La monografia affronta la preghiera del Padre nostro, ricostruendone la storia, il significato e analizzandone la costruzione linguistica, in prospettiva pragmatica e retorica, per arrivare ad affrontare e interpretare le recenti operazioni intertestuali che l'hanno avuta per oggetto, in ambito letterario e musicale. Relativamente al primo, il saggio sintetizza una tradizione che ha le sue radici nel medioevo, che vanta autori internazionali, e focalizza per l'Italia il secondo Novecento a partire da Pier Paolo Pasolini. Lo studio si concentra prevalentemente sul nuovo Millennio, in cui sono apparse riscritture dei versi della preghiera ad opera di due teologi, Vito Mancuso e José Tolentino Mendonça, e, in ambito musicale, in particolare del gruppo folk rock dei Gang, del cantautore Vasco Brondi (meglio noto come Le luci della centrale elettrica), del gruppo di rock alternativo Il Teatro degli Orrori e, ancora in ambito letterario, dello scrittore Erri De Luca. L’analisi linguistica e retorica di tali rielaborazioni mostra un comune denominatore: l’intenzione di responsabilizzare l’uomo – nella sua relazione con l’altro, con sé e con il mondo – facendo leva su un testo condiviso. In particolare, la declinazione laica del discorso da parte dei Gang e di De Luca riguarda il rapporto con i migranti, con gli sbarchi e le stragi del Mediterraneo, cioè con un conflitto culturale e politico a tutt’oggi irrisolto. In questi testi, il dialogo tra la letteratura e altri linguaggi esprime quindi una lettura profonda del nostro tempo, offre un orizzonte non banale a cui tendere e dimostra come esso sia cercato da artisti diversi attraverso le parole di una preghiera universale ripensata e riscritta anche in chiave civile, per costruire un discorso etico. È l’espressione della ricerca di un «noi», di una comunità solidale capace di costruire parole diverse rispetto alla retorica dominante.

Padre nostro. Riscritture civili di una preghiera tra musica e letteratura

Sebastiani, Alberto
2020

Abstract

La monografia affronta la preghiera del Padre nostro, ricostruendone la storia, il significato e analizzandone la costruzione linguistica, in prospettiva pragmatica e retorica, per arrivare ad affrontare e interpretare le recenti operazioni intertestuali che l'hanno avuta per oggetto, in ambito letterario e musicale. Relativamente al primo, il saggio sintetizza una tradizione che ha le sue radici nel medioevo, che vanta autori internazionali, e focalizza per l'Italia il secondo Novecento a partire da Pier Paolo Pasolini. Lo studio si concentra prevalentemente sul nuovo Millennio, in cui sono apparse riscritture dei versi della preghiera ad opera di due teologi, Vito Mancuso e José Tolentino Mendonça, e, in ambito musicale, in particolare del gruppo folk rock dei Gang, del cantautore Vasco Brondi (meglio noto come Le luci della centrale elettrica), del gruppo di rock alternativo Il Teatro degli Orrori e, ancora in ambito letterario, dello scrittore Erri De Luca. L’analisi linguistica e retorica di tali rielaborazioni mostra un comune denominatore: l’intenzione di responsabilizzare l’uomo – nella sua relazione con l’altro, con sé e con il mondo – facendo leva su un testo condiviso. In particolare, la declinazione laica del discorso da parte dei Gang e di De Luca riguarda il rapporto con i migranti, con gli sbarchi e le stragi del Mediterraneo, cioè con un conflitto culturale e politico a tutt’oggi irrisolto. In questi testi, il dialogo tra la letteratura e altri linguaggi esprime quindi una lettura profonda del nostro tempo, offre un orizzonte non banale a cui tendere e dimostra come esso sia cercato da artisti diversi attraverso le parole di una preghiera universale ripensata e riscritta anche in chiave civile, per costruire un discorso etico. È l’espressione della ricerca di un «noi», di una comunità solidale capace di costruire parole diverse rispetto alla retorica dominante.
2020
222
978-88-10-55962-8
Sebastiani, Alberto
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