Parallelismi e confluenze nelle musiche dell’area mediterranea. L’influenza turco-ottomana e zingara nella musica dei Balcani. Appunti: questo il titolo originale e completo dello scritto di Roberto Leydi qui pubblicato, che è stato concepito dall’autore come dispensa per gli studenti di etnomusicologia del DAMS di Bologna, negli anni Ottanta. Da altri scritti originariamente destinati alla didattica, e variamente corredati da raccolte di immagini, trascrizioni, soprattutto da registrazioni, in parte inedite e fatte per lo più direttamente da lui, in parte tratte da dischi di ricerca o da archivi pubblici e privati, Roberto Leydi ha tratto, negli anni di insegnamento all’Università di Bologna, numerose importanti pubblicazioni (sulla ballata popolare italiana, sugli strumenti musicali popolari, sulla musica a Creta eccetera). La preparazione delle dispense gli serviva per un primo ordinamento dei materiali, per continuare a riflettere su di essi, ripensarne la scelta e la successione, valutare la necessità di ulteriori approfondimenti e la direzione verso la quale svolgerli. Questo scritto, tenuto nel cassetto per qualche tempo e variamente ripresentato, a distanza di anni, quale programma di insegnamento, non è mai giunto a compimento. I diversi capitoli, nel dattiloscritto, sono numerati; la numerazione va da 2.1 a 2.18: non vi sono capitoli preceduti dal numero 1., segno con tutta probabilità che la parte sui Balcani nelle sue intenzioni avrebbe dovuto far seguito ad una diversa trattazione su altri aspetti di “parallelismi e confluenze nelle musiche dell’area mediterranea”, anch’essa però mai scritta. I numeri li abbiamo mantenuti, tra parentesi, accanto a dei brevi titoli che scrivono sommariamente il contenuto dei diversi capitoli. Il testo, come recita il titolo, è una raccolta di “appunti”, non del tutto ordinati. Appunti però interessantissimi, e per diverse ragioni. In primo luogo perché il viaggio di Roberto Leydi tra le musiche balcaniche viene guidato dalla musica: come in altri suoi lavori, la riflessione sugli oggetti, l’ordine della narrazione sembrano scaturire dalle musiche da lui raccolte a corredo del testo. O addirittura, per meglio dire: il testo correda le musiche; questo scritto è una guida all’ascolto di musiche correlate alle vicende culturali dei Balcani centrali e meridionali e di alcuni gruppi zingari. Si tratta, per Roberto Leydi, di un modo caratteristico, del tutto peculiare, di riflettere sulle cose: molti hanno avuto esperienza di una delle sue sedute d’ascolto, pubbliche – di fronte agli studenti, o al pubblico di una conferenza, di un convegno – o specialmente privata, a casa sua. Di nastro in nastro, per percorsi anche visivi, di nessi tra forme musicali, luoghi geografici, luoghi della mente e collocazione fisica dei nastri sugli scaffali dello studio, istituiva relazioni, andava formando discorsi che si sviluppavano per ponti, per collegamenti tra un ascolto e l’altro. Il primo capitolo (2.2) è dedicato ad un inquadramento storico della dominazione ottomana e della presenza culturale turca nei Balcani; vi si inquadra il problema della musica militare turca in quella parte d’Europa. Si tratta di una vicenda poco indagata, e di notevole importanza anche per la storia della musica scritta occidentale: per quella via è penetrata e si è sviluppata, in Europa occidentale, la moda della musica “alla turca”. Per quella strada, pure, sono arrivati elementi importanti della tradizione europea delle bande musicali. La parte di questo scritto che ha un respiro di gran lunga maggiore (da 2.3 a 2.4 e da 2.9 a 2.18), più dettagliata e approfondita, è quella sulla Grecia e specialmente sul canto rebétiko. In Grecia, soprattutto a Creta, e poi sui repertori appunto del rebétiko, aveva svolto personalmente estese ricerche, sia sul campo che d’archivio. Ma se sulla parte relativa a Creta aveva pubblicato un’importante monografia (La musica popolare a Creta, Milano, Ricordi, 1983), gli studi sul canto r...
N. Staiti, N. Scaldaferri, R. Leydi (2004). L’influenza zingara e turco-ottomana nella musica del Balcani. UDINE : Nota.
L’influenza zingara e turco-ottomana nella musica del Balcani
STAITI, DOMENICO;
2004
Abstract
Parallelismi e confluenze nelle musiche dell’area mediterranea. L’influenza turco-ottomana e zingara nella musica dei Balcani. Appunti: questo il titolo originale e completo dello scritto di Roberto Leydi qui pubblicato, che è stato concepito dall’autore come dispensa per gli studenti di etnomusicologia del DAMS di Bologna, negli anni Ottanta. Da altri scritti originariamente destinati alla didattica, e variamente corredati da raccolte di immagini, trascrizioni, soprattutto da registrazioni, in parte inedite e fatte per lo più direttamente da lui, in parte tratte da dischi di ricerca o da archivi pubblici e privati, Roberto Leydi ha tratto, negli anni di insegnamento all’Università di Bologna, numerose importanti pubblicazioni (sulla ballata popolare italiana, sugli strumenti musicali popolari, sulla musica a Creta eccetera). La preparazione delle dispense gli serviva per un primo ordinamento dei materiali, per continuare a riflettere su di essi, ripensarne la scelta e la successione, valutare la necessità di ulteriori approfondimenti e la direzione verso la quale svolgerli. Questo scritto, tenuto nel cassetto per qualche tempo e variamente ripresentato, a distanza di anni, quale programma di insegnamento, non è mai giunto a compimento. I diversi capitoli, nel dattiloscritto, sono numerati; la numerazione va da 2.1 a 2.18: non vi sono capitoli preceduti dal numero 1., segno con tutta probabilità che la parte sui Balcani nelle sue intenzioni avrebbe dovuto far seguito ad una diversa trattazione su altri aspetti di “parallelismi e confluenze nelle musiche dell’area mediterranea”, anch’essa però mai scritta. I numeri li abbiamo mantenuti, tra parentesi, accanto a dei brevi titoli che scrivono sommariamente il contenuto dei diversi capitoli. Il testo, come recita il titolo, è una raccolta di “appunti”, non del tutto ordinati. Appunti però interessantissimi, e per diverse ragioni. In primo luogo perché il viaggio di Roberto Leydi tra le musiche balcaniche viene guidato dalla musica: come in altri suoi lavori, la riflessione sugli oggetti, l’ordine della narrazione sembrano scaturire dalle musiche da lui raccolte a corredo del testo. O addirittura, per meglio dire: il testo correda le musiche; questo scritto è una guida all’ascolto di musiche correlate alle vicende culturali dei Balcani centrali e meridionali e di alcuni gruppi zingari. Si tratta, per Roberto Leydi, di un modo caratteristico, del tutto peculiare, di riflettere sulle cose: molti hanno avuto esperienza di una delle sue sedute d’ascolto, pubbliche – di fronte agli studenti, o al pubblico di una conferenza, di un convegno – o specialmente privata, a casa sua. Di nastro in nastro, per percorsi anche visivi, di nessi tra forme musicali, luoghi geografici, luoghi della mente e collocazione fisica dei nastri sugli scaffali dello studio, istituiva relazioni, andava formando discorsi che si sviluppavano per ponti, per collegamenti tra un ascolto e l’altro. Il primo capitolo (2.2) è dedicato ad un inquadramento storico della dominazione ottomana e della presenza culturale turca nei Balcani; vi si inquadra il problema della musica militare turca in quella parte d’Europa. Si tratta di una vicenda poco indagata, e di notevole importanza anche per la storia della musica scritta occidentale: per quella via è penetrata e si è sviluppata, in Europa occidentale, la moda della musica “alla turca”. Per quella strada, pure, sono arrivati elementi importanti della tradizione europea delle bande musicali. La parte di questo scritto che ha un respiro di gran lunga maggiore (da 2.3 a 2.4 e da 2.9 a 2.18), più dettagliata e approfondita, è quella sulla Grecia e specialmente sul canto rebétiko. In Grecia, soprattutto a Creta, e poi sui repertori appunto del rebétiko, aveva svolto personalmente estese ricerche, sia sul campo che d’archivio. Ma se sulla parte relativa a Creta aveva pubblicato un’importante monografia (La musica popolare a Creta, Milano, Ricordi, 1983), gli studi sul canto r...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.