
Abbiamo riscoperto Scarabelli nel 1986 avviando la stagione della documentazione e della valutazione serena e disinteressata delle sue opere e della sua genialità. In Europa è tra i primi fondatori della archeologia preistorica nel 1850 e senz’altro il primo a realizzare uno scavo stratigrafico. Anche in geologia primeggia in Italia nei decenni a metà dell’Ottocento e compete alla pari con i grandi geologi europei che ne mettono a frutto spunti e idee originali sulla struttura delle montagne e sulla stratigrafia dei tempi recenti (Terziario e Quaternario). Si pensi solo a Eduard Suess (1831–1914) e Maurice Gignoux (1881–1955). E’ suo il prototipo europeo di museo dedicato primariamente a geologia e paleontologia. Sua l’attuazione della Carta Geologica a grande scala, provincia per provincia. E’ lui che anticipa i concetti di geosito e geoparco. Non è localismo ma territorialità, che fa della scienza uno strumento di conoscenza dedicato all’educazione e alla promozione sociale, a respiro internazionale proprio quando parte dall’amore della piccola patria per mirare alla costruzione di una grande nazione. Di tutto ciò il lettore generalista troverà traccia nel volume. E molto di più sulla loro terra e la loro storia troveranno i discendenti degli imolesi e bolognesi che, con tutte le Romagne, hanno tanto contribuito a fare la storia d’Italia in quel mezzo secolo. Quello acceso nel 1986 non è stato un fuoco di paglia. I frutti copiosi del Centenario Scarabelliano continueranno a maturare anno dopo anno. Confidiamo che Scarabelli non venga più dimenticato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.