La recente normativa fitosanitaria italiana per la certificazione della fragola (D.M. 20/11/2006) prevede l’assenza dei seguenti patogeni di quarantena e di qualità: Glomerella acutata , principalmente conosciuto come il suo anamorfo Colletotrichum acutatum, agente dell’Antracnosi, di fitoplasmi, in particolare Candidatus Phytoplasma solani (Stolbur), e di agenti virali quali il virus del falso ingiallimento del bordo della fragola (SMYEV), della maculatura (SMoV), della scolorazione perinervale (SVBV), dell’arricciamento (SCV), latente di Fragaria chiloensis (FCILV), associato alla pallidosi (SPaV), del falso ingiallimento della bietola (BPYV) e di alcuni Sadwavirus e Nepovirus (SLRSV, ArMV, RRV, TBRV, ToRSV) Tale normativa tutela la sanità delle nostre coltivazioni ma, per ottenere i risultati sperati, è necessario l’impiego di adeguate procedure di diagnosi. Queste fino a qualche anno fa erano essenzialmente di tipo tradizionale quali, ad esempio, l’indexaggio su piante indicatrici del genere Fragaria per diagnosticare la presenza di agenti virali o l’isolamento su substrati agarizzati per identificare Colletotrichum acutatum. Tali tecniche, oltre a richiedere tempi e modalità d’esecuzione lunghi e laboriosi, permettono di distinguere campioni sani da campioni infetti ma non sempre consentono di individuare esattamente il ceppo del patogeno identificato e, soprattutto, non risultano sufficientemente sensibili per rilevare bassi livelli di infezione o eventuali ceppi attenuati del patogeno. Recentemente sono stati ottenuti significativi miglioramenti nei metodi di identificazione, soprattutto grazie allo studio delle caratteristiche genomiche dei principali patogeni che colpiscono la fragola. L’acquisizione di queste conoscenze ha permesso lo sviluppo di tecniche di individuazione molecolare basate sul riconoscimento di specifiche sequenze nucleotidiche. Il successo nella diagnosi dei patogeni della fragola è comunque influenzato da diversi fattori. Questi patogeni infatti sono presenti, nei tessuti delle piante, in concentrazioni che variano in funzione della stagione, del periodo vegetativo e della porzione di pianta considerata. L’attività del nostro gruppo di ricerca consiste quindi nel continuo sviluppo di protocolli molecolari, basati su trascrizione inversa e/o reazione a catena della polimerasi (reverse transcriptase-polymerase chain reaction, RT-PCR), nested PCR (nPCR) o “Real-Time” PCR, applicabili per una veloce e sicura verifica dei materiali analizzati. I protocolli, messi a punto per le diagnosi fitopatologiche, vengono normalmente impiegati nei controlli per le malattie infettive effettuati in caso di importazione nelle nostre aree di nuovi materiali, importanti per il miglioramento genetico, e spesso provenienti da situazioni e/o Paesi dove non ne viene controllata la condizione sanitaria. In questo modo è possibile ridurre concretamente il pericolo di introdurre e diffondere accidentalmente malattie causate da patogeni regolamentati e pregiudizievoli per le nostre produzioni di fragola.

Rubies Autonell C., Nipoti P., Babini A.R., Ratti C., Prodi A., Terlizzi F., et al. (2009). Protocolli diagnostici per la certificazione fitosanitaria della fragola. S.N. : s.n.

Protocolli diagnostici per la certificazione fitosanitaria della fragola

RUBIES AUTONELL, CONCEPCION;NIPOTI, PAOLA;RATTI, CLAUDIO;PRODI, ANTONIO;TERLIZZI, FEDERICA;PISI, ANNAMARIA;CREDI, RINO
2009

Abstract

La recente normativa fitosanitaria italiana per la certificazione della fragola (D.M. 20/11/2006) prevede l’assenza dei seguenti patogeni di quarantena e di qualità: Glomerella acutata , principalmente conosciuto come il suo anamorfo Colletotrichum acutatum, agente dell’Antracnosi, di fitoplasmi, in particolare Candidatus Phytoplasma solani (Stolbur), e di agenti virali quali il virus del falso ingiallimento del bordo della fragola (SMYEV), della maculatura (SMoV), della scolorazione perinervale (SVBV), dell’arricciamento (SCV), latente di Fragaria chiloensis (FCILV), associato alla pallidosi (SPaV), del falso ingiallimento della bietola (BPYV) e di alcuni Sadwavirus e Nepovirus (SLRSV, ArMV, RRV, TBRV, ToRSV) Tale normativa tutela la sanità delle nostre coltivazioni ma, per ottenere i risultati sperati, è necessario l’impiego di adeguate procedure di diagnosi. Queste fino a qualche anno fa erano essenzialmente di tipo tradizionale quali, ad esempio, l’indexaggio su piante indicatrici del genere Fragaria per diagnosticare la presenza di agenti virali o l’isolamento su substrati agarizzati per identificare Colletotrichum acutatum. Tali tecniche, oltre a richiedere tempi e modalità d’esecuzione lunghi e laboriosi, permettono di distinguere campioni sani da campioni infetti ma non sempre consentono di individuare esattamente il ceppo del patogeno identificato e, soprattutto, non risultano sufficientemente sensibili per rilevare bassi livelli di infezione o eventuali ceppi attenuati del patogeno. Recentemente sono stati ottenuti significativi miglioramenti nei metodi di identificazione, soprattutto grazie allo studio delle caratteristiche genomiche dei principali patogeni che colpiscono la fragola. L’acquisizione di queste conoscenze ha permesso lo sviluppo di tecniche di individuazione molecolare basate sul riconoscimento di specifiche sequenze nucleotidiche. Il successo nella diagnosi dei patogeni della fragola è comunque influenzato da diversi fattori. Questi patogeni infatti sono presenti, nei tessuti delle piante, in concentrazioni che variano in funzione della stagione, del periodo vegetativo e della porzione di pianta considerata. L’attività del nostro gruppo di ricerca consiste quindi nel continuo sviluppo di protocolli molecolari, basati su trascrizione inversa e/o reazione a catena della polimerasi (reverse transcriptase-polymerase chain reaction, RT-PCR), nested PCR (nPCR) o “Real-Time” PCR, applicabili per una veloce e sicura verifica dei materiali analizzati. I protocolli, messi a punto per le diagnosi fitopatologiche, vengono normalmente impiegati nei controlli per le malattie infettive effettuati in caso di importazione nelle nostre aree di nuovi materiali, importanti per il miglioramento genetico, e spesso provenienti da situazioni e/o Paesi dove non ne viene controllata la condizione sanitaria. In questo modo è possibile ridurre concretamente il pericolo di introdurre e diffondere accidentalmente malattie causate da patogeni regolamentati e pregiudizievoli per le nostre produzioni di fragola.
2009
Libro dei riassunti dell’VII Convegno Nazionale La Fragola Presente e Futuro,
65
65
Rubies Autonell C., Nipoti P., Babini A.R., Ratti C., Prodi A., Terlizzi F., et al. (2009). Protocolli diagnostici per la certificazione fitosanitaria della fragola. S.N. : s.n.
Rubies Autonell C.; Nipoti P.; Babini A.R.; Ratti C.; Prodi A.; Terlizzi F.; Pisi A.; Vicchi V. ; Credi R.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/76432
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